ASSEMBLEA SEZIONALE


Giugno 1991

- Dopo sedici anni cambio al vertice della Sezione -
LUIGI BASSO ELETTO PRESIDENTE A GIACOMO VALLOMY LA PRESIDENZA ONORARIA


Ernesto Visentin consigliere anziano, a nome delle penne nere coneglianesi,
consegna la pergamena attestante il conferimento di presidenza onoraria al
prof. Vallomy, che è stato alla guida della sezione per 16 anni.


Lino Chies viene premiato dalla Sede Nazionale con un’attestazione
su pergamena per il suo intervento in Armenia.

Il 3 marzo alle ore 8 in prima convocazione e alle ore 9 in seconda convocazione si sono riuniti i Delegati dei 29 Gruppi componenti la Sezione, per l’annuale Assemblea e per concorrere all’elezione del Presidente sezionale e il rinnovo parziale del Consiglio Direttivo, a norma dell’art. 7 e seguenti del regolamento sezionale. La riunione si è attenuta al seguente
ORDINE DEL GIORNO
1 - verifica poteri;
2 - nomina del Presidente dell’Assemblea, del Segretario e
del Seggio elettorale;
3 - lettura ed approvazione
del verbale dell’assemblea precedente;
4 - relazione morale 1990;
5 - relazione finanziaria consuntiva 1990 e preventiva 1991;
6 - relazione dei revisori dei conti;
7 - relazione e rendiconto sul periodico “Fiamme Verdi”;
8 - elezione del Presidente sezionale;
9 - relazione G.S.A.;
10 - relazione della Protezione Civile;
11 - determinazione quota sociale 1992;
12 - nomina dei Delegati all’Assemblea Nazionale;
13 - discussione sulle relazioni;
14 - elezione di N. 5 consiglieri in sostituzione di altrettanti
scaduti a norma del regolamento: Bozzoli Giovanni Battista, Cais Antonino, rieleggibili; Chies Lino, Dall’Anese Antonio, Geronazzo Nino, non rieleggibili.
Nella capace sala dell’Auditorium Fenzi erano presenti N. 177 Delegati.
I delegati hanno nominato Presidente dell’assemblea Nino Geronazzo e quale segretario Floriano Zambon, mentre scrutatori sono stati designati i soci Moretti Adriano, Maschietto Emilio e Bazzo Maurizio.
Il Presidente Geronazzo, dopo aver introdotto l’assemblea con un particolare ringraziamento rivolto ai Delegati per la fiducia accordatagli, ha reso testimonianza alla Commissione Verifica poteri e Garanzia per il lavoro svolto. Quindi ha sollecitato lo svolgimento dei numerosi punti dell’o.d.g., suggerendo di dare per scontata la lettura del verbale dell’assemblea precedente, in quanto già ampiamente illustrato nel periodico “Fiamme Verdi”. L’Assemblea ha approvato all’unanimità.
Successivamente Geronazzo ha invitato il prof. Giacomo Vallomy a relazionare l’attività del 1990.
Il prof. Vallomy non poteva non soffermarsi sui gravi fatti che in questi ultimi tempi hanno procurato morte, dolore e distruzione nel medio oriente; guerra spaventosa, che ha rattristato e spaventato tutto il mondo civile e che dopo quaranta giorni s’é placata lasciando alla speranza il ritorno di una pace più giusta.
Noi alpini ci rallegriamo di questa soluzione e ci associamo alla gioia generale inviando un saluto riconoscente ai giovani italiani, marinai ed avieri, che hanno rappresentato la nostra Patria, con gli alleati, le forze di polizia a mettere ordine allo strapotere di un tiranno.
Non possiamo, per ovvie ragioni, soffermarci, in questa sede, a discutere e fare giudizi su degli episodi che, purtroppo, andranno a scrivere una pagina luttuosa della guerra del secolo decimo nono, e nella storia di tutte le guerre.
