CRONACHE DA SAN QUIRICO |
Maggio 1999 |
4^ squadra (08 - 15 novembre '98)
Un giorno nel convento delle suore Clarisse
ad Assisi Oggi sabato 14 novembre ci siamo alzati alle 7.30 anziché alle 6.30
come gli altri giorni per andare alla Santa Messa, celebrata in una stanza
allestita provvisoriamente causa il terremoto dentro il monastero delle suore
clarisse. Con suor Giustina (di una gentilezza unica e sempre attenta ai nostri
lavori) e suor Roberta Maria erano presenti tutti i miei compagni di lavoro:
Miro, Pietro, Lionello, Sergio, i due Antonio, l'altro Pietro e Eliseo.
Toccante è stata l'omelia del padre del convento. Dopo la Santa Messa con
alcuni amici abbiamo fatto un giro per Assisi, e tra le varie bellezze di questa
città ci hanno colpito gli affreschi della Basilica di San Francesco. Al
ritorno, verso le 11.30 sono arrivati altri 3 alpini della Sezione di
Conegliano. Puntualmente a mezzogiorno il nostro bravo cuoco Eliseo (ogni piatto
era diverso) ci aveva preparato un succulento pranzo; terminato il quale con tre
bottiglie di buon spumante ed un dolce offerto dalla compagnia abbiamo
festeggiato i 70 anni del bravo capocantiere Pietro Papa. L'evviva è stato
immortalato dall'allegra compagnia, formata da noi amici dalla presenza delle
due suore suddette. Verso le 14 alcuni di noi hanno fatto ritorno alle loro
famiglie. Salutandoci con caloroso spirito fraterno ed arricchiti di
un'entusiasmante nuova esperienza, ci siamo dati appuntamento per una cena a
base di capriolo nella sede del Gruppo Alpini di Soligo.
Giuseppe Dall'Ava
|
5^ squadra (15-22 novembre '98)
Una giornata nel Monastero di San Quirico
Della settimana trascorsa ad Assisi scelgo la giornata di martedì 17, non
perché sia scaramantico; la scelgo perché il nostro capocantiere, Pietro Papa,
festeggia i suoi 70 anni, non solo, ma anche perché con Maretto è giunta anche
sua moglie che s'è prodigata nel rassettarmi la cucina. Gli amici con cui
condivido la settimana di volontariato, oltre a Pietro, sono, Niro Frassinelli
(responsabile sezionale), Antonio Fornasier, Giovanni Mazzero, Gino Fiorin,
Pietro Olivotto, Carlo Lorenzon, Angelo Zaccaron, Lino Zanardo, Ennio Spinazzè,
Beniamino Collotto, Cesare Zanin e il "rompi" Giovanni Cuch. Un
cocktail, questo, di idraulici, muratori, elettricisti, falegnami e generici
oltre al cuoco (che sarei io). Non so di chi sia la colpa, forse di Maretto, ma
mi sono trovato l'oneroso compito di fare il cuoco, cosa mai fatta in vita mia.
Infatti la mia esperienza nell'arte culinaria può essere così riassunta:
qualche mescolatina alla polenta e qualche sporadica pastasciutta. Non mi è
stato facile adattarmi; ho avuto però la fortuna di avere al mio fianco, per
qualche mezz'ora, Ennio, che ne sapeva qualcosa, ed i consigli di Beniamino e
di Lino. Il calendario-programma della mia giornata (ripetitivamente) è il
seguente: Ore 6: sveglia e preparazione colazione. Ore 6.30: sveglia della
squadra che dopo aver consumato la colazione, alle 7, scenderà per il lavoro.
Fino alle 8.20 lo "sguattero" quindi, per le 9.10, affettare il salame o la soppressa, pane e formaggio e portare la merenda ai
lavoratori.
Ore 9.30 in centro ad Assisi per le varie compere e commissioni; al rientro
apparecchiare la tavole ed "imbastire" il pranzo. Dopo che all'una
vengono ripresi i lavori ed aver riassettato la cucina, approntare il caffè, da
servirsi alle 16 e darsi da fare per la cena alle 18.30. Dopo aver
"sparecchiato" in parte, per lasciare posto ai "scopisti" o
"tresettisti", un salto con Gino a Santa Chiara per telefonare a casa,
quindi il rientro. Lascio da parte questo scialbo programma e mi chiedo il
perché siamo qui, al Monastero di San Quirico, e cosa ci ha spinto. Si potrà
affermare che quest'opera di volontariato su un monastero anziché su case
disastrate può a volta apparire astratta e limitativa. Astratta per chi
esattamente non sa cosa stia dietro il concetto di volontariato, limitativa per
chi volesse entrare maggiormente con attenzione a sezionare nei singoli dettagli
queste attività di volontariato. Per capire meglio questa realtà estremamente
variegata e capillare, mi sembra doveroso intraprendere una specie di viaggio
dietro la nostra Associazione: i Gruppi, veri ed unici protagonisti del
quotidiano, per conoscere la nostra peculiarità, la nostra caratteristica
fondamentale, senza ovviamente la pretesa di dire tutto. Spero, così facendo,
di poter almeno abbozzare una, seppur pallida, idea, della complessità e della
varietà di ciò che facciamo noi Alpini. Chi, invece, sa vedere le cose in modo
meno superficiale, capisce subito che non è possibile che tante persone siano
mosse a riunirsi, a ritrovarsi non solo per casuali banalità, ed avverte che la
spinta è più seria. A muovere il "nostro mondo" sono le idee ed i
sentimenti; e così è anche per quanti, Alpini e non, si sono mossi per
stendere una mano. L'amicizia, che lega chi ha vissuto insieme, l'affiatamento e
la fratellanza che ha sempre caratterizzato il nostro spirito, è il sentimento
che spinge gli Alpini a ritrovarsi, a dare, senza nulla ricevere. Non sarà
possibile tutto ciò se dentro non vi è quell'amore per il prossimo che ogni
Alpino porta dentro il suo cuore. Occupo ancora un po' di spazio in questo
semplice foglio per dire grazie a tutti coloro che mi hanno spinto a venire ad
Assisi e che hanno voluto essermi vicino in questo frangente. Sembra una frase
fatta, ma mi sarebbe materialmente impossibile ringraziare quanti mi sono stati
vicino con consigli e quanti hanno riposto la loro fiducia nella mia persona.
