BOSCO DELLE PENNE MOZZE |
Dicembre 1992 |
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La prima domenica di settembre è stata una magnifica giornata, forse un po’ rigida, che ha permesso ai numerosi
alpini, familiari e autorità di raccogliersi serenamente ai piedi del Monumentale delle “Penne Mozze” per l’annuale pia
celebrazione in memoria dei Caduti Alpini della Marca Trevigiana, ed innalzare a Dio una preghiera per tutti i Caduti di
ogni guerra e di ogni esercito.
Come abbiamo detto all'inizio, la presenza è stata numerosa, con la partecipazione dei dott. Vitaliano Peduzzi
vice-direttore e redattore de “L’Alpino”, nella veste di oratore ufficiale.
tre che di autorità civili e militari, tra cui: gli onorevoli Gianfranco Rocelli e il nostro socio alpino ing. Antonio
Cancian in rappresentanza del Governo: il consigliere nazionale geom. Lino Chies, il presidente dei Bosco Penne Mozze
Marino Dal Moro, il sindaco di Vittorio Veneto Botteon e quello di Cison di Valmarino co. Brandolini Maria Pia Altarui
sorella di Mario, la signora Imelda Reginato vedova della M.O. Enrico; Mirka Burro ispettrice infermiere volontarie e
diverse sorelle; Walter Omiccioli presidente provinciale Ass. Combattenti, Umberto Torre consigliere sezionale di
Torino; gen. C.A. Bettin ispettore Ministero Difesa con il suo aiutante di Campo cap. Castiglione; gen. Papini
comandante la Brigata Alpina “Cadore”; il gen. Ebene; col. Ventura comandante 11120 Regg. Alpini Pieve di Cadore; col.
Fresia del “Cadore”; col. Pilotto del 2°Stormo; ten. coi. Furlan comandante del Btg. “Vicenza” a Codroipo: cap. Spagnol
della compagnia C.C. di Vittorio Veneto: i presidenti delle sezioni di: Pordenone Giovanni Gasparet, di Belluno Bruno
Zanetti, di Treviso Francesco Zanardo, di Valdobbiadene Giuseppe Rossi, di Vittorio Veneto Lorenzo Daniele e l'ex
presidente di Treviso Francesco Cattai.
La nostra sezione era rappresentata dal presidente sezionale Luigi Basso e dal vice Battista Bozzoli, da molti alpini.
Numerosa anche la presenza di tricolori: 22 bandiere-labari di associazioni d’Anna, 86 gagliardetti dei gruppi ANA, 9
vessilli delle sezioni di Belluno, Cadore. Conegliano. Marostica. Pordenone, Torino, Treviso, Valdobbiadene e Vittorio
Veneto.
La significativa cerimonia ha avuto inizio con gli onori resi ai Caduti attraverso le note del silenzio e da un canto
eseguito dal Coro ANA di Vittorio Veneto diretto da Stefano Da Ros.
E' seguita la S. Messa concelebrata da don Venanzio Buosi e dal padre Vittorio Battaglia Missionario nel Senegal.
Don Venanzio, dopo aver invitato i presenti a rivolgere a Dio una particolare preghiera per i quattro Aviatori morti
tragicamente - come altri giovani militari - durante una missione di pace nell’ex Jugoslavia, ha ricordato che la vera
saggezza e sapienza viene da Dio.
E pertanto c’è il bisogno non solo di manifestare la nostra volontà di pace, ma soprattutto offrire conforto ed aiuto
agli altri operare per una moralizzazione della società e del mondo anche quando si va contro corrente; portare la
propria croce pèr gli ideali cui fa riferimento il Vangelo.
Ha aggiunto che bisogna essere giusti ed onesti con noi stessi, per esserlo con gli altri: e non puntare il dito contro
gli altri..., ritenendoci perfetti. Infine ha esortato gli alpini a perseverare nella loro missione di umana
solidarietà. Successivamente Lorenzo Daniele ha letto l’espressiva “Preghiera dei Caduti in guerra” curata dal Comitato
del Bosco delle Penne Mozze.
La cerimonia si è conclusa con l'allocuzione ufficiale del dott. Vitaliano Peduzzi.
Peduzzi, ha ringraziato il Comitato dell’invito rivoltogli e per avergli dato l’opportunità di poter ammirare lo
straordinario Monumentale, che raccoglie le “stele” delle Penne Mozze della Marca Trevigiana, poste in un colle, dove
emerge una logistica curata con esemplare diligenza, e dove vigilano due grandiose opere: Cristo in croce e la Madonna
delle “Penne Mozze”.
Di fronte al ricordo del sacrificio di questi Alpini - ha proseguito - e di questo meraviglioso scenario naturale, cui
fa cornice una flora sempre verde, non si può non commuoversi, e il nostro animo è invaso dai più profondi sentimenti
etici.
Peduzzi ha richiamato alla memoria quanti ci criticano dicendo: “Voi alpini siete della strana gente, vi dite contrari
ad ogni violenza, a qualsiasi forma di guerra e poi celebrate i fasti bellici”; c’è tanta puzza sotto il naso. Questi
non hanno capito niente! Essi non sanno che l’85% degli alpini non hanno fatto la guerra, e noi non abbiamo mai esaltato
la guerra, ma la pace e la solidarietà tra i popoli. Abbiamo un dovere anche verso CHI non è tornato e CHI è tornato
ferito nel corpo e nello spirito. Da quasi 50 anni le armi improprie degli alpini sono l’amore verso il prossimo, sono
le braccia e la mente per fare del
bene! A Milano ci hanno accolto con entusiasmo, vedendo in noi qualcosa dì diverso della corruzione e dell’egoismo. I
2460 Alpini che qui vengono ricordati hanno pagato un prezzo altissimo, a noi costa rendere loro onore. Si parla troppo
di diritti e molto di doveri. Peduzzi ha concluso la sua allocuzione dicendo che serberà un dolcissimo ricordo di quel
momento e del Memoriale:
un "Tempio" senza soffitto: in alto il Creatore di tutto. Quindi ha fatto un evviva all’Italia pulita e agli Alpini. Un
elogio va rivolto agli alpini di Cison, a Marino Dal Moro e al cerimoniere Ennio Da Re vice presidente della sezione
Vittorio. Va ricordato che il nucleo di Protezione Civile della nostra sezione ha messo a disposizione le attrezzature e
il volontariato medico e paramedico, oltre ad un servizio radio mobile.
renato brunello