PENNE MOZZE - RADUNO |
Dicembre 1999 |
Un sole pallido faceva capolino nella
frizzante brezza settembrina ed una miriade di persone vocianti si riversava, di
buon mattino, sul piazzale e sui prati circostanti, dissacrando la quiete del
Memoriale dedicato alle molte Penne Nere.
La prima avvisaglia della massiccia
partecipazione, chi vi saliva, poteva notarla sin in località "trattoria
alle grotte" dalla Brigida, dove stazionavano due pullman con altrettanti
immensi capannoni gremiti di gente bivaccante; una vera moltitudine di Penne
Nere, e loro familiari, prendevano d’assalto di buon mattino l’incantevole
conca della valle dei S. Daniele.
Questo Memoriale, con le sue 2448
"stele nominative", è nato 28 anni fa per volontà dei compianti
Mario Altarui e Marino Dal Moro e, dal settembre 1998, ogni sera all’Ave Maria,
una campana votiva suona in ricordo di tutti gli Alpini caduti.
Anche quest’anno ho accettato, a
malincuore, di stendere la cronaca della giornata, e questo per i reiterati
motivi espressi una quindicina d’anni or sono al compianto realizzatore del
Bosco, nonché direttore di questo nostro periodico.
Mi rifarò, come mia abitudine, a
riportare quanto espresso da Claudio Trampetti, presidente del Bosco; e questo
perché possa essere recepito da quanti hanno disatteso d’ascoltarlo,
dedicando il loto tempo ad un irriverente borbottio od a sonore libagioni.
Mi rendo ancora una volta conto che
questo mio esprimere potrà sembrare ai molti brutalmente provocatorio, ma se il
"Pellegrinaggio raduno al Bosco" è da essi ritenuto una "festa
sagraiola", meglio lo disertino, non essendo questo il luogo di così
comportarsi.
Alla presenza delle autorità presenti:
il col. Malesi, in rappresentanza delle Truppe Alpine; i sindaci Gentilini
(Treviso), Zambon (Conegliano), Salton (Cison di Valmarino), Scottà (Vittorio
Veneto) e Bennato (Breda di Piave); ed inoltre i presidenti di sezione: Gai (Conegliano),
Carnielli (Vittorio Veneto), Zanardo (Treviso), Longo (Valdobbiadene) e Gasparet
(Pordenone); puntuale alle 10 uno squillo di tromba ha fatto scendere un velo di
religioso silenzio (e solo allora) nella vallata.
Dopo l’Alza Bandiera, la lettura
della preghiera per tutti i Caduti e la deposizione di una corona, il presidente
Trampetti pronunciava il discorso ufficiale.
Dopo il saluto ad autorità ed alpini
tutti, ringraziandoli per essere ancora una volta intervenuti massicciamente a
questo annuale appuntamento; anno che lo vede in una duplice veste: quella di
presidente del Comitato del Bosco e presidente dell’Ass. Pene Mozze, cariche
ricoperte dal prof. M. Altarui e mantenute dallo stesso sino alla sua scomparsa.
"Come sapete da anni – prosegue
Trampetti – è in atto un avvicendamento nelle cariche delle varie
Associazioni combattentistiche e d’Arma per ovvi motivi anagrafici e quindi
anche nell’Ass. Penne Mozze c’è stato il passaggio del testimone dopo il
dr. Lorenzo Daniele si è trovato nell’impossibilità di proseguire per i
suddetti motivi.
Colgo l’occasione per rinnovargli
i nostri più senti ringraziamenti per quanto ha fatto in questi anni che l’han
visto protagonista in tante meritori iniziative a favore dell’Associazione e
del Bosco.
Questo passaggio generazionale porta
inevitabilmente a delle difficoltà in noi giovani, non essendo fortunatamente
testimoni di fatti e cose avvenute in un contesto storico che ha visto tante
persone soffrire, persone che ora noi cerchiamo di alleviare con queste
cerimonie a ricordo e di ringraziamento.
Le nostre conoscenze sono sulla
lettura e sui racconti di quanti hanno vissuto questi tragici momenti e quindi
non possiamo avere quel trasporto emozionale proprio di chi l'ha provato
personalmente".
Claudio Trampetti s’è chiesto cosa
avrebbe potuto dire in questa occasione senza incorrere in banalità, errori o
imprecisioni, ed ha quindi ritenuto opportuno parlare invece dell’Associazione
Penne Mozze che, sorta per onorare tutti i Caduti alpini, è stata voluta e
divulgata inizialmente dal prof. Mario Altarui, coadiuvato dai cento soci
fondatori.
"Per questo – continua
Trampetti – sono andato a rileggermi alcuni scritti del compianto Altarui,
di cui quest’anno ricorre il 10° anniversario della sua scomparsa, ed ho
trovato un testo su cos’è l’ASPEM, un brano così bello e pieno di
contenuti che ritengo rileggere in forma integrale per rispettare i suoi
sentimenti e la forma di cultura quale Egli era".
L’AsPeM COS’E’
Ritornando
all’odierna celebrazione il Presidente informa che sono state poste oggi a
dimora due nuove stele a ricordo di Egidio Pillot da Vittorio Veneto e di
Lorenzo Toffolo da Breda di Piave.
Conclude rinnovando a tutti i più
sinceri ringraziamenti in special modo a coloro che hanno contribuito alla buona
riuscita della manifestazione.
Erano presenti i Vessilli delle Sezioni
di: Bassano, Belluno, Cadore, Conegliano, Feltre, Pordenone, Treviso;
Valdobbiadene, Vittorio veneto e Roma;
le rappresentanze d’Arma de:
l’A.N.P.I. provinciale di Treviso, i Bersaglieri di Treviso, i Combattenti e
reduci di Cappella Maggiore, Cison, Colle Umberto, Codognè, Fregona, Sarmede,
Sernaglia, Vittorio Veneto e Tagliamento;
ex internati di Follina, Mareno, S.
Lucia di Piave, Treviso e Breda di Piave.
le famiglie Caduti e dispersi di
Montebelluna, Susegana e Treviso;
i Paracadutisti di S. Lucia di Piave e
Treviso ed i reduci di Russia di Vittorio Veneto, il Nastro Azzurro di Vittorio
Veneto; Ass. Penne Mozze e l’Unione Nazionale Reduci di Russia.
A queste 25 rappresentanze d’Arma
vanno aggiunti i 115 Gagliardetti dei Gruppi Alpini (dei nostri mancavano quelli
di Colfosco e Soligo).
Steno Bellotto