IL SALUTO DEL NUOVO PRESIDENTE


Giugno 1996

Cari Alpini,
Ho ricevuto con soddisfazione l'incarico di presidente della nostra Sezione di Conegliano.
E' un impegno che mi accolto con gioia, anche se gravoso per la responsabilità che ne deriva.

Sarà mio dovere assicurare un buon andamento a tutta la Sezione che conta più di cinquemila iscritti e il mio impegno sarà diretto a coordinare l'attività di tutti i gruppi, per garantire che tra di essi ci sia la massima collaborazione e chiarezza, oltre che nei rapporti interpersonali, anche con il consiglio e la presidenza.

Il dialogo fraterno deve essere alla base di ogni iniziativa alpina per poter far fronte con serenità alle difficoltà che incontreremo sul cammino della nostra associazione. Darò ogni sforzo possibile per essere sempre a fianco di coloro che lavorano per il raggiungimento di tutti quegli scopi che ogni gruppo alpino si prefigge, perché venga mantenuto e rinnovato il prestigio che la nostra associazione gode presso la società civile.

Un pensiero che sempre mi sta a cuore è quello dei giovani che, nonostante tutto quello che si dice sul loro menefreghismo e la loro indolenza meritano tutto il nostro appoggio ed impegno.
Sono certo che tra i giovani ci sono quelle energie vitali ed indispensabili al rinnovamento, non solo della nostra Associazione, ma dell'intera comunità civile.
In mezzo a noi, meno giovani, troveranno amicizia, sostegno ed incoraggiamento, e l'esperienza li farà diventare uomini veri e liberi.
Siamo tutti invitati a dare il nostro contributo perché si riscoprano quei valori, essenziali per la vita, che sembrano persi, ma, in realtà sono solo assopiti.

Certo di avere il consenso e la collaborazione di tutti i capigruppo, cercherò di ampliare e potenziare la protezione civile, per essere sempre pronti ad intervenire, con generosità e competenza, in caso di calamità.
Penso anche al gruppo sportivo che ha bisogno di essere rivitalizzato e sostenuto per poter coinvolgere i più giovani appassionati delle varie discipline sportive.
Non voglio dimenticarmi dei Reduci di tutte le guerre, che restano sempre “la nostra avanguardia”: a loro dobbiamo guardare con riconoscenza perché il loro il loro sacrificio di ieri ha permesso, a noi tutti, oggi, di vivere nella libertà.

Conto, in modo particolare, sull'amicizia dei vicepresidenti e dell'intero consiglio, espressione di tutti gli iscritti: invito loro ad essere uniti, perché, con la nostra unità, siamo sicuramente in grado di dare un segnale forte a questa nostra società, tanto travagliata da divisioni e contese.

A Voi tutti, alle Vostre famiglie, a tutti gli amici, il mio cordiale saluto e augurio di ogni bene.

Il presidente
Paolo Gai