DALLA SEZIONE |
Giugno 1991 |
La sezione di Conegliano manifesta la sua immensa gratitudine alla Banca de! Friuli di Conegliano e al suo direttore Paolo Geronazzo per la donazione di un bellissimo “COMPUTER “, utilissimo alla elaborazione di dati dei diversi e significativi pro grammi. Una più ampia documentazione sarà riportata sul prossimo numero.
La Sede Nazionale G.S.A. chiama a ricoprire importanti cariche nazionali due nostri soci: Stefano Stefani viene eletto consigliere centrale e Piero Dottor membro del Collegio dei Probiviri, motivo di soddisfazione e di orgoglio per il nostro G.S.A. che anche se era nato da appena un anno dimostrava di essere tra i più intraprendenti.
L’imprenditore - già capogruppo di Pieve di Soligo e Consigliere Sezionale e mecenate della sezione - è stato
premiato dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Nino Cristofori.
Il Comm. Alfredo Battistella, imprenditore ottantenne nel settore del mobile e titolare della Battistella spa, ha vinto
la prima edizione del premio “Truciolo d’oro”. Battistella, imprenditore della prima generazione, guida due aziende
all’avanguardia nel settore dei mobili componibili e dell’arredamento e si meritano la stima e la simpatia di tutto il
mondo imprenditoriale della provincia.
Il premio “Truciolo d’oro” è stato istituito dal Coordinamento Triveneto di Federlegno arredo per la valorizzazione
dell’imprenditoria nel settore del legno, del mobile e dell’arredamento.
L’ambito riconoscimento ad Alfredo Battistella è stato consegnato dall’onorevole Nino Cristofori, sottosegretario alla
presidenza del consiglio dei ministri, che ha elogiato l’industriale per i risultati raggiunti dalle sue imprese che
testimoniano il valore dell’uomo e dell’imprenditore. Alla cerimonia erano presenti anche l’onorevole Angelo Pavan,
sottosegretario al tesoro, Franco Arquati, presidente della Federlegno, Vittorio Pizzolotto, presidente dell’Assindustria
e numerosi imprenditori dei settore del legno.
Felicitazioni Alfredo! Te lo sei meritato.
Vediamo, principalmente, che cos’è l’associazione: “Diritto di ASSOCIAZIONE è il diritto di più persone
d’organizzarsi con un reciproco vincolo volontario e duraturo per raggiungere uno scopo comune.
La tendenza associativa nasce con l’uomo e trova la sua massima espressione nella collettività statale, la quale, per
l’ampiezza dei suoi tini, la molteplicità e la potenza dei suo mezzi, domina ogni altra forma di associazione.
Ma tale tendenza non è soddisfatta con la creazione dello Stato, perchè non tutti i bisogni, anche di carattere
generale, vengono da questi assunti.
Nell’antichità le organizzazioni pubbliche raggiungono uno stadio soltanto rudimentale, lasciando campo all’individuo
per l’esplicazione delle sue energie nelle varie direzioni:
economiche, religiose, socio- culturali ed umanitarie. Ma anche in stadi più evoluti e presso popoli di elevata civiltà
si trovano numerose manifestazioni di questa tendenza e talvolta esistenti contro il divieto del potere organizzato.
In regime liberale il diritto dell'ASSOCIAZIONE viene considerato come un attributo essenziale dell’individuo, quello
che concorre con altre libertà a sviluppare e a perfezionare il suo carattere e a renderlo attivamente partecipe della
vita della nazione; laddove nei regimi assoluti tale diritto è spesso disconosciuto o circondato da severe limitazioni.
Però anche nei tipi di Stato meglio disposti verso il diritto di ASSOCIAZIONE, esso ha sempre avuto una regolamentazione
più o meno larga, più o meno completa, più o meno perfetta. Ciò perchè il potere sovrano non può disinteressarsi di
un’attività, che esplicata in forma disordinata, potrebbe travolgere lo Stato stesso e permettere maggiori eccessi.
Perciò ancor oggi alla libertà di costituire associazioni vengono posti, anche dalla Costituzione italiana, dei limiti
di natura penale.