«Mi sia consentito — ha proseguito il presidente — di rammentare a voi tutti il messaggio che la sera del 28febbraio il Presidente della Repubblica ha rivolto al popolo italiano. L’On. Francesco Cossiga è un uomo coraggioso, sincero, superiore alla mediocrità, all’ambiguità e alle insofferenze delle ipocrisie che l’alta carica gli vorrebbe imporre. Ha parlato con il cuore, con il cuore del primo Cittadino; incurante dei pacifisti multicolori, alcuni proiettati verso un solo punto ideologico, egli ha approvato e lodato l’intervento italiano in quel conflitto ed ha detto che la nostra partecipazione era nei “patti”, era legale, perché era un’azione contro l’usurpazione e per ripristinare la giustizia e la libertà di un popolo».
Il presidente, quindi, ha invitato i presenti a delle riflessioni e al ricordo di coloro che ci hanno lasciato recentemente, e che hanno lasciato un segno nella nostra famiglia alpina, in Italia ed altrove. Un cenno particolare è andato all’improvvisa dipartita del dr. Giulio Bedeschi, merito scrittore, autore del famoso libro “Centomila gavette di ghiaccio” — reduce di Russia — il quale nel presentare, in questa sala, la sua opera, ci aveva fatto rivivere gli orrori della guerra di Russia e alle sue parole un brivido di raccapriccio e di commozione ci aveva pervaso. Lapidario è stato il commento di Indro Montanelli: «Giulio Bedeschi ha scritto un libro in cui gli italiani si sono riconosciuti».
Vallomy soggiunse: «Ricordiamo soprattutto la sua abnegazione e il merito di aver lasciato alla letteratura un’opera che è degna rivale delle “Scaipe al sole” di Paolo Monelli, altro alpino letterato e generoso, come generoso e bravo scrittore fu il generale Rasero, che ha lasciato un profondo ricordo nella storia degli alpini, in cui fa spicco “L’eroica Cuneense” Altri hanno seguito Bedeschi nel paradiso di Cantore, anch’essi reduci di Russia. Il 23 gennaio nella chiesa di S. Martino abbiamo dato l’ultimo saluto a Olindo Battistuzzi, medaglia d’argento al v.m. meritata in Russia; Olindo è stato consigliere della Sezione e per lunghi anni Alfiere generoso. Ho sfilato tante volto con Battistuzzi — prosegue Vallomy — e la commozione che egli provava dinnanzi alla rappresentanza dei Reduci di Russia gli strappava le lacrime. Era uomo semplice, generoso e meritevole del riconoscimento che gli è stato dato: la Medaglia d'Argento al v. m. in Russia. Altro alpino reduce di Russia, ci ha lasciati improvvisamente: Giovanni Drusian; poi, purtroppo, altri ancora: l’originale e simpatico Guido Spinazzè; Stefano Masut, già capogruppo di Ogliano; Danilo Rusalen capo- gruppo di Falzè e consigliere sezionale. A ricordo di tutti i soci morti nell’ultimo periodo i Delegati hanno dedicato un minuto di silenzio.
«Ci sarebbe tutta una storia da passare in rassegna — continua il presidente — soprattutto ricordando le figure di generosi Capi- gruppo; non potendo enunciarli tutti, dico ai capigruppo della sezione di Conegliano il mio grazie per l’impegno e l’opera svolta nel tenere alto il prestigio della sezione e per l’amicizia che mi hanno sempre dimostrato. Un grazie, dunque, ai capigruppo; ed al mio successore una raccomandazione: curare i capigruppo perché sono la colonna della nostra sezione».
