LETTERE IN REDAZIONE


Giugno 1992

Gentilissimo signor direttore Brunello, sono una giovane donna di 28 anni e alcuni giorni or sono ho avuto splendido regalo una copia di “Fiamme Verdi”, notiziario veramente eccezionale della vostra Sezione Alpini.
Quello che più mi ha colpita è l’eccezionale fratellanza in voi, lo spirito di corpo che avete e l’Amore verso il prossimo che in voi Alpini è inimitabile! Siete eccezionali!
Vi ho scritto personalmente e in principal modo a Lei Cortese Direttore per richiederle se possibile di ricevere questo suo bellissimo giornale, gradito omaggio e magari alcune cartoline reggimentali delle varie unità, di cui mi appresto a fare collezione.
Per me sarebbe un onore poter avere questi graditissimi omaggi dal suo giornale e dalla sezione di Conegliano!
Con la lieta speranza di un suo personale riscontro ed interessamento, nel ringraziarvi altamente, mi sia consentito porgervi i più fervidi voti augurali. Molto cordialmente, con infinita stima.
La Spezia, 25/1/92
Franca Maiorano
La Spezia

Preg. Direttore del giornale A.N.A. Conegliano,
scusatemi, mi permetto di scrivervi perchè vi siete dimostrati sempre gentili e cortesi nei miei riguardi:
— perchè mi avete inviato il vostro giornale con la foto di mio marito;
— perchè (se non erro) l’8 settembre lo avete ricordato a Refrontolo durante una vostra manifestazione.
Purtroppo, quel giorno, io non sono intervenuta perchè nessuno mi aveva avvisato e ciò mi è dispiaciuto moltissimo.
Non abbiatevene a male se con questa mia vi allego una offerta, affinché da buoni alpini possiate bere un “buon graspin” in suo onore, e certamente Lui ne sarà felice, poiché andava orgoglioso della sua Arma, il “7° Reggimento Alpini”. Scusatemi se in questa triste ricorrenza voglio fare un po’ di umorismo! Ma comprendetemi!
Vi ringrazio tutti. Un caro saluto
Padova, 24/2/92
Lidia Corradini
Padova

Il commento a queste due lettere sarebbe superfluo,perchè abbastanza eloquenti; mi limito, per rispetto e dovere verso queste gentili signore (alle quali ho già risposto direttamente), anche se di generazioni diverse, ma sostanzialmente gratificanti di espressioni lusinghiere nei nostri confronti e all’indirizzo del nostro periodico, fare alcune brevi considerazioni.
Non possiamo negare il piacere che abbiamo incontrato nel leggere la grande stima cui siamo soggetti.
L’attenzione che viene rivolta al nostro modo di pensare e di agire, all’amore cui riserviamo al prossimo e all’entusiastica nostra disponibilità nella realizzazione delle opere sociali ed umanitarie.
Hanno capito che, oggi, le nostre armi improprie sono la mente e le braccia messe a disposizione della comunità, là dove c’è maggiormente bisogno.
Inoltre che noi cerchiamo, attraverso la nostra carta stampata, offrire il nostro modesto contributo al buon vivere, inculcando i principi a cui crediamo: l’onestà, la coerenza, il rispetto reciproco, in un clima di serenità, di felicità e di pace.
Ringraziamo dunque queste gentilissime signore di tutto cuore, la loro dimostrazione e testimonianza ci è di conforto e di sprone a perseverare nel bene,
R.B.