Recitano alcuni grandi storic1: MAZZINI, 11-38: “1 giovani, troppo numerosi in Italia e altrove, che si tengono -per
rispetto all’indipendenza dell’individuo - segregati a ogni moto collettivo d’associazione o di partito ordinato, sono
generalmente quelli che più rapidamente e servilmente soggiaciono a ogni forza ordinata governativa.
BOCCARDO, 1-236: “L’associazione è una delle più potenti forze dell’economia sociale...
Nell’era nostra lo spirito d’associazione è più potente, più prorogato, meglio diretto che nelle epoche anteriori.
B. CROCE, 1-3-3: “Un’associazione potente, che raccoglie e stringe in fascio le forze della resistenza conservatrice...
Non voglio dilungarmi oltre sulla realtà filosofica dell’Associazione, desidero solo prendere lo spunto
dell’ASSOCIAZIONISMO per mettere in evidenza l’utilità, direi la necessità dell’esistenza delle Associazioni, in
particolare quelle che svolgono per attività umanitarie, sociali, che sono di surrogato alle Istituzioni.
L’ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINI è una realtà associativa che, attraverso i quasi trecentocinquantamila iscritti, opera
in attività umanitarie, ecologiche, di protezione civile, della salvaguardia e conservazione dell’ambiente montano,
della cultura tradizionale popolare ed anche di discipline sportive, prototipo di una associazione completa, che va
oltre alla recita dell’art. 2 del proprio Statuto:
a) tenere vive e tramandare le tradizioni degli Alpini, difenderne le caratteristiche, illustrarne le glorie e le gesta;
b) rafforzare tra gli Alpini di qualsiasi grado e condizioni i vincoli di fratellanza nati nell’adempimento del comune
dovere verso la Patria e curarne entro i limiti di competenza, gli interessi e l’esistenza;
c) favorire i rapporti con i Reparti e con gli Alpini in armi;
d) promuovere e favorire lo studio dei problemi della montagna e del rispetto dell’ambiente naturale, anche ai tini
della formazione spirituale e intelletto delle nuove generazioni;
e) concorrere, quale Associazione volontaria, al conseguimento dei tini dello Stato e delle pubbliche amministrazioni in
materia di protezione civile in occasioni di catastrofi, di calamità naturali.
L’esemplarità delle molteplici iniziative a livello di Gruppi, di Sezioni e di Sede Nazionale è la FORZA DELLA NOSTRA
ASSOCIAZIONE.
Renato Brunello
Se, come scrive Tocqueville, la «democrazia è arte del governo ma anche arte dell’associarsi» sono oggi 11 milioni e
76 mila gli italiani che partecipano ad associazioni, movimenti, gruppi di diversa natura. il 27,9% dell’intera
popolazione del paese.
È questo il dato più clamoroso del terzo rapporto sull’associazione sociale realizzato dall’Iref, uno dei maggiori
istituti di ricerca, per conto del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro presieduto da Giuseppe De Rita.
Lo sport è il settore di maggiore coagulo: 16,7%.
Seguono i settori ricreativi (11,4%), culturali e sociali (9,8 e 8,5%), giù fino agli ecologisti e ambientalisti (4,5%)
fino ai gruppi di difesa dei diritti civili (0,4%).
«Il panorama è talmente variegato - ha detto il ministro degli affari sociali Rosa Russo Jervolino - che gli stessi
politici solitamente attenti a tutti i fenomeni sociali sono presi in contropiede».
Età compresa nella ricerca 18-74 anni, gruppi sociali in aumento i pensionati e le casalinghe. Giovanni Bianchi,
presidente delle Acli, ha evidenziato
che «pur essendo una realtà minoritaria, il fenomeno dell’associazione gode della più ampia stima nel Paese».
L’Iref sottolinea, analizzando il dato regionale, come il Veneto veda sensibile incrementi delle percentuali nazionali
in tutti i settori, con prevalenza dell’associazionismo giovanile e di quello degli anziani.
È questo indubbiamente il risultato di una regione in cui le componenti sociali dalla comunità locale, alla chiesa, alle
istituzioni hanno sempre puntato molto sull’associazionismo per contenere spinte disgregatrici della società.
C’è però anche un’altra considerazione. L’associazionismo è anche una risposta alla fuga in atto dai partiti? È una
realtà che, nell’indagine dell’Iref, solo uno su quattro si dichiari in possesso di una tessera.