Prima di passare alla cronistoria dell’anno sociale, il presidente Vallomy ha voluto rievocare il primo approccio avuto con la sezione, nell’autunno del 1963, quando per iniziativa del suo predecessore, il cav. Guido Curto, con Nino Mason, allora capogruppo di Collalbrigo, la sezione di Conegliano ha offerto al neo Istituto Galilei la bandiera tricolore: è stato un avvenimento ricordato ed impreso nel cuore degli allievi di allora ma soprattutto la partecipazione ed il grande entusiasmo. Un doveroso cenno al 21 aprile 1990 in via Beccaruzzi dove una numerosa schiera di gagliardetti e di alpini hanno atteso l’arrivo del sig. sindaco e di mons. Sacilotto del Duomo che ha impartito la benedizione pasquale alla nostra Sede.
Mons. Sacilotto ci ha gratificato di un commento breve ma sincero, ringraziando gli alpini pér quanto fanno e hanno fatto nella società coneglianese, per le opere socio-umanitarie e di beneficenza, ed in modo particolare per l’attenzione che abbiamo e continuiamo apre- stare per la Madonna della Neve.
Dopo l’entrata solenne nella rinnovata sede sezionale l’allora capogruppo-città, Mondo Piaia, ci ha sorpresi leggendo un messaggio indirizzato al presidente.
Non aveva voluto leggerlo personalmente, Daccò, aveva demandato l’incarico a Piaia. Elencare i nomi di tutti i generosi collaboratori, sia di questa realizzazione che di tutto quanto fatto alla nostra sezione non basterebbe questa facciata e si correrebbe il rischio di offendere qualcuno per involontaria dimenticanza, e questo è stato ribadito in quell’occasione dal nostro presidente.
«Nel settembre scorso, altro importante avvenimento nel Gruppo di Orsago in occasione dell’inaugurazione della nuova sede e per il 25° della costituzione del Gruppo, che con tanta insistenza volevano io partecipassi ma ero in mezzo ai monti della Valle di4 osta e non potendo essere presente per impegni familiari ho inviato un messaggio che mi sembra sia stato apprezzato. Alla fine di settembre c’è stata un’adunata speciale degli alpini che è culminata a Cosenza con la sfilata alla quale hanno partecipato migliaia di penne nere, tra le quali un folto gruppo della nostra sezione. E questo un fatto nuovo nella storia degli alpini; un fatto ‘provocato” da una lettera di ragazzi delle elementari dove veniva espresso il desiderio di avere tra loro gli alpini; e gli alpini hanno risposto in massa al richiamo dei ragazzi di Oriolo Calabro. Meditiamo questo fatto.
Il 28 ottobre a Codognè nasce il 29° Gruppo.
La manifestazione è stata organizzata bene, veramente in forma meticolosa mercé l’opera altrettanto meticolosa dell’ex segretario, dico ce perchè non desidera più esserlo, il nostro caro Bellotto. Per tue ragioni ci hai lasciato e se non torni, ed è questo il mio desiderio, ti ringrazio per quello che hai fatto ed in modo particolare per l’impegno che mettevi sempre nell’organizzare cerimonie e anche nel dire parole appropriate quando era necessario.
Il discorso che ho pronunciato a Codognè voleva essere il commiato, l’addio; come si suol dire il testamento del “vecio” ai giovani.
Tornando alle parole che hanno suscitato consenso a Codognè, il punto dolente era il trionfo delle Leghe, soprattutto quella lombarda che minaccia e minacciava di sfasciare l’Italia.
Non solo come alpino ed ex combattente, come professione di storia e come italiano, ma in modo particolare come piemontese e figlio di gente che ha combattuto per l’unità d’Italia, resistiamo a quest’opera di sfaldamento dell’unità della Patria.
Il Veneto è la ragione che ha resistito sotto l’oppressione austriaca e per l’ultimo, nel 1866, è entrato a far parte del Regno Unito.
Da allora, dall’aprile 1866, Treviso, Vicenza, Padova e Udine fecero parte del Regno d’Italia restava fuori dei confini solo Trieste che poi sarà causa dei nostri interventi nella I” Guerra Mondiale.
