PROTEZIONE CIVILE |
Giugno 1995 |
Il 5 novembre, una violenta ed improvvisa alluvione colpiva le province di
Alessandria, Asti e Cuneo. La televisione informava che i fiumi e i torrenti
erano straripati ed avevano sommerso vaste zone spazzando via ponti e strutture
vitali per i centri della zona. Fiumi di troppe parole ed immagini hanno
accompagnato questo tragico evento, parole ed immagini che hanno portato nelle
case di tutti gli italiani le disperazione di quelle persone che avevano visto
sparire in poche ore anni di sacrifici.
In mezzo a tutto questo, migliaia di
alpini hanno lavorato per più di due mesi a liberare case, strade, fabbriche
dal fango, portando conforto e speranza. Anche la Protezione Civile Sezionale ha
dato il suo contributo partecipando con 18 volontari divisi in tre turni di
lavoro di una settimana ciascuno e operando nelle zone di Asti e Canelli.
Immediatamente centinaia di Volontari tra cui 250 Alpini in congedo si sono
riversati ad Asti, Alessandria ed in altre zone alluvionate per dare aiuto
alle popolazioni colpite.
Dopo dieci giorni una squadra della Protezione Civile della nostra sezione
partiva per Asti armata di pale per pulire le case e gli scantinati rimasti
prigionieri del fango.
Altri volontari nelle settimane seguenti hanno dato il loro contributo per
portare un po' di speranza a uomini e donne che avevano perso gran parte dei
loro beni.
Se quantifichiamo il contributo in Volontari e in ore di lavoro ci rendiamo
conto di quello che è stato lo sforzo profuso dalla nostra Associazione per
contribuire a ripristinare le zone colpite.
Eravamo in tanti ad Asti, Alessandria, Canelli, Ceva ecc. ma non c'eravamo
solo noi altri volontari hanno operato per far tornare alla normalità le città
alluvionate.
Una parte dell'Italia, quella dei VALORI, ha potuto, non con le parole ma
con i fatti, mettere in pratica uno degli aspetti migliori della società
civile, la solidarietà.
Ma a distanza di alcuni mesi, dopo questo bel esempio di altruismo, la situazione
sembra non essersi normalizzata.
Molte attività commerciali non sono ancora ripartite e il pericolo di alluvioni, a
causa delle montagne di detriti che si trovano negli alvei dei fiumi, è
ancora incombente.
Qualcuno si chiederà come mai questo?
La risposta è semplice, non è stato dato ancora nessun aiuto finanziario.
Promesse ne sono state fatte tante, ma i contributi stentano ad arrivare.
Ma se ricordando i terremoti del Friuli e dell'Irpinia dove i fiumi di denaro
sono stati spesi per la ricostruzione un quesito viene alla mente; come mai
nell'Astigiano e nell'Alessandrino non è arrivato niente?
Non voglio far polemiche ma per chi ha lavorato in mezzo al fango a contatto con
la gente che non sapeva se poteva riaprire il negozio o poteva rientrare nelle
proprie case pericolanti per il nostro lavoro e per quella gente, soprattutto
per quella gente, a noi “ci viene un po' di rabbia!”.
Speriamo, anche dopo le polemiche sollevate recentemente dall'opinione pubblica, che la
situazione migliori.
Sandro Rui