SCIOLTA LA BRIGATA ALPINA CADORE |
Aprile 1997 |
Nel quadro dei provvedimenti di ristrutturazione dell’Esercito, il 10 gennaio
1997 sono stati sciolti il Comando della Brigata Alpina “Cadore”,
il 12° Reggimento Alpini, il Reparto Comando e supporti tattici
“Cadore” e il Battaglione Logistico. I Reparti che sono rimasti in vita, e
cioè il 7° Reggimento Alpini a Feltre , e il 16° Reggimento “Belluno” a
Belluno, sono passati alle dipendenze della Brigata Alpina " Julia".
E’ accaduto, purtroppo
puntualmente, quello che avevamo percepito negli anni ‘80, quando aleggiava
minacciosa l’ipotesi di un ridimensionamento delle Truppe Alpine.
Poi, pareva che le acque
si fossero placate, soprattutto per l’opposizione energica della nostra
Associazione e delle pubbliche opinioni, cioè di coloro che amano e
sostengono gli Alpini.
Viceversa le
“bronse" coperte dalla cenere erano astrusamente alimentate dai
“buonpensanti” di Roma.
Le più palesi avvisaglie
per una eliminazione della Brigata Alpina “Cadore”, si sono concretizzate
nel 1991, quando fu sciolta la Brigata Alpina
“Orobica”, e nel 1995, quando si è conclusa la fine del 6°
Reggimento Art. Mont., come è accaduto per tre prestigiose unità della
“Julia”: il Gr. “Udine”, il Btg. “Cividale” e il Btg.
“Vicenza”.
Si è sempre addotto
motivazioni di bilancio, di ristrutturazione operativa, addirittura di
inattualità delle truppe da montagna nell’attuale contesto strategico
mondiale.
A nulla valsero le
“amorose cure” e le premure caldeggiate da varie parti, dal bellunese, dal
Cadore, dai veneti, da tutti gli Alpini e da tutti coloro cui stava a cuore la
vita della “Cadore”. Pazienza!
Ci è stato fatto un bel
regalo dì capodanno!
Sarà un esercito di volontari e volontarie. Ci saranno anche le alpine?
Speriamo che l’enorme
disavanzo finanziario italiano diminuisca. Ma alla faccia di tale disastrata
economia, dei sacrifici che si chiedono costantemente ai lavoratori, alla
faccia anche del buon senso, viste le reazioni negative che sono venute da più
parti, i “signori” di alcuni vertici istituzionali si sono aumentati, e
non di poco, la paga.
Reputiamo un futuro senza
guerre? Magari. Allora smobilitiamo le Forze Armate, designando i fondi a
settori più consoni al benessere dei cittadini.
Ti siamo grati per quello
che hai costituito, hai onorato, hai realizzato, per i valori espressi con la
solidarietà e con l’amore, per il servizio inconfutabile alla Patria.
E’ venerdì 10 gennaio
1997, una giornata discreta, naturalmente fresca. La piazza dei Martiri di
Belluno è chiusa in una morsa di migliaia e migliaia di Alpini in congedo e
da gente giunta soprattutto dal Veneto.
Sono le ore 10,15: lo speaker apre la cerimonia: “Gentili
Signori, la Brigata Alpina “Cadore”, unitamente all’ Amministrazione
comunale di Belluno, porge il più cordiali benvenuto alle autorità civile e
militari, e a tutti coloro che con la loro presenza hanno voluto conferire
particolare solennità alla odierna cerimonia di scioglimento , dopo oltre 43
anni dalla sua costituzione, della Briga Alpina “Cadore”. Il momento
culminante della cerimonia sarà quando le Bandiere di guerra del 12° Rgt.
Alpini e del Btg. Logistico “Cadore” lasceranno lo schieramento in armi
per essere consegnate per sempre alla storia.”
Fa il suo ingresso nella
piazza la Fanfare Alpina “Cadore”, la quale accompagnerà, con il suono di
marce militari, i vari reparti e le rappresentanze associative, durante il
loro accesso nei posti riservati. Immediatamente si schierano le Compagnie del
7°, 12°, 16° Reggimento Alpini, il reparto Comando, e Supporti Tattici e
Logistico.
Il comando dello
schieramento viene preso dal col. Tonino Paolini, comandante del 16°
Reggimento “Belluno”.
Entrano per primi i
Vessilli e i Gagliardetti delle associazioni. Segue, accompagnato dalle note
del “33”, il Labaro nazionale dell’ANA - scortato dal presidente
nazionale Leonardo Caprioli - sul quale brillano le 211 medaglie d’oro,
concesse a Reparti e ai singoli militari per atti di eroismo compiuti in 124
anni di esistenza delle Truppe Alpine.
