LA NOSTRA SEDE... PIU' BELLA CHE MAI


Dicembre 1992

Festeggiati gli artefici delle opere e di tutti coloro che in qualche modo hanno contribuito alla sua funzionalità ed al suo abbellimento


La sala di rappresentanza con i dipinti di Renato Varese:
sullo sfondo il vecchio stemma di Conegliano e sulle pareti
laterali le insegne delle sei Brigate Alpine:
Taurinense, Tridentina, Julia, Cuneense, Orobica, Cadore.


Il simbolo della sezione di Conegliano (Varese)



Il diadema del pittore Renato Varese con il significativo
detto latino


Opera di Luigi Ostet: il vecchio Alpino guarda con nostalgia
i suoi monti.

Bisogna riconoscere che la nostra Sede meglio di così non poteva essere arredata e decorata all’interno.
Abbiamo avuto modo, in passato, di scrivere della sua funzionalità, dell’ampio spazio riservato alle varie attività, pubblicando le fotografie di tutti i locali e del giardinetto, soggiorno di tanti felici incontri estivi.
Gli affreschi emblematici della cultura alpina e di una tradizione etico-sociale, che oggi appaiono sulle pareti, danno un senso piacevole alla vista e’ un significato alla nostra storia essi sono opera del noto pittore-grafico cav. uff. Renato Varese; mentre il vecchio alpino dipinto sulla parete della taverna è del pittore Luigi Ostet, e la balaustra in ferro battuto di Luigi Zago.
Di fronte a questi preziosi lavori, agli accorgimenti e alle inventive proposte ed eseguite con professionalità da un esperto volontariato, sotto l’occhio vigile e provvido del responsabile della sede Giovanni Daccò, bisogna levarsi tanto di cappello (alpino!), e molto bene si adatta l’arcaica, ma sempre attuale, frase scritta nel mezzo di un diadema dipinto da Varese in una della pareti della taverna ‘PATRUM VIRTUTES LIBERORUM MORES FIRMANT” (le virtù del padri rafforzano i costumi dei figli).
Festeggiare la risoluzione dei lavori con chi più ha dato era doveroso, e felice è stata la circostanza della benedizione pasquale impartita alla “Casa Alpina” dall’arciprete dei Duomo mons. Romano Nardin.
Poche parole sono state pronunciate dal presidente sezionale Luigi Basso, il quale si è limitato a ringraziare tutti coloro che hanno contribuito con generosità e con vari mezzi a rendere più accogliente e più efficiente la nostra sede: “che l’apporto degli alpini, la disponibilità degli affermati artisti hanno valorizzato in tutti i sensi la nostra Casa Alpina.
Questo— egli ha detto— è per noi un punto di riferimento costante per la nostra attività, è il centro vitale, il cuore vivo e pulsante della vita associativa della nostra sezione.
Tenendo valida ed in ordine questa “Casa” noi teniamo viva la storia, anche perchè essa rappresenta una residenza storica diede i natali, esattamente cinquecento anni fa, al concittadino pittore Francesco Beccaruzzi”.
Quindi ha ringraziato il comm. Giovanni Daccò, con l’intento di esprimere la gratitudine a tutti coloro che hanno contribuito a rendere bella la nostra casa alpina.
Mentre il presidente onorario prof. Giacomo Vallomy ha reso omaggio alla memoria del “mecenate” comm. Alfredo Battistella (recentemente scomparso) alla presenza del figlio Mario, al quale ha ricordato la straordinaria ed impegnativa eredità lasciatagli dal padre, nella convinzione che saprà seguire le sue orme, augurando alla affermata Azienda sempre maggiori successi.
La commozione ha coinvolto tutti i presenti, e a molti è scaturita una furtiva lacrima.
L’incontro si è concluso nella cordiale e gioviale atmosfera alpina, gustando un’invitante rinfresco servito dal “professionista” taverniere cav: Mario De Marchi e dai suoi “aiutanti”.
Natore


Crediamo di far cosa gradita ai lettori nel riportare una breve recensione dei personaggi Varese, Ostet e Comuzzi.