Quasi quasi mi dimenticavo di scrivere che mi consideravo fortunato di essermi
arricchito di tante nuove e care amicizie; questa occasione me ne ha dato una
conferma convincente e commovente. Più di tutto mi ha colpito il tono di quei
fraterni incitamenti per l'opera che ho potuto svolgere, la solidarietà che
traspariva dai compagni di "avventura". Mi è impossibile dire, anche
solo per categorie, da chi sono venute tante testimonianze di stima, di
affetto, di rammarico; considero tutti coloro che le hanno manifestate e non,
tutti ugualmente amici, ed a tutti ripeto la mia sentita e profonda gratitudine.
Un ringraziamento particolare desidero rivolgere al Presidente della
Commissione, geom. Lino Chies, ed a quanti, nel sostituirci ad Assisi, vorranno
sottolineare che questo passaggio di consegne avverrà sotto il segno della
continuità; a quanti si alterneranno nel futuro auguro di cuore buon lavoro,
per l'Associazione e per loro.
Steno Bellotto
|
6^ squadra (22 - 29 novembre '98)
Domenica 22.11.98 Domenica. Oggi, dopo 5
ore di viaggio, una parte del quale attraverso una bufera di neve, sono
ritornato ad Assisi, con una squadra di alpini così composta: Costacurta
Celestino, Giusti Pietro, Masut Leo, Frare Francesco, De Luca Silvano,
Battistella Aldo, Rossi Zeno, Cisotto Pietro, Lorenzon Simone, Pasin Teodoro e
l'autista, attendente Cuch Giovanni, già presente con il 5^ turno. Dopo aver
effettuato il cambio tra il 5^ e 6^ turno ed aver ricevuto le raccomandazioni e
gli ordini da Lino, abbiamo pranzato. Quindi Lino e Battista, autisti perfetti,
sono ripartiti riportando a casa gli alpini del 5^ turno. Quattro parole per
conoscerci meglio, quindi viene stilato il programma per lunedì, ben
consapevoli del grande lavoro da svolgere. Non voglio dimenticare la grande
accoglienza fattaci dalle suore. Con noi era giunto ad Assisi il bocia Ros
Domenico, del primo turno, che ha voluto accompagnarci in questa nuova avventura
e con molto rammarico ha dovuto tornare a casa per motivi di lavoro. Ciao a
domani. 23.11.98 Lunedì. Oggi sveglia alle 6.30, disbrighi mattutini e
colazione. Ore 7: alzabandiera e inizio lavori. Ognuno di noi sa cosa deve fare
quindi ognuno ai propri posti. Io e l'attendente autista partiamo subito a
prendere il primo carico di materiali. Alle 8 siamo già di ritorno in cantiere,
dopo di che si riparte per Gualdo per il primo carico di intonaco, che a
mezzogiorno è già scaricato in cantiere. Piero Cisotto si occupa con passione
della cucina, appena posso cerco di aiutarlo. Il lavoro procede molto bene, ma
solo un miracolo può farci rispettare il programma prefissato. Il gruppo ha
legato molto bene, c'è stata qualche scintilla... ma domani cercherò di
collegare bene i fili. 24.11.98 Martedì. Questa mattina abbiamo cominciato a
lavorare con un impeto spaventoso, rischiando di grippare la betoniera, ma il
Cuch, dopo tanto peregrinare, è riuscito a trovare il grasso, e così tutto si
è appianato. Perfino al Rossi, soprannominato "piè veloce", abbiamo
dovuto raffreddare le scarpe. Tutti lavorano con grande impegno, un
comportamento davvero lodevole. Le poche parole che si sentono durante il
lavoro, a parte quelle allegre di Simon, sono quelle esperte di Silvano e Aldo.
