NOTIZIE DIVERSE |
Giugno 1994 |
GRUPPO DI CORBANESE
La signora Possamai Candida è la nuova madrina del gruppo.
La stessa ha accettato l’incarico con grande entusiasmo per la sua grande stima per gli alpini e per rendere omaggio al
fratello caduto nella guerra di Russia 1941/1943.
I PRESIDENTI DELL'ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINI
Daniele Crespi 1919
Arturo Andreoletti 1920-1921-1922
Angelo Cassola 1923-1924
Giuseppe Reina 1925
Ernesto Rubostelli 1926-1927-1928
Angelo Manaresi Commissario straordinario dal 28.6.1929, poi presidente fino al 1945
Ivanoe Bonomi dal 1946 al 1951
Mario Balestrieri dal 1951 al 1956
Ettore Erizzo dal 1956 al 1965
Ugo Merlini dal 1965 al 1971
Franco Bertagnoli dal 1972 al 1981
Vittorio Trentini dal 1981 al 1984
Leonardo Caprioli dal 1984
I DIRETTORI DE “L’ALPINO”
1) Italo Balbo dall’agosto al dicembre 1919
2) Maso Bisi dal dicembre 1919 al luglio 1924
3) Giovanni Parmithiotti dal luglio 1924 al maggio 1925
4) Luigi Chiodaroli dal giugno 1925 al maggio 1928
5) Angelo Manaresi dal giugno 1928 all’agosto 1943 (interruzione, per la guerra, della pubblicazione del giornale)
6) Giacomo De Sabbata dall’aprile 1947 al gennaio 1949
7) Alfredo Ceriani dal febbraio al dicembre 1949
8) Giovanni Gambaro dal gennaio 1950 al giugno 1954
9) Giannino Carulli dal luglio 1954 al marzo 1955
10) Giovanni Battista Callegari dall’aprile all’agosto 1955
11) Giannino Carulli dal settembre 1955 al maggio 1960
12) Alfredo Landi Mina dal giugno all’ottobre 1960
13) Francesco Vida dal novembre 1960 al marzo 1969
14) Alfredo Ceriani dal marzo al dicembre 1969
15) Giulio Bergamo dal gennaio 1979 al marzo 1980
16) Aldo Rasero dal maggio 1971 al dicembre 1978
17) Vitaliano Peduzzi dal gennaio 1979 al marzo 1980
18) Luigi Reverberi dal marzo 1980 al giugno 1981
19) Aldo Rasero dal giugno 1981 al settembre 1982
20) Mario Bazzi dal settembre 1982 all’aprile 1985
21) Arturo Vita dal maggio 1985 all’agosto 1993
22) Vitaliano Peduzzi dal settembre 1993
Nel 52° anniversario dell’affondamento della nave “Galilea”
Domenica 10 aprile la sezione di Conegliano ha partecipato con il vessillo alla cerimonia religiosa in commemorazione
dei Caduti della Divisione “JULIA” a Muris di Ragogna.
È stata una bella e sentita manifestazione con larga partecipazione di Alpini e familiari.
Erano presenti: un picchetto armato alpino e la fanfara della Brigata “Julia”; oltre alle rappresentanze alpine di varie
sezioni, erano presenti quelle dei Carabinieri e della Marina.
Rappresentavano la nostra sezione i Consiglieri Luigi Maretto e Bruno Danieli e della marina il maresciallo capo Bruno
Carletti.
La rappresentanza a Muris di Ragogna
LA MADONNA DELLA NEVE TRA LE MURA DI CONEGLIANO
Il libro “LA MADONNA DELLA NEVE TRA LE MURA DI CONEGLIANO” curato da Silvano Armellin e Giorgio Fossaluzza vuole
essere un contributo per meglio conoscere una parte della storia cittadina attraverso le scoperte di tipo archeologico
ed artistico rinvenute durante i lavori di Restauro dell’Oratorio negli anni 1990-1992.
Nel libro, il professor Fossaluzza da un significativo contributo alla conoscenza della pittura coneglianese nella prima
metà del 1500, epoca in cui svolge l’attività pittorica in città Francesco Beccaruzzi, pittore coneglianese, nato nella
casa oggi sede della Associazione Alpini di Conegliano.
I contenuti di questo libro, presentato il 4 Giugno 1993, hanno voluto celebrare il V centenario della nascita del
pittore.
