BOSCO DELLE PENNE MOZZE |
Dicembre 1998 |
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Nella verdeggiante cornice delle Prealpi, ove si erge maestoso il Monumentale
delle "Penne Mozze", sotto la volta di un azzurro cielo, in cui un
compiacente sole gratificava del suo calore i mille e mille convenuti nella
valle di San Daniele, domenica 6 settembre ha avuto luogo l'annuale, solenne
rito di omaggio e di preghiera per tutti i Caduti Alpini.
Il cerimoniale ha previsto l'alzabandiera sul pennone collocato sul promontorio
del Bosco, gli onori ai Caduti, e la deposizione della corono, quindi i vari
interventi ed infine la S. Messa.
Il Presidente del Comitato del Bosco,
Claudio Trampetti, ha dato il benvenuto a tutti gli intervenuti, esprimendo la
soddisfazione per la larga partecipazione, segno evidente - egli ha detto - che
vengono condivisi i sentimenti e le attenzioni verso il Memoriale. Ha rivolto un
ringraziamento particolare al neo Presidente Nazionale dott. Giuseppe Parazzini,
per aver accettato l'invito, e così constatare quanto gli Alpini trevigiani
hanno fatto e continueranno a fare in memoria dei Caduti, e quale sia
l'attaccamento verso il Bosco delle Penne Mozze. Ha rivolto al neo presidente
gli auguri di un proficuo lavoro e di condurre l'Associazione con
quell'entusiasmo che gli è proprio, con lo spirito alpini, che le passate
generazioni si sono tramandate.
La cerimonia - egli ha detto - si svolge nel luogo ove è stato eretto un nuovo
altare, sovrastato da una campana, che "l'Associazione Penne Mozze" ha
voluto collocare per significare un rinnovato sentimento di fratellanza, per
quanti sono caduti con lo stesso ideale di Patria, di concordia fra tutti, pur
nel rispetto delle diverse opinioni, per una democratica convivenza.
Ha annunciato che, a breve, avranno inizio i lavori per la costruzione di una
struttura, ai margini del Bosco, per soddisfare quelle esigenze logistiche di
servizio, con la speranza che la generosità finora dimostrata ci aiuti ad
ultimare e risolvere in parte le necessità emerse nel tempo. Inoltre ha
riferito che saranno informate le quattro sezioni trevigiana interessate, circa
i nominativi di ulteriori Alpini Caduti, che dovranno essere ricordati al Bosco
con una "stele", e così completare l'opera.
Ha poi parlato il sindaco di Cison,
Gildo Salto. Ha introdotto il suo intervento ringraziando i partecipanti dal
raduno, in particolare il presidente nazionale Giuseppe Parazzini, che per la
prima volta è giunto al Memoriale in veste ufficiale. Quindi ha proseguito con
parole che appaiono ammonitrici: direi che è stata una vera
".
"In questo periodo - egli ha detto - di grande confusione politica ed
economica, le incertezze sembrano aumentare, la giustizia sembra ingiusta, i
deboli sempre più soccombono ai forti. Solo partecipando al raduno degli
alpini, si capisce invece che l'amicizia e la solidarietà, rinsaldate da dure
prove superate assieme, è cosa duratura, che allarga i cuori e che fa ben
sperare per il futuro.
Esorto qualcuno a frequentare di più questo luogo, e queste persone, anziché
maldestramente diffamare - magari approfittando di una stampa compiacente - e
diabolicamente censurare persone, cose e citazioni.
Invito questi vili pusillanimi, capitanati da qualche squallido ed amorale
personaggio locale, a venire al Bosco delle Penne Mozze, per ritemprarsi lo
spirito ed acquisire una corretta coscienza del vivere civile; di venire qui in
questo luogo - ha concluso - in sui si commemorano solo atti eroici, fino
all'estremo dono della vita per la Patria, qui dove si respira l'aria della vera
Italia dei valori. GRAZIE ALPINI !
Infine il dott. Giuseppe Parazzini,
dopo essersi presentato quale neo presidente nazionale, ed aver salutato tutti i
presenti, così si è espresso: "Sono il successore di tanti altri
presidenti che hanno portato l'Associazione Alpini ad essere riferimento di
tante altre associazioni in Italia e all'estero. Come faccio di solito, mi viene
quasi spontaneo, avendo fatto il vice presidente di Caprioli, di portare - in
questa bella giornata - i suoi saluti, e vi prego di ricordarlo con affettuoso e
caloroso applauso.
