LA PROTEZIONE CIVILE NEL VOLONTARIATO |
Dicembre 1991 |
Spesso, quando si parla di Protezione Civile, si pensa subito ad una struttura di uomini super attrezzati, con mezzi
super moderni e con una direzione logistica perfetta ed efficiente, insomma una realtà affidabile,
Questo è quello che balza agli occhi delle persone quando osservano l’andamento di una esercitazione. Volontari con le
loro divise con colori sgargianti e piene di patacche, tutti con le loro specializzazioni, dal radiofonista al cuoco
dalla/o infermiera/e al gruppo cinofilo, con tende e mezzi messi in bella evidenza e dove tutti si danno un gran da
fare.
La gente, (quella poca che viene ad assistere) è contenta e curiosa, vede efficienza, preparazione, stile, correttezza.
Vede solo l’aspetto esteriore mentre la realtà ha un’altra faccia, quella della precarietà e molte volte
dell’inefficienza.
Ci sono personalismi, opinioni diverse e spesso manca quell’ umiltà che dovrebbe essere alla base di qualsiasi tipo di
collaborazione e lavoro.
Insomma, molte volte, gran parte di quello che facciamo è frutto di una preparazione parziale con attrezzature
inefficienti o trovate all’ultimo momento.
Manca realmente una cultura di volontariato a livello “professionale” non solo per mancanza di mezzi, ma soprattutto per
mancanza di direzione.
Faccio un esempio: quest’anno abbiamo partecipato all’esercitazione organizzata dall’A.N.A. della sezione di Udine a
Latisana, dove si sono allestiti parecchi cantieri che hanno operato in varie zone con degli ottimi risultati ma là non
è stato curato adeguatamente il servizio radio, e certi cantieri sono stati lasciati senza servizio sanitario.
E'
ora di smetterla di fare delle esercitazioni “spettacolo”, bisogna che ognuno di noi si convinca che è necessaria una
direzione centrale capace altrimenti avremo costruito una struttura senza testa.
Non voglio essere drastico, sarebbe controproducente nei confronti di tutti, ma se non riusciamo a convogliare le nostre
forze per costruire un gruppo dove all’interno tutti abbiano un compito specifico, con una direzione che sappia
proporre, decidere e avere degli obbiettivi chiari, finiremo per essere una armata Brancaleone.
Le esercitazioni devono servire per perfezionare l’addestramento del personale volontario in vista di possibili, futuri
interventi, con il massimo di realismo sotto una direzione che curi tutti gli aspetti, anche quelli meno visibili ma
spesso importanti, per dare un servizio il più efficiente e serio possibile.
Non è la divisa che fa il volontario ma io spirito, la disciplina, la serietà e la “professionalità”.
Una lancia però la voglio spezzare a nostro favore.
Se siamo riusciti, sia pure con varie peripezie, ad arrivare dove siamo arrivati, è merito di tutti i volontari che, con
molti sacrifici e pochi soldi, hanno creduto a quello che facevano, anche se — al di fuori della Croce Rossa che è
riconosciuta a livello Ministeriale e anche quindi viene finanziata “poveramente” dallo Stato — non esiste una vera
struttura di volontariato.
E' semplicemente scandaloso che nel nostro Paese, dopo le innumerevoli calamità naturali succedutesi in questi ultimi
vent’anni, le Istituzioni non siano riuscite a stabilire una legge sul volontariato della Protezione Civile, che stanzi
finanziamenti e che, dia la possibilità a chi opera di assentarsi dal posto di lavoro, senza perdere lo stipendio,
permettendo così l’afflusso di grande forza nelle zone disastrate.
Solo potenziando il volontariato, al quale venga garantito il sostegno dello Stato anche nella parte economica, si
otterrà dei risultati diversi da quelli conseguiti fino ad ora.
Non è sufficiente ricordare, una volta alla settimana, attraverso uno “spot” televisivo, che in Italia esistono quattro
milioni di volontari e che entrare nelle associazioni non è solo un dovere ma un obbligo morale e civile: ma ci vuole un
serio sostegno di tutte le forze politiche.
Sandro Rui
Il nucleo di Protezione Civile della sezione di Conegliano ha partecipato nei giorni 21 e 22 Settembre 1991
all’esercitazione ‘Tagiiamento ‘91” presso Latisana organizzata dalla sezione di Udine.
Alla manifestazione hanno aderito più di seicento volontari provenienti dal Veneto, dal Friuli e dal Trentino in
rappresentanza di tutta la protezione civile A.N.A. del Triveneto,
La nostra partecipazione è stata di DIECI volontari che hanno operato alla bonifica e alla ristrutturazione di una
chiesa mentre uno dei nostri medici, assieme al gruppo medico pediatrico della sezione di Trieste ha visitato circa
cinquanta bambini del luogo.
Sono state due giornate importanti soprattutto per il confronto e lo scambio di idee che abbiamo avuto con gli altri
gruppi e per fare quell’ esperienza che è alla base del nostro lavoro.
L’esercitazione si è conclusa con una sfilata per il centro di Latisana e con un pranzo sotto il segno dell’amicizia e
con un arrivederci il prossimo anno all’esercitazione che si terrà a Verona.
S.R.