Anche il dott. Antonio Bosi, notaio in pensione di Bagnacavallo ci scrive:
«Ho ricevuto il n. 2 del vostro periodico “Fiamme Verdi”, e senza aggettivi, permettetemi che vi comunichi la mia ammirazione per la semplicità e per la compilazione che va diritta al cuore degli Alpini. Sono un coetaneo, un condiscepolo e po' volontà di Dio o per imperscrutabile disegno della Provvidenza, un commilitone di - per tutti - Alfredo di Carpi. La mia batteria — la 23° — è stata sempre, in pace e in guerra in appoggio e legata non solo sentimentalmente al Battaglione “Cadore’ Ma come sempre succede, al caro ricordo del Raduno di Tai di Cadore, la triste notizia della morte del nostro amico e vostro socio Colonnello Umberto Grando.
Il dott. Bosi, continua nella sua lettera a raccontare vari episodi dell’ultima guerra, quando, con l’allora capitano Grando, fu in Albania; in Montenegro, in Francia e in altre località, esaltandone le doti di Alpino scrupoloso, verso il quale veniva posta grande fiducia; gentiluomo e valoroso ufficiale. Dice anche che era una parte dell’anima del Gruppo “Belluno”, che oggi i superstiti suoi commilitoni lo onorano di un ricordo e di una preghiera.
Conclude con: «Vi abbraccio con affetto di cui può essere capace un vecchio. Vostro Antonio Bosi.
Noi ringraziamo il dott. Bosi per i gratificanti apprezzamenti al nostro modo di esprimerci, attraverso la stampa, che è, senza dubbio, l’interpretazione del nostro animo. Gli siamo grati per averci fornito, alcune, per noi, inedite notizie della vita militare del socio colonnello Grando scomparso meno di un anno fa.
Anche per noi, attraverso “Fiamme Verdi”, gli inviamo i più calorosi ed affettuosi auguri d’ogni bene, con un forte abbraccio.

Riceviamo dall’ ex-capogruppo di Godega-Bibano VITTORIO PADOVAN la seguente lettera indirizzata all’attuale capogruppo Ma. Giorgio Visentin, con la preghiera di pubblicarla nel nostro periodico. Noi lo facciamo a malincuore, per l’amarezza del suo contenuto.
“Caro capogruppo Giorgio Visentin, leggendo il tuo articolo apparso nel periodico “Fiamme Verdi”, nella pagina riservata ai Gruppi, e precisamente del Gruppo di Godega-Bibano, ho incontrato delle inesattezze, non so se dovute ad un imbarazzo nei scrivere come sono andate le cose in relazione al cambio dei capo gruppo; tu lo sai qual’è la differenza di lasciare un incarico a quella di esser estromesso. Sono stato capogruppo per 22 anni cioè sino dalla fondazione, con un comportamento corretto e coerente, ottenendo, viceversa, delle accuse assurde ed incomprensibili. Tutto questo mi ha fatto male, non perchè è avvenuto il cambio - sostituzione legittima dopo tanto tempo - ma per il modo poco ortodosso. Penso che pochi capigruppo si siano comportati come il sottoscritto, il quale si è impegnato per tanti anni con irreprensibilità, trascurando, alle volte, il lavoro, per poi vedersi recapitare una lettera di convocazione firmata da sette consiglieri, con un ordine del giorno maligno.
Visto che in quel consiglio non hanno ottenuto quello che speravano, cioè le mie dimissioni si sono dimessi accusando il sottoscritto e altri consiglieri di estremo potere, ma ancor di più siamo stati imputati di comportamento spudorato nei confronti del gruppo.
Essendo questi episodi accaduti qualche mese prima del rinnovo delle cariche, lascio immaginare come si è giunti alle elezioni del capogruppo.
Io in 22 anni non ho mai sostituito un consigliere per esser mancato ai consigli come viceversa, avete fatto con me.
Il gruppo si è sempre distinto, fin dalla fondazione, per le numerose iniziative, soprattutto nel campo sociale.
Mi ha stupito la stampa appesa nella nostra sede dove si certifica quale capogruppo Umberto Modolo: mi meraviglia che tu capogruppo colto e profondo in storia, non conosca la vera storia del gruppo, fino dalla sua costituzione.
Ti consiglio allora di leggere il libro della Sezione "60 anni di vita alpina a Conegliano" uscito nel 1985. Senza rancore, cordialmente.