IL NUOVO MODELLO DI DIFESA |
Dicembre 1995 |
Giovedì 16 novembre 1995, ospite del Lions Club di Vittorio
Veneto il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito generale Bonifazio Incisa di
Camerana ha tenuto una interessante e vivace conferenza sul tema di grande
attualità del "Nuovo Modello di Difesa" presentato in Parlamento il
26 novembre del 1991, aggiornato nel corso del 1993 e tuttora oggetto di
lavoro da parte delle Commissioni di Camera e Senato che ne stanno curando la
stesura definitiva.
Era presente il Vice Presidente Nicola Stefani che ci
riporta alcuni dei passaggi nel corso dei quali si è accennato alle Truppe
alpine e alcune delle "provocazioni" lanciate dall'autorevole
conferenziere che possono essere spunto per un più rapido dibattito
associativo.
Constatato preliminarmente che la nostra Costituzione considera
la difesa della Patria un obbligo collettivo nazionale e che i mezzi di
sostentamento dello strumento militare derivano dal gettito fiscale se ne
ricava come sia subordinata alla volontà politica la gestione delle Forze
Armate e come le stesse siano lo specchio fedele della nostra società.
Non
ci si deve fare nessuna meraviglia se si parla di riduzione: direttamente o
indirettamente, attraverso le mozioni dei nostri rappresentanti politici, la
società italiana dichiara di non essere più disposta ad accollarsi gli oneri
di
un Esercito come l'attuale sia sotto il profilo economico che
culturale.
Ricorreremo a dei volontari:
- costano di più, ma, essendo
maggiormente qualificati e motivati, ne occorrono di meno;
- passeremo, progressivamente, dalle attuali 19 Brigate a 15 e poi a 13
composte per il 60% circa da volontari compreso anche personale femminile, e
per il restante 40% da Militari di leva che continueranno ad essere il simbolo
concreto dell'integrazione della Nazione;
- l'attuale quadro politico
geografico di estrema incertezza
fa propendere per uno strumento militare
capace di operare anche "Fuori Area" con elevati standard di
prontezza operativa e capacità di integrazione ai fini di missioni
internazionali.
- I tagli ci sono e ci saranno ancora, ma gli Alpini non si
toccano, ovvero sono la specialità della fanteria che subirà il taglio meno
pesante; si passerà dalle attuali 4 Brigate a 3 Brigate alpine con una
riduzione del solo 20/25%, a fronte di tagli che per altri Corpi toccano anche
il 50/60% (e questo in virtù del fatto che gli Alpini rappresentano
il modello ottimale di fanteria leggera idonea per operare in tutti gli
ambienti, con particolare attitudine per le aree a basso indice di
percorribilità, n.d.r.).
Questi in estrema sintesi i lineamenti
fondamentali della ristrutturazione, ma, ha continuato il Capo di Stato
Maggiore dell'Esercito, i problemi non sono tra i tecnici, la ristrutturazione
è una necessità che coinvolge tutti i Paesi occidentali, Stati Uniti
compresi, i problemi nascono dalla cronica mancanza di una decisione coerente
e certa sul da farsi, dalla abitudine nazionale di dire e fare tutto e il
contrario di tutto.
Si parla volentieri di volontari, ma si tace dei
problemi logistici, economici e di qualificazione professionale, che la scelta
comporta. Non si parla affatto di
quel 40% di giovani che verranno, nonostante tutto, pinzati per assolvere in
prima persona al sacro dovere di prestare il servizio di leva e che
leggeranno, al pari dei coetanei obiettori di coscienza, sugli annunci
economici dei giornali: AAA militesente cercasi per assunzione immediata,
magari pochi giorni prima di partire. Si
piange quando un giovane di leva perde.la vita o resta coinvolto in un
incidente di servizio, non si piange se ciò accade ad un Volontario, ovvero a
un Ufficiale o Sottufficiale in servizio permanente.
E ancora le mamme,
sempre in trepida attesa, che sottovalutano i propri ragazzi e vorrebbero
sostituirsi a loro in ogni occasione pur di risparmiargli la fatica di
maturare, si renderanno mai conto che i loro figli in grigioverde hanno dato e
danno delle prove encomiabili di bravura, umanità, professionalità e senso
del dovere... senza il bisogno della maglia di lana, delle loro amorevoli cure
o saporita cucina? Qualcuno ha
mai capito qualcosa sull'«effetto pizzeria», ovvero quello strano fenomeno
che prima porta i cittadini con i Sindaci in testa a manifestare vivacemente
contro i militari della Caserma, tal dei tali, e poi alle prime voci di
chiusura e trasferimento da quella sede, li riporta a protestare al fine di
scongiurare l'evento?
Nessun vittimismo in queste considerazioni e in
moltissime altre, piuttosto la rivendicazione al principio della chiarezza e
della obiettività o quantomeno all'onestà, che deve essere alla base di ogni
conversazione avente per oggetto le Forze Armate.
Le ultime battute
dell'importante conferenza sono state rivolte alle Associazioni d'Arma e, dato
il contesto, tra le righe, in particolare all'Associazione Nazionale Alpini,
in primo luogo, ha ricordato il capo di Stato Maggiore dell'Esercito c'è
sempre grande amarezza ogni volta che si procede allo scioglimento di un
reparto, e proprio per questo ancora più oggi di ieri le Associazioni d'Arma
si debbono fare carico di tenere sempre vivo il ricordo delle unità
soppresse, perpetuandone le tradizioni; in secondo luogo, la conservazione
delle Brigate Alpine passa anche attraverso una maggiore sensibilizzazione e
diffusione tra i giovani della storia e cultura delle penne nere, incentivando
l'arruolamento dei volontari anche nelle regioni di reclutamento alpino.
N.S.