LETTERE |
Giugno 1993 |
LETTERA RICEVUTA
Cari alpini,
sono il vostro amico, l’insegnante calabrese Giorgio Larocca.
Avevo interrotto quasi del tutto il rapporto con voi. Il motivo? Un po' d’orgoglio. Tra tanti dfetti noi calabresi
abbiamo anche questo, l’orgoglio appunto. Ad esempio, se riceviamo un’attenzione, la dobbiamo restituire. Io da voi ho
ricevuto molto; ho restituito nulla; una condizione di vero disagio. Avevo chiesto al mio Comune un po’ di terra
demaniale per farci un piccolo parco da dedicare agli alpini. Ragioni varie e soprattutto una situazione politica locale
ingarbugliata me lo hanno negato. Volevo un padiglione degli edifici scolastici da mettere a disposizione dei ragazzi di
Monastero di Lanzo per portarli al mare: stesse ragioni e stesso risultato (i miei ragazzi sono stati ospiti vostri a
Costalovara.). A questo punto ho imposto a me stesso di interrompere il rapporto.
Ma gli alpini mi hanno ripescato di prepotenza. Gli amici di Lugagnano (Vr) mi hanno voluto coi miei ragazzi ad una loro
festa e ci hanno letteralmente sommersi d’entusiasmo e d’affetto. L'entusiasmo alpino è contagioso. Tornato a casa, ho
deciso di fare in privato ciò che non ho otuto fare attraverso le istituzioni. Ho dato fondo a un po' di risparmi, ho
impegnato lo stipendio per molti anni a venire e col ricavato ho comprato un pezzo di terra dissestata che la prossima
estate provvederò a bonificare: ci farò il piccolo parco, mille alberi in onore dei mille alpini venuti a Oriolo nel
‘90; lo vorrò dedicare ad un alpinissimo di Catania che non è più, Michele Battiati. Inoltre sto trattando l’acquisto di
un altro pezzo di terra nel quale ricavare un camping da metterci a disposizione, naturalmente gratis. Se fossi ricco,
vi darei di più; vivo del mio stipendio di maestro e ho tre figli all’università che costano parecchio. Il mio proposito
è di arrivare a creare una struttura abbastanza ampia e abbastanza comoda dove possiate incontrarvi alpini del Nord, del
Centro e del Sud.
Potreste trovarci la vostra convenienza. Il mare è a due passi ed è pulito (il mare di Omero e dei suoi mitici eroi);
l’aria è la più pura, o la meno inquinata, che ancora si possa respirare (l’industria più vicina è quella di Taranto a
100 km). Chi ha interessi culturali, ha a disposizione la Magna Grecia a Crotone: chi ha interessi naturalistici, ha a
disposizione il Parco del Pollino, disorganizzato ma interessante ed il più vasto d’Europa; chi non ha nessun interesse,
può sdraiarsi sotto un pino o una quercia e riempirsi i polmoni di ossigeno e l’anima in pace. Attenti: non è uno spot
pubblicitario; non ho alberghi o agenzie turistiche o attività affini. Sono un banale maestro elementare e basta.
Questa offerta in cambio di cosa?
Di moltissimo: la vostra presenza. Dove arrivano gli alpini, lì arriva l’Italia. Sapete dei conati separatistici in
atto: il Nord vuole scaricare il Sud ed ha le sue buone ragioni; una parte del Sud vuole svincolarsi dallo stato
centrale e le sue ragioni sono molto meno buone. Questa parte del Sud è la mafia. Se ci riuscisse; sarebbe un disastro
per il Sud e per il Nord. Credete: non vi conviene avere ai confini uno Stato con la mafia istituzionalizzata al potere.
Io credo che possiamo battere la mafia al Sud e le tangenti altrove solo restaurando l’autorità dello Stato Nazionale e
delle sue leggi.
Per me chiedo una ricompensa particolare. Io ho un disperato bisogno di discutere con qualcuno dei miei problemi:
scuola, giovani, lavoro, droga, ambiente, futuro, ecc. che sono poi i problemi di tutti . Ecco, mi basta che uno solo di
voi, per un minuto al giorno e non di più, parli con me di questi problemi; senza la pretesa, ovviamente, di rovinarvi
la vacanza per fare accademia. La vacanza è sacra ed io non sono un accademico. Se verrete in Calabria, conoscerete una
terra arcaica ed aspra, ma umana; depauperata e da rigenerare, nell’interesse di tutti. Noi non abbiamo bisogno di
miliardi; abbiamo bisogno di presenza umana. Aggiungo che il posto è tranquillissimo. Non siamo tanto ricchi da far gola
alla malavita organizzata. Per informazione in proposito, potete chiedere ad un alpino di Savona, dott. Petronio,
Commissario di Polizia a Castrovillari nella cui giurisdizione si trova Oriolo.
