DALLA SEZIONE |
Giugno 1991 |
Il professor Giacomo Vallomy ha affidato la “bacchetta” del comando della
Sezione ad un alpino più giovane.
Gli abbiamo concesso una “allietante liquidazione”, permettendogli di incrementare la sua già “doviziosa” pensione
statale!
La Sezione di Conegliano ha avuto, durante i suoi 65 anni di vita, presidenti
prestigiosi, affiancati da diretti collaboratori, preziosi nel campo produttivo
ed organizzativo, che hanno permesso la realizzazione di significative opere
sociali ed umanitarie, rendendo possibile l'arricchimento dell'immagine della
stessa associazione, permettendo, così, di tener alto il prestigio delle penne
nere.
Il prof Giacomo Vallomy, a giudizio dei Dirigenti nazionali e delle Sezioni, è stato un Presidente Alpino dalle doti
eccezionali, UOMO degno di rappresentare la nostra grande “Famiglia Alpina” . Tali apprezzamenti — che ho sempre
condiviso — non sono un voler “incensare”, è solo un reale giusto riscontro.
Vallomy oltre ad essere un personaggio dal carattere grintoso — tipico della
gente della montagna — (egli è, infatti, originario di un paese della Valle D'Aosta, che non ha mai cessato di amare), possiede una profonda spiritualità, è un
abile oratore, dotato di una proprietà di linguaggio lessicale non comune (ancora oggi è chiamato a compiere
conferenze di studio).
Gli alpini, specialmente i meno giovani, non possono dimenticare i suoi interventi — alcune volte rasenti “la filippica”
— durante le varie manifestazioni e celebrazioni:
allocuzioni che hanno sempre suscitato ammirazione ed entusiasmo.
Durante i 16 anni della sua carismatica presidenza, ho avuto l’onore e il piacere di essergli accanto, oltre che come
vice presidente, per ben otto anni, per altri impegnativi incarichi, ed ho sempre incontrato il maestro, il padre, il
fratello e l’amico.
E se la mia opera in seno alla Sezione Alpini mi ha procurato delle soddisfazioni, sono stato,per di più, ricompensato
dalla cultura, dalla saggezza, dall’acume del professor Vallomy.
Per la stima e l’affetto che serbo nei suoi confronti e per gli ideali a cui si ispira e sa trasmettere con dignità,
senza inflessioni, voglio riportare qui di seguito, quale attributo, l’apologo di Fedro: ‘Ricchezze e povertà di
Simonide”, dove traspare un fantastico, quanto realistico concetto dei valori che l’uomo sa di poter possedere, al di là
del bene materiale.
Sempre il savio ha con sé la sua ricchezza.
Simonide che scrisse il canto raro, perché fosse più dolce povertà cominciò a visitare le famose città dell'Asia per
comporvi lodi di vincitori, previo pagamento. Con questa professione s’arricchì, e pensò di tornarsene, via mare, in
patria, ch’era l’isola di Ceo, dice la tradizione. S’imbarcò; ma una tempesta orrenda e la vecchiaia sfasciarono la nave
in pieno mare.
S’arraffano cinture, borse oggetti di valore,
i sostegni della vita; un tale fa, sollecito: «Simonide, tu, di quello che hai, non prendi niente?» «Tutto ciò che
posseggo è già con me», rispose. Pochi, a nuoto, si salvarono, i più, fatti pesanti degli averi, perirono. Poi vennero i
banditi a rapinarli ed a lasciarli nudi. C’era là presso una città, l’antica Clazòmene, ed i naufraghi v’andarono; qui
abitava un uomo letterato che aveva molto letto il suo Simonide, e molto l’ammirava da lontano:
lo riconobbe solo al suo parlare e fu avido a volerlo ospite suo; per fargli onore lo fornì di vesti, denaro, servitù.