Cav. Uff. RENATO VARESE
Pittore nato a Conegliano (TV) nel 1926, dagli anni settanta è presente con sue personali in Italia e all’estero. Nel 1974 diventa incisore al Centro Internazionale della Grafica a Venezia e da allora segna al suo attivo premi e importanti riconoscimenti. “Grafico di valore” ha illustrato il volume “Andar per Vini”, “Garnei”, “La grappa in versi”, “Vin da vesin” ed è vincitore del concorso internazionale per un francobollo “sulla vite e sul vino” dell’Accademia di Siena e di quello per il manifesto del “Premio Italia” indetto dalla RAI nel 1977. Suoi lavori e suoi scritti sono apparsi in numerose pubblicazioni e dalla critica artistica ufficiale che lo ha collocato tra i segnalati Bolaffi per la “pittura e la grafica” (1981) è considerato “pittore di grande misura e raffinatezza, interprete attentissimo di una civiltà veneziana categoricamente quattrocentesca”. Notevole e intensa la sua attività artistica.
Nel 1973, nell’ambito dei rapporti culturali Italo-Rumeni espone all’accademia di Romania in Roma e nel 1974, presente in alcune importanti manifestazioni europee, è premiato alla Rassegna Internazionale d’Arte Contemporanea a Parigi (Palazzo dell’UNESCO). Nel 1979 è invitato ad esporre a Londra e a Marsiglia e nel 1981 partecipa all’ART 12/81 a Basilea ed è presente con sue personali a Firenze, Venezia e Parigi.
Nel 1982 è alla 1a "Biennale Internazionale della Grafica" e nel maggio del 1984 viene chiamato, e allestisce, una sua personale a New York presso la fondazione della General Electric (Schenectady). Nel 1985 gli viene assegnato premio “Perotti” (Nazionale di Arte Sacra a Venezia) e sempre nel 1985 espone in altra sua personale all’Istituto Italiano di Cultura a Praga. Nel 1986 è presente a New York all’international Art Expo, a Londra alla International Contemporary Art Fair, a Milano, alla VII Triveneta delle Arti e alla 3° Biennale Internazionale della Grafica.
Nel 1987, su invito, partecipa alla 14a Biennale of Hungarian Gaphics a Miskolc (Ungheria). Neil 1988 gli viene assegnato il «Premio del Gazzettino del Centenario» e partecipa su invito alla 1a Biennale Nazionale di Grafica Alberto Martini. Attivo anche nel settore della ceramica, nell'ambito della scuola in vetro opera a Venezia in seno alla “Fucina degli Angeli” fondata da Peggy Guggenheim.
Sue opere figurano in collezioni pubbliche e private in Italia, Francia, Svizzera, Germania, Stati Uniti, Canadà.

LUIGIN0 OSTET
Pittore nato nel 1937 a Conegliano dove vive e lavora. Partecipa alla vita artistica da molti anni. Ha esposto sue opere in mostre personali e collettive. Ha partecipato a concorsi nazionali ed internazionali ricevendone premi e riconoscimenti.
Luigino Ostet è davvero un caso a sé, nel mondo della pittura d’oggi. Dipinge col cuore che gli batte forte. Vuole esprimere il sentimento nel mondo: pietà (sì, come nel Cristo di Antonello) ma anche strazio, angoscia, e forse rabbia, ma rabbia dolce, di uomo buono. Le sue tematiche sono quelle d’oggi: soprattutto l’inquinamento, fisico e morale; poi l’abiezione, la solitudine, la disperazione, l’amarezza di Fronte allo scempio della natura. Lo fa con una pittura tutta sua: ingenua e nel contempo sapiente, cruda e anche dolce, dolcissima.
Ha persino adottato una sua tecnica particolare (che altri cercano di carpirgli) ma sempre con l’intento che la tecnica, come l’abilità, deve adattarsi al valore dell’espressione. La pittura non è, per lui, edonismo, cioè piacere dei sensi; ma tramite di una concezione di vita. Quindi anche liberazione.

LUCIANO COMUZZI
Luciano Comuzzi è nato a Conegliano nel 1926. Si è sempre dedicato ad attività culturale e artistiche, anche se la sua opera è stata per anni appartata.
Solo negli anni sessanta, cedendo ai solleciti provenienti da Belluno (eravamo nel periodo degli incontri di poesia dialettale con Franco Perale alla guida del gruppo bellunese), si presenta alla saletta — piena di storia — degli amici del «cappello». Da quel primo impatto, Comuzzi passa con le sue ceramiche alla Fiera di Vicenza e alla Mostra internazionale dell’Artigianato Artistico di Firenze, dove consegue un buon 7° posto nella classifica di merito.
Negli anni settanta si presenta a Treviso con una bella mostra all’E.P.P.A.T., in piazza dei Signori e da quel tempo la Camera di Commercio di Treviso sceglie i suoi lavori per rappresentare il settore nelle Fiere di Padova, Vicenza e Dusseldorf. Dopo la mostra trevigiana abbandona la presenza nelle attività artistiche come protagonista e si trasforma in operatore culturale nel ruolo di Assessore del comune di Conegliano. Durante gli anni settanta viene anche nominato Presidente della neonata Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo Coneglianese e quindi gli impegni pubblici aumentano a dismisura. Non cessa però nella quiete del proprio studio — un’attività che vien continuamente filtrata da ripensamenti e da ricerche.
Da poco tempo si dedica anche ad un umorismo sottile, appena accennato, con vignette garbate e da lui chiamate «Humorgrafìe».

da “Speciale - Il Quindicinale” 20Febbraio 1988