LETTERE AL DIRETTORE |
Dicembre 1996 |
Signor Brunello, la ringrazio per il vostro Periodico "Fiamme Verdi", che
ricevo puntualmente, e che trovo bello, ben curato ed interessante.
Invio
il mio contributo, quando posso; anche se gli anni passano, tuttavia desidero
che il ricordo di mio marito Mario Corradini sia sempre vivo in tutti.
Indirizzo
sempre a lei, non so esattamente se ciò è corretto, ad ogni modo la
ringrazio per la sua cortesia e le invio i più cordiali saluti.
Lidia Corradini
Padova
Cara Signora Lidia,
la ringraziamo per i lusinghieri apprezzamenti rivolti al nostro periodico, che
cerchiamo, nei limiti possibili, di migliorare sempre.
Le siamo
grati anche per il costante e generoso contributo. In questo modo Lei tiene viva la memoria, anche tra gli
alpini, del suo caro Mario.
Le
auguriamo affettuosamente un santo e sereno Natale, e un anno nuovo in un
clima di quiete familiare, di fraterna amicizia, nella salute e prosperità.
Un
abbraccio da tutti noi; cordialmente.
R.B.
Pubblichiamo di seguito la lettera inviataci dal giovane Daniele Borgo di Susegana. Come
redazione lo ringraziamo sia per il contenuto della stessa che per le parole
di apprezzamento nei confronti del periodico "Fiamme Verdi".
Ne approfittiamo anche per ricordare che il periodico è aperto a tutti coloro
che intendono intervenire, ovviamente su questioni che possano avere attinenza
con la vita alpina, e le lettere vanno indirizzate a "Fiamme Verdi",
Via Beccaruzzi 17, 31015 Conegliano.
Susegana, 12.07.1996
Oggi, per la prima volta, ho ricevuto il periodico delle «Fiamme Verdi».
L'impressione che ne ho tratto è stata positiva. Leggendo
il contenuto mi sono subito reso conto di quanta fatica e spirito di corpo
deve costituire per Voi questo periodico.
E in effetti, un periodico come «Fiamme Verdi», così semplice e
vigoroso nei contenuti morali e di amicizia, è unico nel suo genere.
Contenuti morali, dunque, che io apprezzo e che
questo mondo, così avanzato in tutti i rami della scienza e della tecnologia,
sembra abbia quasi perso.
E non solo: anche la mancanza di punti cardine di riferimento come la famiglia o
le Istituzioni, oggi un po' in crisi, rendono molto più problematico
l'inserimento e la permanenza in un mondo quasi completamente imperniato su
valori materiali e, talvolta, a sfondo edonistico.
In parte ha ragione il Sig. Gai
quando, alla pagina due dell'articolo "Il saluto del nuovo
presidente", afferma che un pensiero particolare lo ha per i giovani,
talvolta però un po' indolenti e menefreghisti.
Certo, non può che far piacere questo interesse che il nostro
Presidente ha per i giovani ma, a proposito degli aggettivi usati si faccia
attenzione: che questo modo abbastanza comune e sbrigativo di esprimersi non
costituisca una sorta di "refugium peccatorum" per nascondere altre
mancanze. Come penso fosse nelle
intenzioni e nelle convinzioni del nostro Presidente, la degradata condizione
giovanile è dovuta anche a mancanze istituzionali e sociali in perenne stato
di crisi.
Il giornale, come dicevo, riesce bene nella salvaguardia di valori sani e
morali. Valori che, come si sa,
possono essere mantenuti presenti anche con i proverbi che oggi, ormai, non
vuole ricordare quasi nessuno. E pensare che questi proverbi sono stati meditati e
tramandati da padre in figlio attraverso delle persone che hanno sofferto la
fame, la guerra e l'emigrazione.
Persone che magari oggi non ci sono più e che non hanno voluto, durante le loro
afflizioni, dimenticare ma semplicemente ricordare per migliorare se stessi e
gli altri. Un grande spirito di
altruismo che la redazione del giornale, malgrado la probabile indifferenza di
qualche lettore, sa adeguatamente trasmettere.
Questa dei proverbi è una pagina (ma non è la sola) che, come vedete, mi sta molto a
cuore e pertanto vi incoraggio a inserirla sempre nel giornale.
Sento anche il bisogno di congratularmi per gli sforzi che continuate a fare, anche
a livello nazionale, per rendere la associazione apartitica: certo, non sarà
e non è una impresa facile vista la situazione non troppo felice della nostra
Italia.
Le varie componenti di spinta secessioniste, infatti, si stanno facendo sentire come
non mai e anche «Fiamme Verdi», in coerente sintonia con la linea
prospettata dall'A.N.A., cerca di rivalutare costantemente concetti cari a
tutti coloro che hanno sacrificato la vita per rendere la Patria unica e
indivisibile.
La cosa che invece mi rende un po' perplesso è che da tempo, nel pieno
disinteresse di certi politici, si cerchi di abbattere il Corpo Alpino.
Tutto questo con una mancanza di considerazione e rispetto per i nostri
"veci" che, con le loro azioni, hanno saputo rendere alto il nome
del nostro Paese.