Intanto gli altri mendicavano in giro con la loro tavoletta dipinta. Li incontrò Simonide per caso. «Già vi dissi che
tutto do che è mio era con me. Ciò che voi arraffaste, è tutto morto.»
Voglio ricordare a chi non lo sapesse o non avesse capito: che non è vero che invecchiando l’intelligenza si appanna.
L ‘intelligenza “cristallizzata “, che coinvolge aree nelle quali le conoscenze sono già state acquisite attraverso
l’educazione, mostra un progressivo, costante sviluppo pari all’accrescimento della saggezza. L’augurio è che il Buon
Dio conceda al prof. Giacomo Vallomy di rimanere felicemente, ancora per molti anni, con i suoi cari, e con noi alpini a
distribuire preziosi insegnamenti, ed essere presente con le sue gradite e significative allocuzioni nelle importanti
cerimonie alpine. Al neo Presidente P.A. Luigi Basso, che, già fin dal suo insediamento alla guida della Sezione, ha
dimostrato di avere le idee chiare, tracciando immediatamente un minuzioso e prezioso programma, con delle utili
connessioni per lo sviluppo delle diversificate iniziative della Sezione e dei singoli Gruppi: un grido di
incoraggiamento!
Mi è parso di intuire - già nella prima riunione del direttivo - quali sono i suoi progetti immediati, certamente
consoni agli scopi e alle aspirazioni di un presidente degli alpini.
Ho apprezzato molto il modo in cui ha voluto approdare al suo nuovo prestigioso incarico. Accompagnato dal vice
presidente Battista Bozzoli e dal consigliere Valerio Bortolotto, Luigino Basso, dopo aver assistito alla S. Messa nel
Duomo di Conegliano, ha portato il saluto personale e degli alpini della Sezione all’arciprete mons. Felice Sacilotto,
quindi si è recato al monumento ai Caduti a deporre un mazzo di fiori; poi si è trasferito in cimitero per collocare
sulla tomba del socio fondatore Giacomo Soravia altri fiori, con visita alle tombe della MA Olindo Battistuzzi e del
reduce di Russia Giovanni Drusian, nel ricordo di tutti gli alpini della Sezione scomparsi.
Infine ha fatto visita al sindaco di Conegliano rag. Flavio Silvestrin e al vescovo di Vittorio Veneto mons. Eugenio
Ravignani.
Negli immediati giorni successivi ha voluto incontrare tutti i capigruppo, in una assemblea aperta e cordiale.
Sono convinto che l’esperienza acquisita negli anni in cui è stato consigliere e vice presidente della Sezione; che la
saggezza, la cultura, la franchezza del “vecio” alpin e suo professore all’Istituto di Agraria e Enologia, Giacomo
Vallomy, siano utili componenti per propugnare una valida guida di una associazione, quale quella alpina, la cui forza
ed immagine non sono messe in discussione.
Il “testimone” che ha ricevuto è seducente, e lo zaino è idoneamente affardellato, ma sono persuaso che il presidente
Basso avrà il massimo sostegno e tutta la comprensione dei vice presidenti, dei consiglieri, dei capigruppo e di tutte
le penne nere della Sezione.
Al prof GIACOMO VALLOMY Presidente Onorario un GRAZIE!
Al P.A. LUIGI BASSO Presidente sezionale l’augurio di proficuo lavoro!
Renato Brunello
Il commiato del “vecio-saggio” presidente
Cari Alpini, Il vostro presidente onorario Giacomo Vallomy |
Il saluto del neo presidente
Carissimi Alpini, un affettuoso e cordiale saluto e un
grazie sincero per la fiducia che mi avete accordato nel pormi alla guida della Sezione Alpini di Conegliano:
l’impegno assunto sarebbe maggiormente gravoso se non fossi sorretto dal Vostro incoraggiamento e dal Vostro
appoggio. Luigi Basso DAL PRESIDENTE NAZIONALE AL PROF.
GIACOMO VALLOMY Nardo Caprioli |