IL RICORDO DELLA FIACCOLA DI MASO |
Dicembre 1995 |
Dal tripode ardente a
fianco del monumento sopra Dardago, si è snodata una staffetta di tedofori,
che ha unito il tragico luogo.
C'era tanta gente a far corona all'accensione
della prima fiaccola. Lassù, ove
perenne rimane il ricordo della tragica morte del cap.
Pietro Maset, medaglia d'oro al v.m.
Quanti Alpini!
Oltre ai coneglianesi, molti di quelli della sezione di Pordenone, tra
i quali il presidente Giovanni Gasparet, il delegato di zona Giovanni Lot, il
capogruppo di Caneva Giovanni Coan, quello di Budoia F. Carlon e dei gruppi di
Aviano, Giais, Malnisio, Marsure, Polcenigo, S. Martino Campagna, S. Leonardo
Valcellina.
La sezione di Conegliano, presente con il labaro e molti
gagliardetti, era rappresentata dal presidente Luigi Basso.
Mentre l'Arma dei Carabinieri presenziò con il suo Comandante.
Tanta emozione aleggiava intorno, quando in un ambiente così alpino si
sono levate le note struggenti del "SIGNORE DELLE CIME".
Il
tedoforo ha sostato immobile con la fiaccola accesa fino al termine del brano
musicale, poi seguito dallo sguardo umido dei presenti ha iniziato con passo
sicuro la sua corsa verso le colline di Conegliano.
Lungo il percorso ho
visto ad intervalli bandiere tricolori, ho scorto anche una donna anziana,
vestita di nero, con il fazzoletto in testa, la quale, al passaggio della
fiaccola, si è fatta il segno della croce.
Al suo fianco un giovane alpino in divisa salutava sull'attenti.
Non
dimenticheremo, Maso, finché Dio ci terrà in vita e finché ci sarà un
Alpino.
T.D.