Eroismi e sacrifici che, talvolta, non sono serviti proprio a nulla, se non a mietere
morti e stragi inutili.
Ma in silenzio e con abnegazione gli Alpini, da bravi soldati, hanno sempre
obbedito.
Anche quando sono stati coinvolti in guerre sanguinose quanto inutili che avevano
come unico scopo la sete di grandezza di alcuni dittatori, più o meno
evidenti. E' proprio vero,
"quos vult iupiter perdere, dementat prius".
O, più o meno, quando Giove vuole condannare qualcuno, prima lo fa diventare
matto.
Questo è quello che anche mio nonno, Aiutante di Battaglia della Grande Guerra,
pluridecorato sul campo, medaglia d'Oro e d'Argento, Guerra dell'Adamello e
della Libia, ha voluto sempre insegnarmi.
Guerre assurde e incomprensibili agli occhi delle persone che le hanno
vissute, ma anche all'umile cospetto di qualche giovane come me che, benché
non ha visto e provato, modestamente e tardivamente potrebbe immaginare.
Che il buon Dio ci tenga lontano dalle guerre e soprattutto dalle persone che le
vogliono.
Di fronte a tutto questo, come dicevo, certi politici non sanno o, più
semplicemente, non capiscono.
E noi che cosa facciamo?
Rimaniamo spettatori passivi della volontà dei nostri politici?
I nostri "veci", quelli che sono "andati avanti", che cosa
direbbero e, soprattutto, che cosa farebbero di fronte ai tagli che si
prospettano per il nostro Corpo? Quali
sono in realtà le intenzioni dei politici? 0 forse bisogna aspettarsi che tra
un po', con la ennesima versione aggiornata del farinosissimo.
Nuovo Modello di Difesa, in realtà non mancherà prima o poi un fatale colpo di grazia
al Corpo Alpino? Si, io sono
sicuro che mio nonno e molti altri "veci" Penne Mozze, non avrebbero
mai permesso un simile affronto. Bisogna
continuare ad agire con incisione e forza, come mi pare state facendo, per
rivalutare il Corpo degli Alpini.
E sono per questi motivi che forse, e perdonatemi questa mia ingerenza provocatoria, si
potrebbe dedicare un po' più energia alla preservazione di questo nostro
patrimonio umano, magari dedicando meno risorse ad altro; come sapete essere
alpino non significa solamente portare il cappello alle Adunate annuali, o
sfilare per le strade di Udine.
Una persona è un Alpino o decide di fare l'Alpino, come nel mio caso, perché lo
sente dentro, perché sente scorrere nelle sue vene lo spirito del Corpo e
l'attaccamento a una realtà militare che ci ha sempre distinto profondamente
e indelebilmente dagli altri.
Vorrei dire, in sostanza, che anche le azioni umanitarie vanno bene ma se tra un po'
gli Alpini non ci saranno più, anche l'A.N.A. e le azioni di protezione
civile finiranno di esistere prima o poi.
Le azioni umanitarie, come dicevo, sono azioni che possono avere tutto l'apprezzamento e
il merito che volete, anche e soprattutto da parte della opinione pubblica.
Le medaglie d'Oro che gli Alpini si sono guadagnate, a livello di Associazione
Nazionale, non sono altro che motivo di orgoglio per l'A.N.A. e per tutti noi.
Ma se lasciamo fare, tra un po' di anni sarà solo un vecchio ricordo sia la figura
dell'Alpino e sia l'A.N.A.
In fine non posso che concludere questa mia lettera con un rimpianto: in Germania,
attualmente, l'esercito è in corso di riorganizzazione e anche qui si
eseguono tagli poderosi.
Loro dispongono però di 12 Divisioni (per quanto riguarda il solo esercito!) una
delle quali è costituita dalla efficientissima divisione da montagna.
Alla luce di quanto appena esposto, checché si dica, anche da un punto di vista
tattico-strategico, l'idea del Perrucchetti è ancora valida, benché oggi ci
si trovi in quasi piena guerra informatica e con il campo di battaglia
digitalizzato.
Osservo pertanto che di argomenti ce ne sono per far tacere qualche persona
favorevole alle truppe meccanizzate e pronta, senza visione storica, a eliminare
le nostre poche brigate da montagna.
Mi scuso ancora una volta per questa mia ultima ingerenza.
Sono sicuro che queste cose Voi le sapete già.
Ma la mia è soltanto una opinione abbastanza provocatoria attraverso la quale,
umilmente, vorrei rendere presente ancora una volta il problema spinoso della
ristrutturazione del nostro esercito che coinvolge tutti, sia da un punto di
vista affettivo che operativo.
Non posso, comunque, che congratularmi con tutta la Associazione Nazionale per tutto
quello che fino ad ora è stato fatto affinché sempre maggiori giovani
scelgano di fare il servizio di leva presso gli Alpini.
Ringraziando per l'attenzione che mi avete riservato, scusandomi se talvolta mi sono lasciato troppo andare, affettuosamente vi saluto.
Daniele Giacomo Dal Borgo