Neanche i cottimisti lavorano così. Io non so se è l'aria di Assisi o suor
Giustina... Mi domando spesso se questi Alpini hanno una anagrafe o sono senza
limiti. Spero sempre che Dalema non ci mandi gli ispettori, altrimenti altro che
pensione: ci rimanda tutti a lavorare. Ciao. 25.11.98 Mercoledì. Si lavora con
un ritmo spaventoso. Siamo molto stanchi ma il lavoro fatto è enorme e penso
che gran parte del programma verrà rispettato. Il morale è alto e il gruppo
sempre più unito. Malgrado tutto si trova però il tempo per una battuta e per
una risata. Anche il Zeno "pie veloce", la nostra mascotte, si dà da
fare e ci voleva proprio. A domani. 28.11.98 Sabato. Dopo due giorni di
silenzio, ho creduto opportuno farmi risentire perché il miracolo tanto atteso
si è avverato: ciò che hanno chiesto i nostri capi lo abbiamo svolto. Questa
mattina sono arrivate le piastrelle, in poco tempo le abbiamo scaricate;
quindi, terminate le ultime rabboccature di malta qua e là, abbiamo riordinato
i materiali e le attrezzature, ed abbiamo pulito il cantiere (ne aveva proprio
bisogno). Poi tutti a pranzo, per festeggiare il compleanno di Aldo Battistella,
cui hanno partecipato anche le suore per una coppa di gelato. Ieri è stata a
trovarci la badessa, soddisfattissima per il lavoro svolto, ma rammaricata con
me per aver sforzato gli alpini oltre l'impossibile. Così oggi ho rimediato,
concedendo loro mezza giornata di riposo. Non dimenticherò mai questi
meravigliosi alpini e li ringrazierò personalmente a nome della Commissione
"San Quirico". Grazie di cuore Pietro, Aldo, Simone, Leo, Gianni,
Giovanni, Francesco, Zeno, Silvano Pietro. Arrivederci
Celestino Costacurta
|
7^ squadra (29 novembre - 06 dicembre '98)
29.11.98 Domenica. Partenza alle
6.00 dal casello autostradale di Conegliano per Assisi con due pulmini ed il
Fiorino di Montesel Valerio, con a testa il signor Chies. Arrivati verso Ravenna
inceppo al Fiorino. A forza di acqua e vari si arriva ad Assisi alle 11.45.
Pranzo e cambio consegne squadra entrante e uscente e via, quelli rimasti ad
Assisi per un giretto in città e poi cena. Qualcuno ha cenato fuori. Alle 22.30
tutti in branda. 30.11.98 Lunedì. Sveglia alle 6.20, colazione, alza bandiera e
inizio lavori ore 7.00, chi malta chi piastrelle. Ore 10 arriva il sig. Maretto.
Pranzo ore 12 poi di nuovo a lavorare, poi inceppo verso le 16 per la qualità
delle piastrelle e allora via a Perugia con suor Giustina e sottoscritto
Zanette e verso le 19.30 qualcuno ha pensato male. Cena, ammaina bandiera e
tutti a dormire verso le 23.00. 01.12.98 Martedì. Sveglia ore 6.15. Colazione,
alzabandiera e inizio lavori. Ore 7.00 primo viaggio a Perugia per il ritiro
delle piastrelle e di nuovo in cantiere, dove sono già pronti per la posa.
Pranzo ore 12.00 e di nuovo tutti al lavoro. Fine lavori ore 18.30, ammaina
bandiera, cena. Chi fuori chi dentro. Ore 22.30 tutti a nanna. 02.12.98
Mercoledì. Sveglia ore 6.30, colazione, alzabandiera, inizio lavori ore 7.00.
Verso le ore 10 arriva il sig. Geronazzo e moglie. Pranzo assieme, poi verso le
15 il signor Geronazzo parte e noi continuiamo il lavoro fino alle 18.30.
Ammaina bandiera, cena e poi il solito discorso fino alle 22.45 03.12.98
Giovedì. Sveglia ore 6.30. Colazione, alzabandiera, inizio lavori ore 7.00.
Verso le 10 arriva il Presidente Gai con moglie ed il Cadorin, capogruppo di San
Vendemiano. Pranzano con noi e ripartono alle 14.30. Partito Gai un alpino si
infortuna con il manico della pala caduto per sbaglio nella betoniera ad un
altro alpino. Operazione per disinfettarlo, cerotti sopra la ciglia sinistra e
qualche segno forse resterà, a perenne ricordo del cantiere di san Quirico.
Subito dopo un altro alpino si ferisce con le sue stesse mani con in taglierino,
così non più un alpino ferito ma bensì due. Il lavoro continua fino alle
18.30, ammaina bandiera poi si cena, chi dentro chi fuori. Dopo cena partita a
carte con le noccioline a £ 500 cadauna con 4 alpini. Chi compra, che vende. A
fine partita il risultato è di £ 153.000. Pensavo che alla fine i soldi
tornassero nelle proprie tasche ma uno ha chiuso tutto in una busta e ha
consegnato tutto a suor Giustina. 04.12.98 Venerdì. Sveglia alle 6.20,
colazione, alza bandiera, inizio lavori ore 7.00.Verso le 9.10 si decide di
andare al pronto soccorso, perché, manco a farlo apposta, gli alpini feriti non
si ricordano quando hanno fatto l'antitetanica. Allora via i due infortunati. Il
medico ci guarda, ci dice che per la puntura va bene, per il resto tutto apposto
all'alpino delle sopracciglia. Gli dice di stare attento che le suore menano
con il manganello. L'alpino risponde che non ci sono problemi e via al lavoro.
Tutto come al solito fino alle 6.15, poi cena, poi partita a carte con le noci
e a letto alle 23.00. 05.12.98 Sabato. Sveglia come al solito e tutto come al
solito. Chi malta, chi piastrelle, tutto a posto e, fatto controllo, pranzo alle
12. Alle 13.10 di nuovo a lavorare. Al mattino è arrivata una squadra di 12
persone da Lecco per salutare suor Giustina e le sorelle. Erano stati nel
monastero prima di noi ad aprile. Dopo un bicchiere sono ripartiti per Nocera
Umbra. Arrivano Chies, con moglie, dott. Mion con moglie, dott. Toni Battistella
con moglie. Prima di cena tutti a lavarsi in fretta e poi, in fila indiana,
tutti a messa nella piccola cappella del monastero, meno il nonno Renzo rimasto
di guardia. Poi cena tutti assieme, bicchierata e poi fuori le mogli a dormire
in albergo (Mion sequestrato da moglie e figlia anche lui in albergo). Noi con
Lino e Toni in piazza con la valigetta delle bottiglie. Arrivati in piazza,
vicino alla fontana, si unisce a noi un prete in comitiva con dei ragazzi di
Bologna tra ombre e canti. Chies ad un certo punto chiede al sottoscritto di
andare in macchina a ricaricare la valigetta e portare la fisarmonica del Toni.