Sono così subentrato ad un uomo che ha dato moltissimo all'associazione, e me
ne sto rendendo conto proprio in questi giorni. IN effetti oggi è il secondo
incontro di una serie di giornate dedicate all'ANA. Ieri ho iniziato assistendo
al giuramento, molto commovente, anche se caratterizzato da una pioggia
battente, di 1200 reclute a Mezzolombardo. Al giuramento ha partecipato anche il
Ministro della Difesa, il quale ha comunicato di aver accolto la richiesta dell'ANA,
richiesta tendente a far sì che anche i giovani di leva, e non solo i
volontari, possano partecipare alle operazioni di pace nel mondo. Proposta che
dovrà essere studiata ed aggiornata. Il Ministro, inoltre, ha rivolto parole di
elogio alla nostra associazione; questo non può che gratificarci. Era da un po'
di tempo che ci si guardava in cagnesco, speriamo che tutto sia passato,
ovviamente senza calare l'attenzione e la guardia.
Sono poi stato, nel pomeriggio, sul Tonale, ove si è svolta la mini staffetta
ANA-CAI.
Oggi sono qui al Bosco delle Penne Mozze; è un luogo ideale per la memoria
alpina. Ho potuto così percorrere i sentieri e quindi verificare e conoscere la
storia e lo scopo di questo Memoriale, che vuole ricordare tutti i Caduti Alpini
della provincia di Treviso.
La storia del Bosco - come sapete - inizia nel 1970, quando il capogruppo di
Cison, Marino Dal Moro, accoglie la proposta dell'ideatore Mario Altarui, di
ricordare i Caduti Alpini trevigiani, proposta sostenuta con vigore dal
compianto Dott. Salvadoretti, e successivamente dalle altre tre Sezioni.
Nel 1972, in concomitanza con il centenario della costituzione delle Truppe
Alpine, viene inaugurato. Sono seguiti, fino al 1994, i lavori dei sentieri,
poste le "stele" delle medaglie d'oro e quelle dei 2349 Caduti Alpini.
Posti anche "ceppi", monumenti di altre associazioni; realizzati anche
gli "scudetti" delle sei Divisioni Alpine e le tre grandi "penne
mozze", che ne sono diventate il simbolo.
Grazie alla generosità dei coniugi Mario e Antonietta Altarui, viene scolpita e
collocata la Madonna del Bosco - opera dello scultore trevigiano Cagnato - che
tiene tra le braccio un fascio di "penne mozze".
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Parazzini ricorda anche che sono stati
individuati altri 50 Alpini Caduti, le cui "stele" saranno, in un
prossimo futuro, collocate.
"Il 24 maggio - egli aggiunge - è stata inaugurata l'ultima opera
commemorativa del Bosco. Trattasi della "Campana" che suona per
ricordare tutti i Caduti Italiani, in particolare gli Alpini.
Questa campana, realizzata grazie alla generosità dei fratelli Zecchella, ha
una storia molto importante, che parte da lontano.
Ha inizio nel gennaio 1943, in un luogo gelido e desolante della pianura russa,
dove un Alpino di nome Vittorio ZECCHELLA cadde nella tragica ritirata. Prima e
dopo di Vittorio Zecchella - come tutti sappiamo - caddero combattendo in Patria
e in terra straniera altre centinaia di migliaia di giovani; giovani -
ricordiamocelo - identici ai nostri figli, ai nostri nipoti, i quali, rientrando
a casa, incontreremo questa sera. Giovani, allora, additati con ammirazione ed
accomunati tutti dall'adempimento di un solo ed eguale dovere. I più fortunati
- si fa per dire - sopravvissero alla tragedia, nella quale altri li avevano
coinvolti. I più sfortunati caddero o si trovarono dalla parte sbagliate, nella
quale, sempre altri, li avevano scaraventati. E così gli Italiani si trovarono
psicologicamente divisi in buoni e cattivi.
Il primo settembre 1997, l'alloro presidente nazionale Leonardo Caprioli, da
grande alpino galantuomo, disse che sarebbe stato giusto ricordarli assieme a
tutti gli altri; un desiderio che ho condiviso allora e condivido oggi
pienamente.
Continui, quindi, a suonare la campana ogni sera, in memoria di quanti hanno
dato la propria vita p, divisi da un fronte tracciato dagli uomini, ma eguali
nella morte. I Caduti, che onoriamo, chiedono a noi tutti di essere come Loro,
uniti in pace, perché tra Loro non vi sono differenze.
