CONGRESSO STAMPA ALPINA |
Giugno 1990 |
Sabato 17 marzo si è svolto, presso la sede della Sezione di Milano, l’annuale congresso della stampa alpina. I
rappresentanti delle testate sezionali (direttori e corrispondenti de “L’Alpino”) presenti erano 43 su 64. Dopo le
espressioni convenevoli di saluto e di benvenuto del vice presidente della Sezione di Milano Perini, e del presidente
nazionale dott. Caprioli, il Direttore de “L’Alpino” dott. Vita ha letto una breve, ma chiara relazione sull’operato
redazionale del Periodico Nazionale e dei periodici sezionali, riconoscendo a tutte le “testate” un salto di qualità,
pur rimanendo fedeli “a noi stessi”.
“L’Alpino” è uscito con 11 numeri di 48 pagine.
Vita ha ringraziato in particolare Peduzzi per la sua arguzia giornalistica, e gli articolisti, i redattori, i direttori
dei periodici alpini, riconoscendo loro la bravura a superare le inevitabili difficoltà, ed inoltre i corrispondenti de
“L'Alpino”. Ha ribadito che il numero speciale su l’Adunata Nazionale non si farà, sarà pubblicato un “inserto” su un
numero mensile. Ha riaffermato che non saranno più pubblicate le fotografie della consegna della bandiera alle scuole,
in quanto sono manifestazioni ripetitive. Mentre continuerà a pubblicare le foto delle belle famiglie alpine, purché
siano convenientemente chiare (meglio se diapositive), e che gli alpini ritratti non indossino cappelli indecenti.
Inoltre ha raccomandato caldamente che gli articoli inviati a “L’Alpino” — tramite il corrispondente — siano
relativamente brevi, chiari, scorrevoli e comprensibili, e venga mantenuta immutata la posizione giornalistica alpina-
statutaria: Protezione Civile, solidarietà, etica e civiltà ecc.
Nel rinnovare la gratitudine a tutti coloro che operano nella stampa alpina, il dott. Vita, ha suggerito di considerare
l’opportunità dello scambio di idee
con diversificati argomenti, utili all’arricchimento dei propri periodici. Vitaliano Peduzzi durante il suo intervento
ha chiarito i motivi della sua Rubrica “Guardando dal balcone” (uscita nel numero di marzo u.s.), ribadendo che non
possiamo rimanere indifferenti di fronte a tutto quello che ci passa davanti agli occhi, da tutto ciò che ci coinvolge
politicamente, a prescindere da qualsiasi indirizzo, ed estrazione ideologica partitica. Pertanto possiamo
tranquillamente con obiettività, con accortezza, senza faziosità ed interessi personali — parlare e scrivere degli
innumerevoli problemi, come: droga, emarginazione, etica morale, criminalità, extracomunitari, obiezione di coscienza e
fiscale; di ideologie sorrette da opere criminose, disumane ed edonistiche; e naturalmente di quei quesiti di natura
culturale e sociale, che sono all’ordine del giorno.
In relazione alla dizione “associazione apolitica” riportata nello Statuto nazionale (art. 2), il Presidente dott.
Caprioli ha chiesto il suffragio di tutta la stampa alpina, affinché venga approvato dal Consiglio Direttivo, la
sostituzione della parola “apolitica” con la dizione “apartitica”; in quanto — facendo eco agli argomenti motivati da
Peduzzi — la nostra vita è interessata politicamente, dalla quale non possiamo alienarci.
E noi siamo perfettamente d’accordo, e ci associamo a quello che ha evidenziato il nostro presidente prof. Vallomy nel
suo editoriale augurale di Natale, pubblicato su “Fiamme Verdi” di dicembre ‘89.
Il ten. col. Lautieri Capo Stampa del 4° Corpo d’Armata Alpino, presente al congresso, è stato incitato a collaborare
con “L’Alpino”.
Possiamo assicurare, quindi, che il simposio ha maturato utili frutti.
r.b.