GLI AUGURI DEL PRESIDENTE


Dicembre 1996

Ora che le giornate si sono accorciate e che la bruma avvolge ogni cosa è piacevole, di sera, star seduti di fronte al caminetto acceso. La mente, deposti gli affanni della giornata di lavoro, stimolata dal silenzio interrotto solo dal crepitio del fuoco, si inoltra lungo i sentieri della memoria.
Come non poter ricordare coloro che, prima di noi, tra mille stenti e privazioni, hanno lottato per la nostra Patria e per difendere l'onore della nostra Bandiera?
E il cuore mi porta immediatamente a pensare a quegli Alpini che, stesi sul ghiaccio, tra i morsi lancinanti delle ferite e della fame, hanno reso l’ultimo respiro ai campi di prigionia, sulle nostre belle montagne e nelle steppe desolate dell’allora Unione Sovietica.
E come proprio per ricordare quel loro sacrificio siamo cinquant’anni dopo in Russia, a Rossosch, sede dell’allora comando del 4° COMILITER, a costruire un asilo per centoventi bambini del posto. Siamo tornati a costruire quello che, in qualche modo, qualche decennio prima volevamo distruggere.
Con questo gesto non abbiamo solo costruito qualche muro, ma abbiamo cercato e,. sicuramente siamo riusciti a costruire un luogo di incontro e di crescita culturale, ma soprattutto di amicizia e fratellanza tra i nostri popoli.
Penso anche a quei quaranta bambini, di diverse nazionalità, che abbiamo adottato a distanza dando loro i mezzi necessari per frequentare la scuola.

Sappiamo tutti quanto l’istruzione sia importante e quanto essa sia indispensabile per lo sviluppo e la pacificazione delle nazioni.
Qualcuno potrebbe pensare che queste nostre iniziative siano gocce d’acqua gettate in un deserto assetato. Questo è vero, sono piccole cose, ma è dalle piccole cose che, a volte, scaturiscono enormi cambiamenti.

La fiamma di una candela è piccola e debole, ma da sola riesce a squarciare le tenebre fitte di una stanza e può provocare un grande incendio.
Il mio augurio, quindi per il Natale che è alle porte, non può essere altro che un invito a perseverare nella solidarietà, questa piccola fiamma in grado di cambiare le cose.
Non dobbiamo scoraggiarci se le cose da fare sono tante e gli ostacoli sembrano insormontabili se resteremo uniti ce la faremo, perché la parola “pessimismo” non esiste nel vocabolario del buon Alpino.

Ringrazio tutti color che nel 1996 hanno collaborato nei Gruppi e nella Seziona,e certo di ritrovarvi, il prossimo anno, tutti pronti a lavorare con rinnovato vigore ed entusiasmo per la nostra Associazione e per la Società intera.
Da buoni Alpini, teniamo sempre in alto il nostro morale con l’augurio che l’anno che verrà sia più proficuo per tutti.
A voi Alpini e alle vostre Famiglie i più sinceri Auguri dal Vostro Presidente

Paolo Gai