Vi esorto allo studio della storia; esorto voi ed i vostri figli perchè la memoria dei fatti del nostro passato è il patrimonio su cui dobbiamo appoggiarci. Queste le parole da me dette a Codognè, e che mi son permesso di ricordarvi oggi! Quali sono le caratteristiche ed il segno che ci distingue? Sono il senso di solidarietà ed il volontarismo.
Andiamo a Mareno a vedere il centro di lavoro guidato, andiamo a vedere gli altri lavori fatti per l’intervento degli alpini della sezione. Interrogate le località che per il passato sono state vittime di flagelli naturali. Il nostro volontariato non si è distinto solo in Friuli, si è distinto in Valtellina e in Irpinia.
Consentimi Chies... sei stato rappresentante della nostra Sezione con il volontarismo nientemeno che in Armenia, dove anche li c’erano state sciagure clic meritavano la nostra presenza. Ha onorato Conegliano facendo parte di un gesto generoso dell'Ass. Alpini.
Il volontarismo è quello che ci guida per il bene altrui e, in fondo, in fondo, è paragonabile ad una missione, e gli alpini, sotto certi aspetti, si comportano come missionari.
Cosa volete di più significativo per giustificare l’esistenza di una- sezione alpini? Questo senza trionfalismi ma per darvi la misura e la profondità di quei valori che si esprimono nell’unione e nell’amicizia sincera che ci lega.
Io vi considero come quelli che mi hanno salvato dalla malinconia della pensione.
Nel 1963 sono andato in pensione (dicono che non è allegra la vita del pensionato), per me invece è stata lieta dato che da quel periodo ho potuto partecipare alla vita della sezione dove ho portato, o avevo intenzione di portare, lo stesso spirito che avevo dedicato ai giovani, alle generazioni che ho educato; vale a dire nel senso del dovere, della bontà e dell’amicizia.
Questo è il messaggio che vi lascio: siate uniti alpini!"
E' seguito l’intervento del Capogruppo di Pieve di Soligo e già vice presidente della sezione Paolo Gai, il quale ha ringraziato il prof. Vallomy per l’attività svolta e per essere stato un vero maestro di vita e i capigruppo per la stima dimostrata nei suoi confronti, e tutti gli alpini per aver riscontrato in loro cordiale e vera amicizia.
Poi il prof. Vallomy ha consegnato il diploma di benemerenza e la medaglia che la Presidenza del Consiglio e il Ministero della P.C. ha conferito al geom. Lino Chies per l’opera prestata in favore della popolazione dell’Armenia colpita dal sisma del 7 dicembre 1988, mentre il consigliere anziano e già capogruppo di Vazzola, su proposta del direttivo, e con l’approvazione unanime dei Delegati, ha consegnato al “vecio” presidente prof. Giacomo
Vallomy una pergamena sulla quale è scritto: “Nel giorno in cui lascia la carica di Presidente, più volte eletto, gli alpini della Sezione riuniti in assemblea nominano PRESIDENTE ONOR4R[O il prof Giacomo Vallomy: uomo semplice
- educatore illuminato - Alpino schietto.
1 seguita la relazione finanziaria consuntiva esposta dal tesoriere Battista Bozzoli, come sempre puntuale e precisa; quindi il comm. Alfredo Batti- stella ha relazionato il bilancio sulle indicazioni del Collegio dei revisori dei Conti, rivolgendo un particolare ringraziamento al tesoriere-Bozzoli.
Per il periodico “Fiamme Verdi” ha preso la parola il direttore-responsabile Renato Brunello, il quale ha voluto tornare sull’argomento di una sua “vecchia” preoccupazione, dicendo: «questo mio intervento non vuole essere, quest’anno, confuso con un modo di dire eufemistico, ma direi piuttosto concitato di un problema che alle volte ha provocato in me disappunto e scoraggiamento per un sereno proseguimento a ben operare nel mio delicato compito, e mi è parso che una delle ragioni sia l’amplificata apatia di alcuni alpini, malgrado i ripetuti appelli alla collaborazione.