Accolti sempre dagli onori
militari, entrano nell’area della cerimonia i Gonfaloni delle città di:
Belluno, Pieve di Cadore, Bassano, Feltre, Agordo, Arcade, Cardeto,
Conegliano, Livinallongo, del Col di Lana, Longarone, Marostica e S. Stefano
di Cadore. Quindi le bandiere di guerra del 7°, 12°, 16° Reggimento Alpini
e del Battaglione Logistico, alle quali vengono resi gli onori militari al
suono dell’inno di Mameli.
I presenti, a ricordo del
sacrificio degli Alpini , che meritò alle Bandiere le decorazioni di cui si
fregiano, testimoniano la loro corale partecipazione con calorosi applausi.
Giungono infine il Capo di
Stato Maggiore gen. Bonifacio Incisa Di Camerana, seguito dal gen. Angelo
Becchio comandante del 4’ C.A. Alpino e dal gen. Primo Gadia comandante
della “Cadore”, i quali ricevuti gli onori, passano in rassegna lo
schieramento.
Al suono delle note
struggenti del “Silenzio d’ordinanza” vengono resi gli onori ai Caduti
di tutte le guerre: mentre nella piazza regna un clima di reverente e commosso
silente.
Seguono immediatamente i
discorsi del gen. Primo Gadia, del sindaco di Belluno dott. Maurizio Fiscarol,
del gen. Angelo Becchio e del gen. Bonifacio Incisa Di Camerana.
Il comandante della
“Cadore” gen. Primo Gadia, sensibilmente commosso, interviene con una
significativa allocuzione, nella quale è manifesto lo stato d’animo di chi
vede allontanarsi per sempre ciò che gli sta tanto a cuore, e che, per molti
anni ha costituito un
gratificante impegno professionale della sua vita.
COSI’ IL GEN. GADIA SI ESPRIME
Ufficiali, Sottufficiali, Alpini, Personale civile della “Cadore”.
Oggi 10 gennaio 1997, serrati nei ranghi al cospetto delle nostre
bandiere, testimoniamo l’inizio del provvedimento ordinativo che sancirà
ufficialmente, il 31 gennaio la cancellazione del nome “ “Brigata Alpina
“Cadore” ” quale G.U. elementare dal quadro di Battaglia dell’Esercito
italiano.
Con tale atto è posto fine al travaglio ordinativo che ci ha investiti
tutti, senza l’esclusione di alcuno, con livida consapevolezza fin da
quell’ormai lontano luglio 1995 che vide lo scioglimento del 6° Rgt. A.
Mon.
Già allora capimmo che la “Cadore” cessava di esistere perché
privata del supporto di fuoco ed il 21 ottobre, ad ulteriore riprova, veniva
contratto ordinativamente il 12° Rgt. Alpini, erede dei “Mascabroni del
Cadore” costringendo, Voi del !2°, ad aggrapparvi al vostro ostinato
orgoglio personale per sopravvivere ed onorare la vostra encomiabile dignità
professionale.
Ci accomiatiamo qui, in veste anche di cittadini onorari, in questa
piazza dell’ospitale e civile Belluno, al cospetto della cittadinanza e
delle Dolomiti bellunesi che sono stati banchi di prova di assuefazione alla
fatica, di addestramento, di solidarietà per generazioni di alpini in armi
dall’ormai lontano 1° luglio 1953.
Idealmente ci accomiatiamo anche da Longarone, Arcade, dalla lontana Cardeto in terra di
Calabria, Marostica, Bassano e Conegliano che ci hanno conferito analogo
ambito riconoscimento, da Feltre, Pieve di Cadore, Agordo, S. Stefano di
Cadore, Livinallongo, ove stazionano o stazionavano reparti con appunto alla
manica sinistra lo scudetto della Cadore.
Ci accomiatiamo alla presenza degli ex comandanti, vice comandanti,
capi di stato maggiore, che hanno incarnato la continuità della Cadore e
l’hanno servita amandola come cosa viva.
Suggellano l’evento ed attestano la partecipe fratellanza della forza
armata e degli alpini in armi, il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito ed il
Comandante del 4° C.A. Alpini.
Si stringono attorno a noi i parlamentari, le autorità civili,
militari e religiose della città e della provincia, i corpi armati, i
sodalizi, le associazioni di categoria, che ringraziamo per averci espresso,
in ogni circostanza la loro particolare ed affettuosa attenzione, le
associazioni combattentistiche e d’arma, tra cui la fraterna associazione
alpini che ci è stata vicina e che con amara consapevolezza ma con
cristallina onestà intellettuale ha condiviso con noi l’inevitabile terapia
della ristrutturazione affinché altri possano sopravvivere e che oggi, con la
presenza del Labaro e del Presidente nazionale, ci porta il saluto di tutti
gli alpini in congedo.
