CUORE E SENTIMENTO DELLE PENNE NERE


Giugno 1995

Cammino con mio figlio Giuseppe, che ha quattro anni, lungo il viale Spellanzon, che mi piacerebbe vedere in festa per gli Alpini che domani verranno. 
Ma il tempo è grigio: piove un po', e le bandierine sui tigli sono di nylon, un po' bruttine, e le puntine che le fissano alla corteccia sono tre, troppo poche, cosi si spiegazzano col vento di questo giugno inclemente. 
Spiego a Giuseppe che dobbiamo intervenire, e mettiamo cosi ad ogni bandierina, io e lui, due puntine in più. Lui tiene la scatoletta e io spingo col dito nella corteccia e penso. 
Penso a cosa potrebbe significare per lui, ben dopo il 2000, sentirsi alpino. 
Certo, spero, non solo il ricordo delle puntine con papà, né il piccolo cappello fuori ordinanza che gli ho prestato per l'occasione. 
Penso serenamente che potrebbe trattarsi di un volontariato ancora più organizzato e ancor più nobile di adesso, magari finalmente svincolato da quei discorsi ormai triti e noiosi anche per noi, che vestono pur sempre su fascismo e resistenza. 
Fatto quel netto taglio, che appare ormai dovere verso il buon gusto e il desiderio di pace che tutti nutriamo, mi piace tuttavia pensare che anche per mio figlio il senso di tutte quelle vite e tutti quei volti che l'orrore della seconda guerra mondiale si portò via possano restare un simbolo. 
Volti di uomini senza etichetta ideologica, né rossi, né neri, solo sorridenti, solo coerenti così l'amore per la vita, quella stessa che persero, tutti animati dalla propria buona fede, anche per noi.
Volti cari e tutti uguali per il cuore, per il cuore di ieri di oggi e di domani. Quel cuore, piccola sede di sentimenti grandi, che di fronte ai caduti può solo essere rispettoso e commosso.
Che bello sarebbe se Giuseppe, che ora ha quattro armi e la scatoletta di puntine in mano, la sua guerra, pur nel sacro ricordo di chi lo precedette per dargli ciò che ha, la combattesse contro le calamità della natura e dell'invincibilità di alcuni uomini. 
Sarebbe ancora un alpino se lottasse contro l'egoismo dei pochi che diffondono immoralità e morte, che inquinano il vivere semplice ed onesto dei più, che trovano nel mondo il loro posto solo nello squallore di un articolo in cronaca
Sarebbe ancora un alpino se intorno a sé sapesse coalizzare forze e persone buone, improntate solo alla semplicità e al lavoro.
Quanti pensieri ... !
“Papà ti è caduta una puntina, attento a non metterci sopra un piede!". Lo accarezzo. Si preoccupa per me e condivide. Forse anche lui, che Dio lo aiuti, è già un alpino.

Renzo Frusi