Non si può però negare che l’associazionismo è dentro come protagonista al processo di realizzazione della qualità della
vita, è anello dinamico di collegamento tra il circuito “virtuoso” della promozione umana e quello “vizioso”
dell’emarginazione e della sofferenza.
Sergio Dugone
In considerazione della turbolenta e straziante guerra scatenata nel Golfo Persico da un “mostriciattolo”, bramante
di conquiste, spregevole della libertà, della giustizia e della vita altrui, che ha voluto soffocare nel sangue non solo
il popolo vicino, ma anche la sua gente, costringendo le Nazioni Unite in un massacrante ed angoscioso intervento
bellico — coinvolgendo, loro malgrado, alcune nostre Forze Militari - , la cerimonia commemorativa della battaglia di
Nikolajewka si è svolta nel silenzio e nella meditazione di tutti i presenti, con una S. Messa celebrata da padre Carlo
Zanon, e la deposizione di una corona al monumento ai Caduti.
Voglia Iddio che queste guerre rimangano una triste, aberrante esperienza, da giammai ripetere.
Purtroppo pare che altri Hitler o Stalin siano in agguato e minaccino la pace nel pianeta terrestre. Auspichiamo che
l’integrità, l’etica morale e la buona volontà dei popoli, soprattutto più progrediti, abbiano il sopravvento.
r.b.
Mi capita, ora che nel Golfo non si spara pii;ì, di ritornare alle trepidazioni di Gennaio ‘9]. Eravamo diventati
strani personaggi in cerca di serenità. Qualcuno esageratamente acquistava spaghetti e pennette rigate da mettere in
cambusa, altri scendevano in strada per gridare l’inutilità di ciò che era purtroppo chiaro che sarebbe successo. Altri
ancora, quasi scaramanticamente, attendevano, dicendo: ‘Ma va, non ci credo, vuoi che arrivino a sparare?
La Storia ci ha già insegnato troppe volte che non ne vale la pena i Ma poi... i lampi su Baghdad, violenze e
decapitazioni a Kuwait City, macerie, rovine, scarne informazioni su ciò che accadeva, tutto come sempre in ogni guerra.
Ora la guerra si è spenta anche come notizia, e spinti da un ovvio, diversivo e soporifero meccanismo della mente,
tendiamo un p0’ tutti a dimenticare e minimizzare l’accaduto. E non siamo capaci, a volle neanche per un attimo, di
ripensare che la guerra di cielo e di terra, anche se dalla maggior parte di noi vissuta ai televisori con qualche
brividino di tanto in tanto inserito tra TwinPeaks e Domenica in, lascia all’umanità decine di migliaia di lutti. E'
successo, e non pensavamo che potesse pia accadere.
bastato un uomo, canaglia e sconsiderato, a rimetterci in gioco con tutti i nostri propositi di pace.
E se avessimo solo cercato a tutti i costi la pace? Se l’avessimo cercata al di là del logico dopo tante risoluzioni e
proposte e tentativi? Se ora quell’uomo canaglia e sconsiderato non avesse di fronte a sé impotenza e distruzione, ma
ancora i dollari per comperare altre armi, credete sarebbe ora inoffensivo e rintanato in un bunker, braccato da ogni
istanza di giustizia? O non si sarebbe piuttosto ingrandito nel suo proposito di follia?
E se gli Stati delle Nazioni Unite non avessero avuto una difesa armata, davvero credete che il lupo si sarebbe
stupefacentemente trasformato in un agnello?
Perciò comprendiamo come anche al nostro governo non restasse che la tristezza e il dolore di un si alle armi.
Dovrà scorrere acqua, e non poca, sotto i ponti, prima che il disarmo nel mondo stanchi disarmo
totale. -
Il ‘90 ci aveva illusi molto, con grandi sprazzi di sereno. Ma anche se le barriere crollate non risorgeranno e le armi
riposte non verranno pià imbracciate, dovremo pur sempre mantenere efficiente la nostra Difesa, senza la quale la
libertà del nostro Paese, o quella di altri Paesi come noi, rischierebbe le beffe del primo matto che passa per la
strada.
Renzo Frusi
Conegliano