44 anni di presenza sul territorio hanno creato un ineguagliabile
legame tra la comunità civile e la Brigata, legame fatto di solidarietà, di
esaltante convivenza, di reciproco rispetto, legame sancito anche dal
conferimento dell’Agordino d’Oro e del premio De Luca, espressioni
tangibili del sentimento di affetto della popolazione.
Vi ringrazio, civili comunità cadorine per ciò che avete dato alla
vostra Brigata e ringrazio in particolare la parte di voi che ha servito per
lunghi anni in veste di U. e Su. nei nostri ranghi con onore e spirito di
servizio e che ha trovato qui, in questa ospitale terra, la sua dimora. Il mio
saluto va infine a chi ha arricchito con il proprio servizio di leva la nostra
istituzione, portando alla “Cadore” il proprio cuore e il proprio
intelletto. Un riverente pensiero ai nostri caduti ed a coloro che sono
“andati avanti” indicandoci al via dell’onore e del sacrificio.
Il saluto va ora al 7° Reggimento e al 16° Reggimento Belluno che il
1° Febbraio passeranno alla dipendenze della consorella “Julia”.
Vi saluto, Ufficiali, Sottoufficiali ed alpini alla presenza del gen.
Marinelli che avrà tra poco l’onore di avervi alla sue dipendenze.
Entrate nei ranghi della “Julia” orgogliosi di essere appartenuti
alla “Cadore” e servitela come
avete servito la “Cadore”. Vi accompagni il mio affetto e la mia
gratitudine di comandante in questo viaggio ordinativo che lascerà immutate
le vostre sedi stanziali di Feltre e Belluno e non comprometterà pertanto
l’esaltante rapporto con l’ambiente esterno. A tutti Voi, buona fortuna.
Allo Stato Maggiore della “Cadore” e al Reparto Comando e Supporti
tattici, suo braccio operativo, i sensi più profondi della mia riconoscenza
per essermi stati vicini con la loro indiscussa professionalità e la loro
ammirevole generosità. Lo smembramento della vostra compagine funzionale non
vi rattristi più di tanto perché porterete sempre nel cuore l’orgoglio di
essere stati il motore propulsore della Cadore.
Un grazie particolare alla fanfara ed al coro, nostri ingualcibili
biglietti da visita presentati in maniera impeccabile in numerosissime
circostanze.
A Voi tutti Buona fortuna!
Voi Superstiti del 12°, rappresentate la continuità della tradizione
che alligna nelle radici del “Pieve di Cadore” con i suoi centodieci anni
di storia e quale esigua compagine militare avete custodito, saldi nel morale,
il vostro vessillo dal 21 ottobre 1995, giorno di contrazione a quadro del
vostro reggimento.
La consegna della custodia volge ora al termine e voi vi apprestate in
commozione a tributare alla vostra bandiera i massimi onori.
Anche voi, del Btg. Logistico, vi accingete a salutare la vostra
Bandiera, simbolo della vostra operosità, del vostro silenzioso servire gli
altri reparti della Brigata.
Non garriranno più al vento ma non cesseranno, finché vivrete voi del
12° e del Btg. Logistico, i fremiti che esse vi hanno trasmesso nel cuore,
nell’adempimento del dovere e nell’esercizio della ammirevole dignità
professionale che ha contraddistinto il vostro operare.
Il riordinamento sancito impone, nella fredda logica dell’efficienza,
la ridistribuzione delle risorse, specie in personale e pertanto una
consistente aliquota di nostri commilitoni è chiamata a prestare la propria
opera in altri reparti ed in altri enti.
A voi che partite, la gratitudine di tutta la “Cadore” per averla
servita nei suoi ranghi e l’augurio di buona fortuna.
Un affettuoso saluto ed un grazie alle vostre, alla nostre care
famiglie che si seguono con trepidazione, condividono ansie e soddisfazioni e
che pagano il prezzo più alto di ogni provvedimento ordinativo.
Chiedo loro, depositarie di caldi sentimenti, di comprendere la fredda logica della nostra trasformazione.
A tutti voi, nei ranghi e fuori rango buona fortuna !
Viva la Brigata Cadore !
Anche il sindaco dott.
