VITTORIO VENETO |
Dicembre 1990 |
Le due giornate di sabato 9 e di domenica 10 giugno rimarranno scolpite nel cuore di tutti i vittoriesi e in
particolare delle penne nere, che hanno festeggiato il sessantesimo compleanno con la consegna di alcune opere di
ristrutturazione e di completo rifacimento del complesso di S. Augusta.
Sono state due stupende manifestazioni - con un cerimoniale semplice, ma entusiasticamente festoso e cordiale, com’è lo
spirito degli alpini.
Hanno partecipato alcune migliaia di alpini, giunti da tutto il Triveneto, anche da Roma e Milano, e di una
rappresentanza con il vessillo della Sezione di Sydney (Australia).
Durante le varie celebrazioni abbiamo notato la contentezza e la grande soddisfazione del presidente di Vittorio Veneto
dr. Lorenzo Daniele e dei suoi collaboratori, per la clemenza del tempo (minaccioso il sabato) e per la partecipazione
calo- rosa della cittadinanza, delle autorità religiose, civili e militari.
La prestigiosa presenza del vescovo mons. Ravignani, del sindaco Botteon, del presidente nazionale Caprioli, del
Comandante del 4° C.A. Alpino gen. Rizzo, del gen. Spinelli comandante il 5° C.A., del gen. Battin comandante la Legione
Nord- Est, di altri alti ufficiali e dei presidenti di alcune sezioni ANA, ha sottoscritto il grande significato
dell’appuntamento.
Molti sono stati gli interventi a sottolineare lo spirito sociale ed umanitario delle penne nere e l’entusiasmo con cdi
hanno realizzato il recupero del complesso monumentale di S. Augusta.
Per un senso di amicizia e di ospitalità verso la nostra consorella di Vittorio Veneto, riportiamo alcuni frammenti del
discorso pronunciato dal suo presidente.
Tre anni fa, dopo essersi ben guardati in faccia, quasi ad interrogarsi in muto accordo, gli Alpini della Sezione di
Vittorio Veneto, decisero che il modo migliore di celebrare il 60° anniversario di fondazione della loro sezione, era
quello di dar corso ai lavori di sistemazione e ripristino di questo complesso monumentale, caro alla memoria e alla
tradizione delle genti del vittoriese... Oggi il lavoro è compiuto, dopo tre anni di dedizioni, di abnegazioni ed anche
di sacrificio. Ogni sabato, ogni domenica, ogni fèsta comandata, salvo interruzioni imposte da avversità atmosferiche e
da altri impegni, gli Alpini hanno donato il loro contributo di lavoro, sottraendo ore di riposo a se stessi e alle loro
famiglie... Tradotto in aride cifre, questo sforzo si può così sintetizzare: Alpini della Sezione di Vittorio Veneto
intervenuti n. 500,Al- pini di altre Sezioni n. 30 amici degli alpini n. 40 per un totale di n. 8000 di ore lavorative..
Dopo l’adunata di Verona, quando sui giornali iniziò una discussione sull’opportunità e sull’utilità di mandare gli
Alpini in Calabria, sul/Aspromonte, un giornalista che partecipava ad una trasmissione televisiva, interpellato in
proposito commentò che l’unico posto dove vedeva gli alpini era l’osteria. Ora la nostra Sede Nazionale interverrà con i
mezzi
più opportuni perchè questo fastidioso individuo abbia la risposta che merita; ma intanto anche noi vogliamo, anche se
un po’ più modestamente, dire la nostra, senza degradare in polemica perchè resta sempre valido il detto: raglio d’asino
in ciel non sale. E quel tizio travestito da giornalista non è nient’altro che un ciuco (con la dovuta considerazione
per l’asino, naturalmente)... Noi Alpini non pretendiamo di essere superiori a nessuno né di insegnare niente a nessuno:
pretendiamo solo rispetto, perchè queste opere, che sono la testimonianza del nostro impegno, che ne danno diritto...
Grazie agli amici venuti da lontano per stringersi a noi in queste giornate eccezionali
Grandiosa è stata anche la sfilata, aperta dalla fanfara della Brigata Alpina “Tridentina, seguita da molte delegazioni.
La Sezione di Conegliano - trascinata dalla fanfara alpina, bene organizzata, con buone esecuzioni - ha partecipato
numerosa, con il vessillo e la quasi totalità dei gagliardetti, capeggiata dal presidente prof. Giacomo Vallomy, dal
consigliere nazionale geom. Lino Chies e dai vice presidente Paolo Gai e Nino Geronazzo.
R.B.