Suoni e canti fino alle 23.30. Davanti a noi una osteria che chiude alle 24.00.
L'oste ha dovuto fare gli straordinari... Entrati c'era già pronta la bottiglia
in omaggio con i bicchieri. La bagarre continua quindi anche fuori dell'osteria,
con suoni e canti. Poi qualcuno ha un desiderio da soddisfare... e allora giù
acqua. Il Toni dice che qualcuno da dietro ha gettato l'acqua per fare la bolla
ma non si è accorto che siamo in riva in giù... Ore ... fine e tutti a
dormire. 06.12.98 Domenica. Sveglia ore 6.00, alzabandiera e colazione veloce
perché ci sono delle finitura di malte da sistemare. Poi giunge notizia che sta
per arrivare il Presidente Nazionale Parazzini. Alle 11.00 squilla il telefono
con richiesta di preparare un flebo per il Presidente che non sta bene in quanto
reduce da un sabato di riunione in Abruzzo. Chies dà istruzioni a Toni, che,
come medico, provvede. Il Presidente arriva mentre Toni suona il Trentatrè con
la fisarmonica e tutti gli alpini sono sull'attenti. Chies presenta la forza
che comprende anche le quattro sorelle e Giovanni e Mirco da San Fior, che
giungono proprio in questo momento. Poi tutti a pranzo, cin cin con il
Presidente e le sorelle. A fine pranzo suor Giustina distribuisce ai presenti
le catenine e le cartoline del monastero, quindi a sorpresa ci canta il
"Signore delle cime", magistralmente accompagnata dalla fisarmonica
di Toni. Qualche lacrima di commozione tra i presenti quando il Presidente
nazionale chiede di dedicare questo canto (che per gli alpini è ormai diventato
una preghiera) all'amico Santin ("Panzilio") da poco andato avanti.
Prima di lasciare il monastero, desiderosi di tornare alle nostre case ma
contenti di aver collaborato a quest'opera di alpinità che rimarrà nel tempo,
Chies chiama tutti all'ammaina bandiera. Il Presidente Parazzini gentilmente
saluta tutti, promettendo di essere presenta all'inaugurazione.
Giovanni Zanette
|
8^ squadra (13 - 20 dicembre "98)
13.12.98 Domenica. Domenica, Santa
Lucia, ore 7.00, Partenza dal casello autostradale di Conegliano. Prima tappa a
Cesena per un panino ed un bicchiere e via. Arrivati, ore 11.40, ad Assisi Suor
Giustina e Suor Roberta ci aspettano. Subito il Zoppas alza la bandiera. Segue
il pranzo. Qualcuno va a visitare Assisi e qualcuno rimane nel monastero. Uno si
accorge che gli manca la penna sul cappello. Ore 19.00 Ammaina bandiera e cena,
con grandi congratulazioni al cuoco. Partita a carte poi tutti a nanna. 14.12.98
Lunedì. Sveglia alle 6.20, dopo una notte di chi tagliava legna e chi non
dorme per sentire la musica. Tutti presenti a colazione. Uno dice che ha dormito
come un re... Dopo l'alzabandiera tutti al lavoro agli ordini di Papa Pietro,
capocantiere. Arriva il geometra Frate e non so perché Suor Giustina lo chiama
così. Verso le 15 arriva Suor Giustina con la Badessa che ci porta dei dolci
per festeggiare Santa Lucia questa sera. Un grazie a tutti noi, saluti e
qualche bacio. Pietro Papa chiede a suor Giustina se ha dormito bene questa
notte nel materasso ortopedico che le ha regalato. Breve pausa, poi di nuovo al
lavoro fino alle 18.30, poi cena, partita a carte e a nanna. 15.12.98 Martedì.
Solita notte di gran lavoro di taglialegna... Per il grande trambusto il cuoco
ha preferito abbandonare il suo posto branda ed andarsene a dormire al freddo
nel corridoio. La mattina il cuoco dice di aver fatto una grande scoperta:
meglio dormire al freddo che star svegli al caldo..... Suor Giustina controlla
se facciamo merenda o no. Tutto procede bene. A pranzo grandi congratulazioni al
cuoco. Alle 13 di nuovo al lavoro sotto il controllo di Suor Giustina. 16.12.98
Mercoledì. Sveglia alle 6.15, alzabandiera e colazione. Alle 7.00 tutti ai loro
posti. Alle 11.15 arriva Maretto con l'ultimo contingente 1998. A pranzo
Maretto ringrazia tutti a nome delle Sezioni. Quando riparte c'è la sorpresa di
una firma nel cofano dell'auto. Poi ci si accorge che anche il furgone della
Protezione Civile ha lo stesso marchio. C'è stato un battibecco con una
signora che fa fatica ad entrare nel portone di fronte a noi con la sua auto.
Comunque tutto va liscio. Per il prolungarsi della partita a carte, si va in
branda alle 24.00 17.12.98 Giovedì. Sveglia ore 6.15 e tutto coma al solito.
Siamo quasi giunti alla fine dei lavori e allora Suor Giustina fa smontare il
portone così il Pietro ne costruisce uno fisso. A pranzo di nuovo grandi
congratulazioni al cuoco, davvero eccellente. Dopo cena ci sarà un concerto a
San Francesco.