Fiscarol ha rivolto parole di riconoscenza e di elogio alla Brigata Alpina
“Cadore”, affermando che è stato, da parte dell’Amministrazione
comunale bellunese, profuso ogni sforzo per cercare di contrastare uno
scioglimento che non solo appare immotivato, ma che contraddice le
giustificazioni sulla necessità di contenere la spesa. E, associandosi a
molti altri sindaci, ha manifestato il suo disappunto, il suo rammarico e il
suo sdegno per tale inopportuna decisione governativa. Certamente per Belluno,
per l’intero Cadore e per tutti gli Alpini è una grande perdita, una
sconfitta.
Il gen. Becchio comandante
del 4° C.A. Alpino, si è dichiarato immensamente dispiaciuto di non aver
potuto, in qualche modo, salvare la più giovane Brigata Alpina. Il clima che
oggi invade il nostro cuore - egli ha detto - sia palese a tutti.
Così pure il Capo di S.M.
Incisa Di Camerana ha manifestato il suo dispiacere, ancor di più perché
accade al termine del suo mandato. Al dolore degli Alpini - egli ha detto - si
associa tutto l’Esercito: è come fosse un figlio che ci lascia. Rendiamo
omaggio - egli ha soggiunto - a chi ha dato testimonianza al suo lavoro, alle
sue terre, ai suoi monti e alle sue valli. Ora dobbiamo pensare al futuro,
combattere affinché quello che è accaduto in passato non si ripeta in
avvenire.
E’ seguito - tra la commozione generale - il momento culminante della cerimonia. I comandarti del
12° Rgt. Alpini e del Btg. Logistico “Cadore” hanno pronunciato la
formula di saluto della Bandiere di guerra, che, accompagnate dalle note
dell’inno di Mameli, hanno lasciato lo schieramento per essere
successivamente consegnate al Vittoriano, presso l’Altare della Patria, dove
saranno custodite, per sempre, accanto agli altri Gloriosi Vessilli dei
Reparti sciolti.
Mentre le Bandiere di
guerra del 7° e del 16° Reggimento sono passate alle dipendenze della
leggendaria Brigata Alpina “Julia”, con sede rispettivamente a Feltre e a
Belluno.
Abbiamo portato la nostra
sincera e solidale testimonianza, con i sentimenti di affetto agli ufficiali,
sottufficiali ed alpini della “Cadore”, alla gente cadorina, ai “veci”
che abbiamo visto intensamente turbati, e qualcuno con gli occhi bagnati dalle
lacrime.
Numerosa era la
rappresentanza della sezione coneglianese, con il presidente comm. Paolo Gai,
il Vessillo e la totalità dei Gagliardetti.
Ovviamente era presente
anche il sindaco di Conegliano ing. Achille Ghizzo e l’assessore artigliere
ing. Mario Camerin, con il Gonfalone del Comune portato dal nostro socio
Giuliano Zanin, scortato dai vigili Ambrozzo e Tosatto. Abbiamo notato, con la
fascia tricolore, anche il sindaco di San Fior ing. Fiorenzo Carniel.
A malincuore prendiamo
atto del tuo commiato. Il tuo epilogo é specialmente per noi che abbiamo
appartenuto ad un tuo Reggimento, una struggente malinconia. La Città di
Conegliano - fiera di averti conferito la Cittadinanza Onoraria e che ha dato
i natali al 6° e al 7° Reggimento Alpini - non può che testimoniare quel
legame che da sempre unisce due costituzioni i cui figli ne sono la linfa, con
esemplare dedizione.
Il Corpo degli Alpini e la
sua associazione si listano, ancora una volta a lutto.
Vorrei esprimere un ultimo
pensiero sullo specifico provvedimento governativo della riduzione delle
Truppe Alpine, il quale, anche se si aggiunge ai tanti “fatti” e
“misfatti” che si susseguono nel nostro Paese, provocando un diffuso
malumore, non deve assolutamente portarci a delle esternazioni sconsiderate, e
a farci perdere le giuste dimensioni di eventuali corrette e civili
dimostranze, rifuggendo da ogni personalismo ed ogni soverchieria.
Dobbiamo , soprattutto,
dimostrare che gli Alpini sono stati, sono e saranno sempre rispettosi delle
Istituzioni, delle leggi (stare verbis legis), anche se non sempre totalmente
condivise (dura lex sed lex), e che come in passato hanno compiuto il proprio
dovere di servizio alla Patria, oggi sono a disposizione della gente, con
interventi di solidarietà.
Cerchiamo di
sensibilizzare i giovani in famiglia e fuori, perché durante il servizio di
leva scelgano a far parte del Corpo degli Alpini.
Renato Brunello