LA CHIESA, LO STATO, I MILITARI
E' con viva soddisfazione che presentiamo il libro “LA CHIESA, LO STATO E I MILITARI” dell’autore don EZIO BUSATO, da oltre vent’anni Cappellano militare di ruolo, cioè in servizio permanente effettivo, nativo di Sossano (Vicenza). L’opera è frutto di una ricerca attenta ed appassionata dell’Autore, su un tema di grande interesse: uno studio comparato fra quanto l’Orientamento canonico e quello civile affermano sul Cappellano militare. Scorrendo i vari capitoli, si coglie subito l’intento dell’Autore di voler fare un ‘ampia trattazione di come, nel tempo, - c’è infatti una vasta panoramica di carattere storico - la cura pastorale dei militari si è venuta formando, dai primi secoli del cristianesimo fino all’ultimo documento ecclesiale, la costituzione Apostolica “Spirituali Militum Curae” del 1987 e a quanto, comparativamente, la legislazione civile ha stabilito, fino all’ultimo dispositivo di legge, la n. 512 del 1961, tutt’ora in vigore.
Si riflette ormai sulla vita quotidiana e sul morale di tutti noi, la considerazione di quanto l’italia stia
navigando in acque putride. Ci salviamo illudendoci di salvarci, ma qualcuno sostiene che l’illusione è stata, in fondo,
la scusa per sentirci ricchi e sereni negli anni ottanta.
In quegli anni ci sentivamo crescere, e certo ci siamo anche un po’ viziati: “Stasera mangio al ristorante” e “Cambio
auto a fine leasing” erano i motti di quel tempo. Ora i ristoranti lavorano meno, e anche le immatricolazioni calano, ma
non è questo il peso che avvertiamo.
E’ che ci sembra incredibile ciò che i telegiornali ci dicono.
Ci parlano di ruberie politiche (e noi accusiamo i politici), ci parlano di tasse nuove (e noi diciamo che è ora di
finirla e di non pagare e poi paghiamo), e di tasse sempre più inique (e noi diciamo che non sanno governare). Ci dicono
che troppa gente muore in automobile (e noi diciamo che correvano troppo), che la mafia colpisce (e noi diciamo tanto è
al sud), che la violenza cresce (ma i nostri figli sono bravi ragazzi). E poi ci raccontano che chi ha rubato viene ora
giudicato, ma anche tra i giudici non tutti sono per bene. Dicono che il Governo lavora, ma abbiamo tristi sensazioni,
per esempio che non voglia essere giudicato sottoponendosi a nuove elezioni democratiche. E poi guerre, in tutto il
mondo guerre, che durano da troppo.
Con qualche scusa tuteliamo, spesso, in modo gretto, pauroso. ciò che ancora possediamo. Alcuni, anzi molti, goffamente,
pensano di difendere con mezzi furbi e personali, la propria famiglia dall’incertezza del futuro.
E così, grazie anche ai giornalisti che sembrano compiacersi della gravità di certe notizie tristi e sconfortanti,
piombiamo nell’egoismo e nell’autodifesa.
E allora cominciamo a rinunciare a crescere, e parlo di crescita morale, non più Nazione ma microcosmi isolati, per
tutelare ciò che siamo.
“No se sa da dove ciòr par dove andar”.
Nulla dà più fiducia. Nei condomini si chiudono le porte blindate con chiavi di sicurezza, fra dirimpettai ci si saluta
appena. Viviamo, ma all’incontrano, la crescita del dopoguerra.
E noi Alpini? Noi Alpini abbiamo ancora motivo di sperare.
Ora più che mai, cari amici “col capel fracà”, dobbiamo restare simbolo di aiuto verso gli altri, di apertura ai valori
dell’animo e della religiosità spontanea che ci accomuna, della solidarietà, della tradizione e della Patria che la
Storia ci ha dato, senza scordare mai, anche se è lontano nel tempo, il sacrificio di tanti di noi. Non critichiamo i
vertici, se non viviamo in pieno sacrificio il nostro impegno alla base, non ipotizziamo un’italia più onesta e più
altruista.
“No se sa da dove ciòr par dove meter”.
In coneglianese vuol dire che c’è il marcio dappertutto. Corriamo alle armi, dunque, ancora una volta, e siano le nostre
armi morali. Noi Alpini, col marcio, non avremo mai confidenza.
RENZO