Giovanni Zanette
|
9^ squadra (31 gennaio - 07 febbraio '99)
Domenica 31 Gennaio. Dopo la pausa
per le festività natalizie, oggi una squadra volonterosa e molto briosa è
partita dal casello autostradale di San Vendemiano con meta il monastero delle
Clarisse di S. Quirico in Assisi per riaprire il cantiere di lavoro. La
squadra, composta da 13 soci alpini, formava una colonna di due auto e due
furgoni. Purtroppo nell'attraversare l'Appennino, sul colle del Verghereto, si
imbatteva in una bufera di neve ed era costretta a rallentare l'andatura che non
superava i 40 Km/ora. Osservando davanti a me l'auto guidata dall'amico Nino
Geronazzo ed il furgone di Moreno Bortoluzzi e dietro a noi l'auto guidata dal
segretario dell'operazione, Dal Mas, e nessun altro mezzo in transito, mi
rivolgevo al mio compagno di viaggio Bepi Bottega dicendo: "sembriamo
quattro mezzi disperati alla ricerca di fortuna". Arrivati ad Assisi nel
piazzale di S. Chiara siamo stati costretti a fermarci per mettere le catene da
neve e poter scendere con qualche peripezia fino al cantiere dove ci attendeva
sr. Giustina con un largo sorriso ed un caloroso ciao. Il cuoco si è subito
prodigato con prontezza e capacità e ci ha preparato una buona ed abbondante
pastasciutta e tutto ciò che seguiva, con spiccata fantasia. Abbiamo poi
scaricato tutti insieme i furgoni, abbiamo preso gli ordini per il giorno
successivo e siamo usciti per una passeggiata ad Assisi e la S. Messa in
Basilica. Verso le ore 22,30 dopo aver cenato e dialogato delle vicissitudini
del giorno siamo andati a riposare. Lunedì 1 Febbraio. Stamane improvvisamente
Bepi ha acceso le luci della camerata, non sapevo che ora fosse però senza
lamentela alcuna, tutti ritti a prepararsi per la prima giornata di lavoro. Dopo
una frettolosa colazione ci siamo radunati nel cortile interno per
l'alzabandiera col comandante Nino Geronazzo ed il capocantiere Piero. Il gruppo
ha iniziato i lavori, ognuno nel suo specifico, guidati dal valido Piero. Suor
Giustina viene spesso a farci visita durante la giornata, sia per esporre le sue
idee, forse ricevute dalla madre superiora, che per vedere come procedono i
lavori. Oggi era attratta dalla posa dei controsoffitti e dalla stuccatura
delle pareti sulle pietre che rimarranno faccia a vista. Era così interessata
che le venivano consegnati frattasso e cazzuolino e, insegnatole ad usarli,
eseguiva il lavoro meravigliata e felice. Dopo aver pranzato l'amico Nino
riprendeva il viaggio di ritorno a Conegliano. Il cielo plumbeo che avevo
osservato al mattino era un preavviso della neve che avrebbe continuato a
cadere per quasi tutto il giorno. Il vento freddo della giornata aveva convinto
qualcuno a sprangare bene le vie di accesso al caseggiato, dimenticandosi di
avermi chiuso all'esterno dove stavo preparando la malta. Alle 19,30 ci siamo
riuniti per la cena e dopo una partitina a carte ed un digestivo in compagnia,
ci siamo augurati la buona notte. Martedì 2 Febbraio. L'alba ci ha colti di
sorpresa e la maggior parte di noi si è alzata alle 6.45.All'alzabandiera non
eravamo tutti presenti, in particolare mancava Moreno (capogruppo di Ogliano)
che si è giustificato dicendo che il troppo freddo gli aveva irrigidito le
giunture rendendolo duro come un baccalà e che pertanto smuovere le
articolazioni è stata un'ardua impresa. Dal giorno del nostro arrivo infatti il
riscaldamento non funzionava e, complice la neve, la temperatura nelle camere
era davvero gelida: solo una buona dose di coperte riusciva a mitigare il freddo
della notte. La giornata comunque volgeva al bello ed abbiamo rivisto il sole;
l'aria era anche un po' più mite. Il capocantiere Piero, pensò di mandarmi a
cogliere dei rametti di calicantus da offrire a sr. Giustina; io lo assecondai
senza esitazione e così l'addobbo dell'altare della cappella fu presto fatto.
