Intervista al Presidente della nostra sezione |
Giugno 1996 |
Paolo Gai, imprenditore edile di Pieve di Soligo, è il nuovo presidente della sezione di Conegliano dell'Associazione Nazionale Alpini. Una soddisfazione giunta dopo anni di lavoro e di attaccamento a questo gruppo, e, per la precisione, sei anni trascorsi da consigliere e due da vice presidente. Da sempre socialmente impegnato, con un occhio di riguardo nei confronti dei giovani, è stato nel lontano '78, uno dei fondatori della filarmonica di Pieve di Soligo, e per ben sedici anni ne è stato alla guida. Lo incontriamo nel suo ufficio pievigino.
Signor Gai cosa l'ha spinta a candidarsi?
“Innanzitutto l'affetto che
da sempre provo nei confronti della Sezione di Conegliano e degli alpini in
genere. Poi il rendermi conto del gran merito degli uomini che formano questo
gruppo: onesti e leali, sempre disponibili ad aiutare il prossimo e la comunità.
A questo proposito voglio ricordare tutto il Consiglio Direttivo: il pres.
onorario Giacomo Vallomy, i tre vicepresidenti Renato Brunello, Luigi Maretto,
Nicola Stefani, i consiglieri Silvano Armellin, Martino Bertuol, Battista
Bozzoli, Alessandro Ceschin, Gianfranco Da Dalt, Gianni Dal Cin, Giuseppe De
Nadai, Silvano De Luca, Nino Geronazzo, Luciano Giordan, Luigi Grando,
Gilberto Loschi, Giovanni Lot, Mario Marciano, Piero Polo, Stefano Stefani,
Davide Tardivel, Giuliano Zanin, il consigliere nazionale Lino Chies,
l'efficientissima segreteria gestita da Mirko Cadorin, Claudio Lorenzet e
Michele Pilla, infine gli alfieri Bruno Danieli, Fabio Bulfoni, Marsilio
Rusalen. Insomma tutte le persone valide sulle quali poter contare”.
Cosa significa essere alpini al nostro tempo?
“Vuol dire far parte della
famiglia alpina, incarnare i valori di volontà, di fratellanza, di solidarietà.
Essere presenti dove occorre per aiutare chi ha bisogno, come hanno fatto
molti di noi in Valtellina. Vede, ogni comune ha un monumento, un ritrovo, un
simbolo che testimonia la presenza degli alpini. L'alpino è una presenza
costante per la società, ma soprattutto per la propria gente”.
Qual'è il messaggio che un alpino oggi può trasmettere ai giovani?
“lo gli direi: fate
l'alpino. Occorre vivere questa esperienza per capirne a pieno il significato
e i principi che ti può insegnare. lo consiglierei di cuore ai giovani di
affrontare l'anno del servizio militare con spensieratezza, cercando di fare
tesoro per imparare ad affrontare la vita al meglio. In occasione della 69a
Adunata degli Alpini ad Udine è stata consegnata dal Presidente della
Repubblica la medaglia al valor civile per la presenza degli Alpini ad Asti.
La nostra è stata l'unica associazione decorata.
Qual'è il suo progetto per il futuro?
Desidererei far qualcosa per i
disabili, riuscire a far collaborare i vari gruppi alpini con quelle famiglie
che si trovano in gravi difficoltà. Già a Mareno di Piave abbiamo costruito
un laboratorio per loro e a Conegliano all'Istituto “La Nostra Famiglia”
abbiamo realizzato un “percorso vita”. Gli alpini negli ultimi tempi molto
hanno fatto per le nostre zone e molto continuano a fare. Il 27 aprile verrà
inaugurata una chiesetta realizzata dal gruppo di Orsago, a Falzè si sta
completando la scalinata del Pedrè, ed a Collalto è giunta quasi alla fine
la sistemazione del vecchio percorso che porta al Castello. Tutte
testimonianze di uomini che in silenzio lavorano ed operano per la gente della
loro terra.