Nonostante ciò sono intenzionato ad avviare un dialogo costruttivo, soprattutto con i giovani di buona volontà, per arricchire il nostro giornale, non solo con l’inserimento di episodi della vita militare alpina, dell’eroismo delle Penne Nere durante i conflitti mondiali, ormai — grazie a Dio — tanto lontani e speriamo sempre più remoti, ma anche con argomenti che costituiscono una realtà della nostra vita sociale, politica e culturale, non trascurando, se vogliamo, anche le esperienze della vita militare in tempo di pace. Altre attività sono degne di essere riportate: Protezione Civile, escursioni orientative, sportive ecc.
I periodici alpini devono sempre migliorare, ed anche “Fiamme Verdi” deve r,fiorire e quindi non dobbiamo mai accontentarci di quello che scriviamo, dobbiamo persistere nella ricerca di nuove iniziative. Attraverso il nostro giornale abbiamo l’opportunità di consolidare il rapporto amichevole e fraterno tra tutti gli alpini e i nostri amici, deve essere l’espressione sincera e cordiale di una vera socialità.
Ringrazio il prof Giacomo Vallomy, il consigliere nazionale Lino Chies, i già vice presidenti Nino Geronazzo e Paolo Gai per gli apprezzamenti espressi.
Il Delegato Stefano Stefani ha letto una relazione sull’attività del G.S.A., di cui è il responsabile locale e consigliere nazionale.
Ha invitato la Sezione e i Gruppi ad una maggiore collaborazione e sensibilità nel campo del Gruppo Sportivo e della Protezione Civile.
Il geom. Lino Chies ha portato il saluto del Presidente Nazionale dott. Caprioli ed ha indicato le attività svolte dalla Protezione Civile nell’ambito sezionale e quali saranno le prospettive future, con particolare riferimento alle esercitazioni in programma a Conegliano, in Friuli e a Bergamo. Inoltre ha comunicato che è stato organizzato un corso di primo soccorso tenuto dal dott. Savino Ghiro.
L’assemblea ha approvato all’unanimità la quota di lire 4.000 addizionata a quella nazionale... per l’anno 1992.
intervenuto anche Steno Bellotto per puntualizzare alcune diversità di interpretazione del regolamento e dello Statuto. Mentre Raimondo Piaia, già capogruppo di Conegliano-Città, ha avuto parole di apprezzamento e di stima per il Presidente uscente prof. Vallomy, nonché parole di incoraggiamento per il Subentrante.
Ha concluso gli interventi il capogruppo di Susegana geom. Luigi Maretto.
Tutte le relazioni sono state approvate all’unanimità.
Il presidente del seggio Eugenio Pizzol, non nascondendo una certa emozione, ha dato lettura dell’atteso risultato della seconda votazione per l’elezione del nuovo Presidente sezionale (i candidati era due: Luigi Basso e Paolo Gai).I Delegati hanno scelto alla guida della Sezione l’enot. Luigi Basso di Orsago.
Tra scroscianti applausi Luigi Basso neo-presidente così si è espresso:
“Gruzie! Anche se il parto, e mi spiace per voi è stato difficile, ha vinto la democrazia, han vinto gli alpini!
Paolo... mi spiace per te e tu lo sai come la penso, ma queste elezioni non debbono essere una spaccatura, anzi.
Voglio ringraziare Mondo Piaia e mi associo anche a quanto detto dal prof Vallomy soprattutto per l’appoggio e al consenso del gruppo Città.
Sono sempre stato un assertore che il presidente doveva nascere dal Gruppo-Città, anche perchè sarebbe stato più a contatto con la sede.
Comunque nell’accettare questo incarico voglio, innanzi tutto, salutare e ringraziare i partecipanti a questa Assemblea.