Quando a sera siamo rientrati nelle camere per prepararci per la cena abbiamo
trovato la bella sorpresa che l'impianto dei termo stava funzionando; questa
novità ci ha rincuorato. Ancora una bella risata ci attendeva. L'eccellente
cuoco Eliseo chiese aiuto a Bruno per scolare la pasta ma mentre la versava si
udì il grido di Bruno: "Alt, non ci vedo più". Noi allarmati siamo
accorsi ma egli proseguì tranquillo: "mi si sono appannati gli
occhiali". Dopo la cena ancora una passeggiata per Assisi ed infine un buon
bicchiere di ottimo prosecco DOC accompagnato dal mandorlato prima di andare
finalmente a stendere le stanche membra. Mercoledì 3 Febbraio. Questa sera sono
piuttosto stanco e non riesco a coordinare le idee comunque, anche se stringata,
scriverò qualche notizia. Ci siamo schierati atti sull'attenti, come ai bei
tempi della naja, verso le 7,20 e subito dopo ognuno ha ripreso il proprio
lavoro. Una cosa che ancora non ho fatto è presentare la squadra di questa
settimana e vado subito a incominciare con l'impareggiabile Pietro Papa,
capocantiere ed il più anziano dei gruppo, Biz Angelo muratore, Bortoluzzi
Moreno, Zanette Bruno, Vendramini Ivano e Casagrande Sante gessini, Ginato Aldo
elettricista, Bottega Giuseppe e Cuzziol Pierluigi aiutanti e "dulcis in
fundo" l'impareggiabile cuoco Cal Eliseo. Suor Giustina viene spesso a
farci visita, scatta foto di sorpresa e riesce col suo carisma ad incoraggiarci
quando siamo stanchi ed a trasmettere col suo volto sorridente, serenità e
tranquillità. Riesce a farci vedere meravigliose anche le piccole cose
insignificanti. Questo clima favorisce la ricerca della pace interiore e si
riesce qui a vivere fuori da quel mondo di preoccupazioni e tensioni che
quotidianamente si incontra. Prima di coricarsi ancora quattro chiacchiere ed i
programmi per l'indomani ed infine lo scambio della buonanotte. Giovedì 4
Febbraio. Anche oggi dopo l'alzabandiera la solita routine: tutta la squadra si
è messa all'opera. Verso le ore 8 è arrivata sr. Giustina che parlando con
Pietro e Moreno sì è accordata per la costruzione di una parete non prevista
in precedenza e così Bepi è partito col furgone per fare l'acquisto dei
materiale necessario. Giorno dopo giorno la squadra si è sempre più amalgamata
fino a formare un gruppo omogeneo che ha tralasciato momentaneamente le
preoccupazioni di casa, che lavora sodo e con molta gioia, che vive una grande
serenità. Anche di questa bella esperienza dobbiamo ringraziare il Signore.
Oggi abbiamo avuto la visita della Reverenda Madre Badessa delle Clarisse che si
è complimentata coi gruppo perché i lavori di restauro procedono molto bene ed
ha espresso la sua soddisfazione per tutte le squadre alle quali è molto grata.
Per l'occasione il bravo Eliseo ha preparato le frittelle che abbiamo gustato
tutti insieme ed annaffiato sempre coi buon prosecco. Moreno è sempre più
meravigliato di cosa e come il cuoco Eliseo riesce a preparare ed anch'io mi
unisco ad elogiarlo perché i suoi buoni pranzetti si gustano con gli occhi
prima ancora che col palato. Durante la cena di stasera regnava un'aria colma di
fratellanza e di profonda amicizia. Moreno era alla sua ultima notte di
permanenza e, felice per l'esperienza vissuta, ci ha offerto il digestivo fuori
in città: eravamo davvero tutti contenti. Venerdì 5 Febbraio. Questa mattina
Moreno ha comandato il gruppo per l'alzabandiera e poi ci siamo messi di buona
lena a lavorare perché oggi Bruno, Ivano e Moreno terminato il loro compito, se
ne tornavano a casa per godersi una pausa con la loro famiglia prima di
ripartire per altri impegni di lavoro. Mentre toglievo dei vecchio intonaco da
una nicchia nella sala che diventerà la chiesetta dei monastero, oggi mi è
venuta da vicino sr. Giustina e mi ha espresso il desiderio di provare lei
stessa; munitasi di martello ha iniziato a picchiare sul muro ma dopo alcuni
colpi si è fermata sconsolata esclamando "non si scalfisce quasi niente,
è come se grattassi con un'unghia". Sempre forte e presente sr. Giustina!
Il grande Eliseo oggi ha voluto completare il pranzo di commiato dei tre che
dovevano partire con la crostata alle prugne e così, oltre che bravo cuoco, lo
abbiamo scoperto anche bravo pasticcere. Stasera eravamo piuttosto taciturni e
un po' nostalgici perché il nostro gruppo si era ridotto; mancavano gli elogi
di Moreno al cuoco, le battute spiritose di Bruno e la pacata morale di Ivano.
Mentre ci accostavamo alla cena però è squillato il telefono ed erano le loro
voci che ci avvisavano di essere ormai a Mestre; ho osservato i presenti ed ho
colto il sorriso nei loro volti. Devo proprio sottolineare che questa settimana
ci ha fatto vivere momenti di profonda stima reciproca, di rispetto vicendevole, di grande e vera amicizia. La giornata si è conclusa con una
passeggiata per le vie di Assisi che è servita per sgranchire le gambe e per
rilassare e ricaricare la mente. Sabato 6 Febbraio. Poco dopo l'alzabandiera è
squillato il telefono: questa volta era Celestino che chiedeva informazioni per
raggiungere il cantiere indenne da indesiderate multe per sensi vietati. Il