La saluto ed una stretta di mano a tutti.
Il capogruppo di Solighetto Antonio Possamai ci ha pregato di pubblicare la lettera inviata al direttore dei "Penne Nere" periodico della Sezione di Asti.
Caro Direttore -
Vorrei, se possibile tramite il vostro giornale, rispondere alla lettera di un vostro socio inviata a Fiamme Verdi
(periodico della sezione A.N.A. di Conegliano). Conoscendone solo il nome mi sarebbe impossibile farlo altrimenti e, ciò
premesso, vorrei rivolgermi direttamente al destinatario: Albino Porro.
“- Caro Albino, scusami se uso un tono confidenziale dandoti del tu ma parlando da Alpino ad Alpino credo ci si capisca
meglio. In primis permettimi di presentarmi. sono Antonio Possamai firmatario dell’articolo "Nikolajewka e riflessioni
di un capogruppo" apparso su Fiamme Verdi del giugno scorso. Innanzitutto un grazie di cuore per la tua opinione in
merito anche se non condividi appieno quanto da me scritto, l’importante è leggere, cosa che purtroppo non tutti fanno.
Molto spesso il giornale viene usato per altri scopi, questo, mio malgrado devo ammetterlo, è abitudine anche di molti
soci del mio gruppo. Per meglio rispondere alla tua voglio riallacciarmi al finale quando suggerisci d’ispirarci agli
Stati Uniti d’America, diradando le cerimonie commemorative per i nostri caduti ad intervalli di 3 o 4 anni.
Sinceramente non posso condividere questo tuo modo di pensare: sarebbe il primo passo verso il voler dimenticare, e ciò
sarebbe molto grave perchè il passato è storia, e noi, che più o meno direttamente abbiamo vissuto quel tremendo periodo
ed altrettanto direttamente abbiamo appreso dalla viva voce dei nostri padri e non certo leggendoli con un crudo ed
approssimativo nozionismo sui testi scolastici, abbiamo il dovere, verso noi stessi e verso i nostri figli, di ricordare
questi fatti affinché nelle future generazioni non abbiano a ripetersi gli stessi errori che tanto sangue e tante vite
costarono alla nostra e alle passate generazioni.
Altro tuo disappunto riguarda questi nostri raduni domenicali che, col pretesto di ricordare i Caduti, terminano con
pranzi, canti e balli.
Su questo soglio farti una precisazione per invitarti a meglio riflettere. Questi nostri incontri si dividono in due
specie: commemorativi o di festa. I primi, come nel caso nostro, si riducono a due annuali: il 4 novembre ed a gennaio
l’anniversario di Nikolajewka. Iniziano con una S. Messa in suffragio seguita dalla posa di una corona al monumento ai
Caduti con qualche parola di circostanza. Viceversa quelli di festa possono essere ispirati da vari motivi, quali
anniversari di fondazione di gruppi o di sezione, inaugurazioni di sedi o vie, e tanti altri che non sto qui ad
elencare. Beh! Questi sono incontri nati per fare festa e perciò qualche bicchiere di vino e qualche canto non sono una
contraddizione anche se poi, come è nostra abitudine, prima di ogni festa vogliamo rivolgere un riverente pensiero a
quanti in guerra o in pace sono andati avanti, credo non sia una stonatura o una contraddizione. A mio avviso non
dobbiamo solo vivere di ricordi del passato, guai a noi se facessimo ciò; saremmo degli incoscienti nostalgici e non
saremmo di alcun esempio ai giovani. A questi dobbiamo insegnare a vivere il presente non dimenticando il passato.
Questo è il sistema di vita che è nostro dovere tramandare e soltanto facendo ciò potremo dire d’aver assolto il nostro
compito di educatori di vita, altrimenti avremo miseramente fallito il compito che la società ci ha affidato. Chiudo con
un saluto e un a risentirci.
POSSAMAI ANTONIO
Capogruppo ANA Solighetto