Come voi tutti sapete da qualche anno sono fuori dal consiglio, tuttavia vi posso assicurare che ho sempre mantenuto i contatti con il direttivo e la Sezione, per cui conosco bene la vita di sezione e pertanto, con l’aiuto vostro e dei capigruppo, cercheremo di muoverci nella maniera più idonea e mantenere quello spirito di democrazia che è d’obbligo in una associazione a carattere morale come è la nostra.
Non vi nascondo che venire dopo il prof Vallomy non è facile per me, ma conto fin d’ora di averlo accanto per poter valermi della sua esperienza di vita, della sua grande cultura con la quale ha tenuto sempre in alto il prestigio della nostra Sezione.
Mi riservo di poter scegliere, è una piccola riserva che chiedo e voglio fare, di poter scegliere i due vicepresidente, in quanto, essendo i più importanti, sono i primi collaboratori.
Ne parlavo prima con il consigliere nazionale il quale mi diceva che avrebbe dovuto essere l’espressione del consiglio; però io sono convinto che le cose andranno meglio soltanto se c’è una piena armonia... molti di voi non li conosco.
Mi auguro comunque di guadagnare anche la loro fiducia portando avanti il mio mandato con quel senso di amicizia e reciproco rispetto che devono caratterizzare la nostra vita associativa; vita associativa che sono convinto darà ancora parecchio se saremo soprattutto amici sinceri e aperti.
Un invito dunque a tutti gli alpini dotati di buona volontà a serrare le fila dandoci scambievolmente una mano per contribuire assieme al buon andamento della Sezione. Grazie.
Ci rivedremo a bere un bicchiere e poi, in sede opportuna assieme ai capigruppo e al direttivo, stenderemo un po’ il programma.
Noi dobbiamo soltanto restare uniti, compatti, perchè la nostra associazione ha bisogno di unità e l’Italia, e gli italiani, si aspettano parecchio da noi.
Siate orgogliosi di portare il cappello, che è simbolo e senso del dovere: simbolo di laboriosità e di solidarietà che dobbiamo dare anche all’amico Chies nel suo impegno nella protezione civile.
Dopo la cerimonia di rito del passaggio del testimone e le felicitazioni di circostanza, si è proceduto alla votazione per il rinnovo parziale del Consiglio.
Pertanto le cariche sociali sono così distribuite:
Presidente: Luigi Basso;
vice presidenti: Giovanni Battista Bozzoli e Antonino Cais;
consiglieri: Valerio Bortolotto, Umberto Bortot, Vittorio Dal Bò, Antonio Daminato, Bruno Danieli, Mariano De Boni, Paolo Gai, Luigino Grando, Leandro Marcon, Marsilio Rusalen, Nicola Stefani, Stefano Stefani, Davide Tardivel, Zenildo Toffoli, Ernesto Visentin, Luigi Zaccaron;
revisori dei conti: Alfredo Battistella, Vittorio Padovan, Giovanni Carlet; supplenti: Carlo Breda e Gildo Trivellato;
direttore-responsabile di “Fiamme Verdi” e corr. de “L’Alpino” Renato Brunello; membri di redazione: Steno Bellotto, Eugenio Pizzol, Sandro Rui, Nicola e Stefano Stefani;
alfiere: Mario Longhino;
cappellano: don Raffaele Lot;
probiviri: Raimondo Piaia, Desiderio Viezzer, Paolo Gai;
giunta di scrutinio: Luigi Battistuzzi, Giuliano Casagrande, Eugenio Pizzol; supplenti: Giovanni Grosso, Marsilio Rusalen;
taverniere: Sante-Mario De Marchi;
protezione civile: Lino Chies e Sandro Rui;
G.S.A.: Nicola e Stefano Stefani;
responsabile sede: Giovanni Daccò;
manutenzione sede: Adriano Moretti e Vittorio Dal Bò;
rapporto con le autorità civili: Valerio Bortolotto;
con le autorità militari: Nino Geronazzo;
attività culturali: Antonino Cais;
responsabile della chiesetta della Madonna della Neve: Silvano Armellin.

r.b. - s.b.