Questo "Bosco" ne è la testimonianza, è un luogo di commemorazione,
ma anche di riconciliazione, di unità e di fiducia nel futuro che ci attende.
Così facendo, noi alpini attaccati agli ideali irrinunciabili, pur continuando
a mugugnare, legittimamente, per molte cose che non vanno come vorremmo,
continueremo ad offrire alla nostra Italia il nostro esempio, nato dall'esempio
dei Caduti, che qui onoriamo.
Vi faccio, quindi, un incitamento: forza Alpini d'Italia, dobbiamo continuare ad
essere la più bella associazione, come lo sono i fiori della montagna, che sono
i più belli; sono i più belli perché non guardano da una parte né
dall'altra, ma guardano, soprattutto, in cielo: così dobbiamo fare noi.
Viva l'Italia, viva gli Alpini !
Dopo l'allocuzione del dott. Giuseppe
Parazzini, Roberto Prataviera ha recitato la "Preghiera di tutti i
Caduti", successivamente è stata consegnata al presidente nazionale la
medaglia ricordo del Memoriale.
Quindi è seguita la S. Messa, concelebrata da mons. Agostino Balliana, già
cappellano generale militare e da don Domenico Perin, anch'egli alpino.
Alla fine Paolo Gai, presidente della sezione di Conegliano, ha letto la
"Preghiera dell'Alpino", mentre il Coro ANA di Vittorio veneto,
sommessamente, sottolineava le parole con il canto "Penne Mozze".
Oltre ai sopra accennati dirigenti, erano presenti le seguenti autorità civili
e militari. I sindaci: Giancarlo Gentilini di Treviso, Floriano Zambon di
Conegliano, Claudio Casagrande vicesindaco di Vittorio Veneto; il col. Renato
Genovese del comando FTASE; i generali in pensione Franco Bettin e Italico
Cauteruccio; i consiglieri nazionali Fioravante Piccin e Balestra; il
presidente dell'AsPeM Lorenzo Daniele; i presidenti delle sezioni di Conegliano
Paolo Gai, di Pordenone Giovanni Gasparet, di Treviso Francesco Zanardo, di
Vittorio Veneto Donato Carnielli; la vedova della M.O. Enrico Reginato signora
Imelda, Maria Pia Altarui sorella di Mario, Gabriella vedova di Marino Dal Moro.
Molte le rappresentanze associative, alpine e d'arma presenti.
C'erano i gonfaloni dei Comuni di Cison e Follina; i vessilli delle sezioni
alpine di Bassano, Belluno, Cadore, Conegliano, Feltre, Pordenone, Torino,
Treviso, Valdobbiadene e Vittorio Veneto; le bandiere in rappresentanza dell'ANPI
di Treviso, degli Artiglieri di Follina, della Cavalleria di Treviso e Zero
Branco, dei combattenti e Reduci di Cison, Montebelluna, S. Martino - Colle
Umberto e Vittorio Veneto; degli ex Internati di Follina, Mareno, S. Lucia;
delle Famiglie caduti e Dispersi di Caerano, Montebelluna, Treviso; dei Mutilati
ed Invalidi di guerra di Treviso e Vittorio Veneto; dei Paracadutisti di S.
Lucia e Treviso; dell'Unione Nazionale reduci di Russia di Treviso; dei
Trasmettitori di Treviso. Massiccia la partecipazione dei Gruppi Alpini,
provenienti dalla nostra provincia, dal Triveneto e da altre regioni - 150
gagliardetti presenti - che sarebbe oltremodo lungo citare individualmente.
Concludo affermando che tra le diverse Messe, quelle celebrate per i Caduti,
alla presenza degli ancor viventi compagni d'arma, e di coloro che in qualche
modo la guerra l'hanno vissuta, delle donne che hanno sofferto e pianto per la
perdita dei loro cari e dei loro affetti, e dei giovani che la tragica storia
conoscono , sono le più dense di sentimenti. Il mistero della Messa e il
cameratismo degli Alpini conferiscono a queste cerimonie silenziose un carattere
singolare di pietà, di intimità e di dignitosa mestizia.
Il raduno al Bosco delle Penne Mozze vuole e deve essere, quindi, espressione di
sentimenti religiosi, di omaggio e di riconoscenza verso tutti Coloro i quali
hanno immolato la vita per un grande ideale: una pace duratura.
Renato Brunello
I celebranti: don Perin e Mons. Balliana
Le rappresentanze