NATALE 1999 |
Dicembre 1999 |
Ci stiamo avviando verso il tramonto di
un Millennio che si conclude portando con sé un bagaglio ricco di grandi
trasformazioni come la realizzazione dell'unità europea con la sua moneta
unica, uno sconvolgimento impensabile di realtà politiche che sembravano
incrollabili, la possibilità di collegarsi a mezzo computer con una rete che
abbraccia tutto e tutti, ma anche di grandi contraddizioni come lo scompenso
Nord-Sud del mondo che tende ad accentuarsi sempre più, il tanto agognato
benessere che invece di unire porta alla disgregazione della famiglia e, di
conseguenza, della società in cui viviamo.
Questo nuovo mondo che abbiamo di
fronte, dove troppo spesso coesistono e confliggono realtà opposte, mette a
dura prova la mia capacità di leggere ed interpretare l'attualità.
Sta di fatto che, giorno dopo giorno,
quei valori che sono sulla bocca di tutti, tanto ricercati e discussi, si stanno
sempre più affievolendo e non si capisce bene se effettivamente si cerca di
riscoprirli e rafforzarli o se invece, tra tante parole, vengano lasciati andare
alla deriva.
L'intenzione governativa di abolire il
servizio di leva, sostituendolo con il servizio professionale e volontario,
porterà ad un ulteriore impoverimento della vita dei nostri giovani. Il
servizio militare avviene in una fase importante e critica della maturazione del
giovane che sta diventando adulto. Il periodo di leva, soprattutto se trascorso
nel Corpo degli Alpini, è vissuto alla luce dei valori della tradizione che
vede al centro la famiglia, il servizio, la solidarietà, l'impegno, il senso
del dovere e dell'amore di Patria.
Quella famiglia e quella patria che va
al di là delle mura domestiche o dei confini nazionali: lo abbiamo ben visto
anche recentemente in Kossovo!
Se non si vuole, come così sembra, un
esercito di leva per motivi di costi, non si possono certo addestrare volontari
a ferma lunga con l'impiego di tecnologie sofisticate e costose, per poi
mandarli a drizzare tende e scavare buche, o prestare soccorso a gente sfollata:
ne ricaveremmo un costo spropositato rispetto al risultato.
Leggo sui quotidiani che nel 1998 ben
70 mila giovani hanno fatto domanda di servizio civile, in alternativa a quello
militare, e mi chiedo se questo sia dovuto solo ad una naturale ritrosia dei
giovani a fare una esperienza che pone sacrifici e regole, attitudini queste
oggi cadute in disuso sia in famiglia che nella scuola, o se qualcuno cerchi di
indirizzare a questa scelta.
Comunque sia, sono convinto che la leva sia parte integrante della nostra
tradizione, parte inscindibile della storia delle nostre famiglie e della nostra
gente, un valore a cui non sono disposto a rinunciare.
Nessuno potrà cancellare o sminuire le opere che la nostra Associazione ha
realizzato con sacrificio ed impegno e l'anno che si sta concludendo vede
concretizzati tanti progetti, sia della Sezione, come la ristrutturazione del
Monastero delle Clarisse di San Quirico ad Assisi, sia dei singoli Gruppi.
Questo mi dà la forza per continuare a lavorare ancora con slancio, per il bene
della nostra Associazione e di tutti, anche nei prossimo Millennio.
A tutti gli iscritti rinnovo la mia fiducia e collaborazione per affrontare
il 2000 con l'entusiasmo che contraddistingue tutti gli Alpini.
A voi Alpini e alle Vostre Famiglie, amici e simpatizzanti compresi, auguri
dal Vostro Presidente.
Paolo Gai