bravo Bepi, autista dei pulmino, gli andò incontro e dopo una diecina di minuti
li vedemmo arrivare scortati da una pattuglia dei Vigili Urbani Mentre
attendevamo alle operazioni di scarico e carico del furgone con altro materiale
da rinviare a casa, sono giunti anche i tre falegnami che si sarebbero fermati
per eseguire il montaggio dei serramenti. La giornata è proseguita con la
continuazione dei lavori programmati. Dopo pranzo, Celestino con il suo
compagno di viaggio, un giovane alpino detto "Bocia", riprendevano il
viaggio di ritorno portando a casa anche l'amico Angelo. Il gruppo era ora
ridotto a sei persone più i nuovi tre arrivati. Alle 18 e 30 abbiamo assistito
alla S. Messa nella chiesetta insieme a sr. Roberta e sr. Giustina ed infine ci
siamo ritrovati per la cena ed un momento di allegria. Domenica 7 Febbraio. Oggi
è domenica. L'alzabandiera viene fatto più tardi aspetto ai giorni precedenti
perché siamo rimasti a letto un po' di più. Dopo la colazione, abbiamo fatto i
bagagli e disfatto i letti, mentre per la pulizia e la sistemazione delle camere
si sono prodigate le brave sr. Giustina e sr. Roberta. Alle 11 e 30 è arrivata
la squadra di lavoro per la prossima settimana; causa lo spazio ristretto
abbiamo pranzato in due turni. Verso le ore 14 sr. Roberta e sr. Giustina sono
venute a dare il benvenuto ai nuovi arrivati e ad accomiatarsi da noi che
stavamo per partire. Durante il viaggio di ritorno Bepi chiese di accendere la
radio per la cronaca in diretta dagli stadi dei calcio, una cosa questa non
condivisa dall'amico Chies che non apprezza la trasmissione ma che infine
accettò per accontentare la maggioranza. Terminata la radiocronaca, il
programma cambiò. Il bravo Bepi, componente del "Coro Castel",
intonò un canto e seguito da qualche piccolo accompagnamento dal resto della
comitiva, ci tenne allegri fino all'arrivo. A Conegliano ci attendeva l'amico
Maretto con del buon vino per un brindisi insieme prima di salutarci e
sciogliere il gruppo. Dal mio punto di vista questa settimana ha scritto
un'altra pagina nella storia delle Sezioni di Conegliano e Vittorio Veneto, una
storia che ha visto un manipolo di persone vivere una nuova esperienza con
impegno, fratellanza e altruismo in momenti di gioia e serenità alternati a
momenti di preghiera e condivisione. Sono questi i valori che spingono ciascuno
di noi a dare la propria disponibilità nell'aiuto a chi ha bisogno, fedeli nel
nostro spirito alpino al motto: "Aiutare i vivi per ricordare i
morti" ed è così che io ho voluto ricordare mio padre Federico ex
combattente sul fronte Greco-Albanese coi gruppo "Valtagliamento"
scomparso alcuni anni fa.
Pierluigi Cuzziol
|
10^ squadra (07
- 13 febbraio '99)
Domenica 7 Febbraio. Non ti ricordi quel
mese di Febbraio.. un lungo treno portava ad Assisi.. Siamo arrivati al
monastero di San Quirico. Presa visione dell'edificio, preso possesso della
branda (da quando in qua gli Alpini trovano monache che preparano loro il letto
con lenzuola, federa, coperte ed un caldo da equatore ??), subito esperimentiamo
la cucina umbroveneta. Nel pomeriggio è di obbligo un saluto al Grande Capo di
Assisi: San Francesco. Una visita, se pur veloce alla patriarcale basilica segna
il pomeriggio del Gruppo Alpini che in questa settimana lavorerà al Campo di
volontariato organizzato dalle sezioni ANA di Conegliano e Vittorio Veneto.
All'appello rispondono "Presente !": Tomasella Giacomino del Gruppo di
Colle Umberto insieme a Pietro Fadelli dello stesso Gruppo; del Gruppo di San
Vendemiano son presenti Antonio Speranza e gli aggregati Casagrande Gianni e Zornio Mario; Ermens Grava del Gruppo di Revine; Martin Guido del Gruppo di San
Fior, Perencin Lino del Gruppo di Susegana insieme agli aggregati Riccardo Barro
e Gerlin Salvino; Mazzero Giovanni del Gruppo di Solighetto e Zanin Cesare del
Gruppo di Tovena, Collotto Beniamino del Gruppo di Ponte della Priula e Antonio
Zanetti del Gruppo di San Giacomo. E' la decima squadra impegnata nel cantiere e
tutto lascia prevedere che terranno alto l'onore già conquistato dalle squadre
precedenti. Alla sera la prova di fuoco per il cuoco Guido Martin; prova
superata con soddisfazione di tutti. Lunedì 8 Febbraio. Alle ore 7 tutti gli
alpini sono già al posto di combattimento: con spatole, cazzuole, pennelli,
fili elettrici... : sembra che il cantiere del monastero di san Quirico lo
conoscano da sempre, anche se in realtà sono arrivati appena ieri. Nella
mattinata arriva il Cronista che viene informato sulle attività e iniziative in
corso. L'argomento del giorno sono i "lavori" notturni che gli Alpini
hanno dovuto affrontare. Ieri sera infatti, ad un'ora non più canonica, in
camerata si sono presentate due creature "bianche come la neve" per
lo spavento, tutte coperte, tranne gli occhi, come dei fedaiyn, invocanti aiuto
come le anime del purgatorio, quelle più abbandonate! Solo a fatica gli alpini,
pur competenti nel distinguere creature angeliche da creature terrestri, hanno
riconosciuto in quelle presenze suor Giustina e suor Roberta, che invocavano
aiuto per la presenza dei "soliti ignoti" tra le mura del monastero.
