Magg. GIOVANNI PIOVESANA |
Giugno 1991 |
L’8 febbraio la sezione di
Conegliano ha voluto ricordare, con una S. Messa celebrata nella chiesa di S. Rocco e S. Rosa, uno dei suoi eroi Alpini,
il pluridecorato magg. Giovanni Piovesana. Con una folta rappresentanza dei Gruppi, ha partecipato anche la figlia
Floralisa.
Sono certo di far cosa gradita ai coneglianesi e soprattutto alle penne nere, riportare un breve cenno storico
dell’esemplare cittadino, dagli ideali fortemente radicati e dall’amore profondo verso il suo Paese e la Patria, per i
quali seppe compiere il suo dovere fino all’olocausto,
Nato a Conegliano il 14 settembre 1896, Giovanni Piovesana fu aspirante ufficiale e quindi sottotenente alla 77a del
“Feltre”. L’il luglio 1916 meritò la medaglia d’argento con la seguente motivazione:
“Occupava con plotone una cengia sopra una posizione sotto la quale doveva brillare una potente mina. Con mirabile
esempio di arditezza, d’energia e disprezzo del pericolo teneva la posizione e, con bella perizia alpina, sapeva fermare
entro una grotta 60 austriaci venuti a riprendere la posizione perduta”.
Il 30 agosto successivo si fece dimettere dall’infermeria del 305° reparto someggiato di sanità, ove si trovava
ricoverato, per partecipare all’attacco eseguito dalla sua compagnia sulla destra di Conca Laghi.
Pochi giorni dopo, quale comandante del plotone esploratori, svolse un’ardita ricognizione per Gruzzi q. 732, passando
per Sella — col raggiunto scopo di riconoscere il terreno e gli appostamenti difensivi dell’avversario. Dopo aver
meritato l’encomio solenne per una sua ardita operazione di pattugliamento, Piovesana ebbe la sua seconda medaglia
d’argento a Conca Laghi 1125 settembre 1918, con la seguente motivazione:
“Comandante di un plotone d’assalto, con arditi servizi di pattuglia, personalmente riconosceva la linea nemica. Si
apriva poi con mirabile ardimento i varchi attraverso due linee di reticolato, ed attendeva l’avversario, appostato col
il suo plotone, nei posti delle sue stesse piccole guardie. Al sopraggiungere di un drappello di nemici, li metteva in
fuga, infliggendo loro perdite e facendone prigioniero uno dopo viva lotta. Già distintosi in precedenti azioni per calma
e coraggio. Ebbe l’elogio della 32° divisione per il servizio svolto il 3 ottobre sulla linea di osservazione nemica di
contrada Rochet-Laghi.
Decorato di altra croce al merito, Giovanni Piovesana fu poi inviato in Albania ottenendo altri riconoscimenti: un
elogio del Comandante la Divisione — perle azioni esplorative di Orosshi-Luria e di Oroshi Rseni nel febbraio del 1920.
Conclusa la prima grande guerra,
Piovesana venne dapprima assunto dalla Banca San Liberale, divenendo poi titolare dell'agenzia di Farra di Soligo.
Successivamente fu alla direzione dell’ufficio di Conegliano dell’Ente Italiano di Approvvigionamenti (nella cui sede
di Milano gli venne dedicata una lapide).
Fu tra i soci fondatori della sezione Alpini di Conegliano, vice presidente e, dal 1931 al 1937, dal 1939 al 1940 ne fu
presidente.
Scoppiata la seconda guerra mondiale, Giovanni Piovesana si ritrovò col 7° Reggimento Alpini in Albania (comandante
della compagnia comando del “Val Cismon”). Il 26 gennaio 1941 a q. 1179 del Mali Trebescines meritò la medaglia di bronzo in
un aspro combattimento, durante il quale rimase gravemente ferito.
Ottenuta la promozione al grado di maggiore, Giovanni Piovesana, dopo due interventi chirurgici compiuti nell’Ospedale
da campo 427 di Mezcoranis nei pressi di Tempieni, 18 febbraio 1941 spirò.
Il 18 aprile 1961 Conegliano accolse i suoi resti mortali — provenienti dal cimitero di Sinenai, presso l’insanguinata
Vojussa —; la Città e le penne nere gli tributarono commossi onori ed affetto.
L’allora vice presidente della sezione e vice sindaco avv. Francesco Travaini diede — ai piedi della Gradinata degli
Alpini — il saluto di Conegliano, dicendo tra l’altro: "Amico carissimo! E' con un baleno d’orgoglio negli occhi ma col
pianto e lo strazio nel cuore che noi tuoi concittadini, tuoi amici, ti accogliamo e ti diamo il nostro commosso saluto
su questa gradinata, che anche e soprattutto dal tuo eroismo e dal tuo sacrificio ha tratto il nome. Ben altrimenti
avremmo voluto attenderti al tuo ritorno.
Non bandiere segnate a lutto, non gramaglie, non cordoglio, ma tripudio di vessilli, ma allegri canti alpini osannanti
alla vita.., alla concordia.., alla pace...”
Al magg. Giovanni Piovesana la Città di Conegliano ha dedicato giustamente una via.
R.B.