Le forze di pubblica sicurezza subito giunte hanno rassicurato "le
poverette" che queste visite notturne sono ormai normali nell'Assisi post-terremoto, anzi, hanno affermato i custodi della quiete pubblica per
tranquillizarle maggiormente, c'è sempre una prima visita, quasi un necessario
sopralluogo per verificare cosa c'è di esportabile, a cui segue una seconda
presenza, più nutrita numericamente, per prendere ciò che precedentemente si
era annotato. Sembra che tale intervento per le sorelle clarisse non sia stato
tanto rassicurante perché hanno chiesto che due alpini si portassero a dormire
nel corridoio delle celle, per vegliare nella notte. I testimoni dicono che a
questa richiesta ci sia stato un primo momento di smarrimento ("In
clausura, io ?") a cui è seguito un parapiglia: "Io, Io ! Io
!.." (sono noti a tutti la generosità e il coraggio degli alpini). Esclusi subito i più audaci, messi da parte i più vispi, gli unici rimasti
sono stati Giacomino e Guido, che caricati sulle spalle materasso, cuscino e
coperte, sono andati a dormire in clausura, nell'attesa di tempi migliori cioè
quando la Madre badessa, subito informata, avrebbe mandato qualche altra monaca
a rafforzare il presidio. Così è andata la giornata, interrotta a mezzogiorno
per il rancio: un'ottima pastasciutta "a puntate", denominata così
perché il valente cuoco ha scambiato un pacco da mezzo chilo con un pacco da
chilo.., carré di maiale al forno, radicchio, vino e dolci della casa, caffè.
Per quanto è stato dato di capire al cronista argomenti di conversazione sono
stati: la poca familiarità delle mogli con le auto, soprattutto per quanto
riguarda il significato e le conseguenze della prolungata accensione della spia
della benzina; i valori e i pregi della propria moglie, che di questo però non
deve essere mai informata; i figli che "no i scolta i pì veci"; una
ricetta del risotto con funghi porcini sperimentata in una precedente settimana
di volontariato. Alle ore 19 la truppa si è riunita per la cena (pastapasta e
fagioli, carne o pesce (in scatola) a scelta, piselli e verdure crude miste,
dolci e vini della casa, caffè e digestivi vari). Argomento di conversazione
(il cronista ha cambiato posto) la domanda: Come si dorme meglio ? Al caldo o
al freddo, con le imposte chiuse o aperte ? L'argomento ha occasione a far delle
considerazioni sul "prima" e sul "dopo" del matrimonio .
Considerazioni che, sembra, hanno ulteriormente motivato Pierino e don Roberto
(per motivi diversi) sulla bontà della loro scelta celibataria. Telefonate ai
cari lontani, partite a briscola e a scala quaranta hanno concluso questa prima
e intensissima giornata. Martedì 9 Febbraio. Solo il vento si fa compagno di
Lino per l'alza bandiera alle 6 del mattino (Nb: per l'ammaina bandiera la sera
precedente erano uno in più: Lino, il vento e la notte). La mattinata è ricca
di lavoro, le monache festeggiano san Rinaldo vescovo, uno dei santi patroni
delle diocesi di Assisi-Gualdo Tadino-Nocera e vivono di sussulto in sussulto:
sono ripassati i ladri ? sono stati già individuati dall'Arma ? Sta di fatto
che, per evitare possibili colassi e spaventi, è meglio preavvisare quando ci
si avvicina alla clausura.... Si presume che le monache abbiano riletto la
pagina di storia che racconta della santa Madre fondatrice, Chiara di Assisi,
alle prese con gli infedeli saraceni. Vedremo gli esiti ? Per fortificarle il
Gruppo Alpini ha deliberato di condividere con loro il rancio: quattro enormi
porzioni di pasticcio varcano la clausura. Alle undici arrivano da Ogliano De
Luca Luigi, Frare Domenico e Bozzon Natale, gli esperti del ferro battuto e dei
serramenti : il tempo per cambiarsi e alcuni cancelli e porte sono già
sistemati prima di mezzogiorno; per loro sono già state preparate tre brande
nel corridoio, luogo prescelto per poterci far stare tutti. A mezzogiorno,
purtroppo, sgradita sorpresa: il pomodoro del pasticcio si è inacidito a causa
del caldo e parecchi preferiscono orientarsi per un grande piatto di pane,
soppressa e formaggio. Il "fattaccio" fa scaturire una conversazione
sulle qualità culinarie delle mogli, sulle modalità da usare per una buona
conservazione del cibo, sulla fortuna di avere sempre appresso una scorta di
"pan, soppressa e vin bon, che ai alpini ghe basta..". Nel pomeriggio
continuano alacremente i lavori e i risultati appaiono in evidenza: suor
Francesca, passando, non riconoscendo più nello spazio che fungeva da
magazzino, popolato di topi, la splendida sala a volta che fungerà da cappella,
esclama: "San Francesco! Ho sbagliato monastero!". Più volte
Giacomino viene intercettato perché procuri materiale e attrezzi che dovevano
esserci ma non si riescono più a trovare; egli fa la spola tra Assisi e la
piana per procurare ciò che serve, sperimentando così la nota gentilezza degli
umbri. La cena vede tutti riuniti attorno ad un ottimo risotto al radicchio,
petti di pollo, peperonata e fagioli in insalata. A conclusione tutti tessono le
lodi della moglie di Luigi De Luca per l'ottima e abbondante crostata con cui si
conclude quella che doveva essere una "mensa frugale". Nb: il vicino
di tavola del cronista finisce la cena dicendo: "Se me vede me moier che
magne tuta sta' roba la me mete a steca par na' setimana, parchè la ghe tien
anca a la me linea". Non sa quanto è fortunato! Dopo cena alcuni escono
per un breve giro per Assisi, per telefonate varie; altri continuano il torneo
di scala quaranta iniziato la sera precedente, torneo che permette di constare
che alcuni, diversamente da quanto afferma un noto proverbio, son fortunati sia
nel gioco come nell'amore. A notte fonda tutti dormono e tutti sognano: chi il
paesello ricoperto di neve, chi una rocambolesca cattura dei ladri, chi...
Mercoledì 10 Febbraio. Una fitta pioggerellina unita ad una fitta nebbia
impediscono al cronista di vedere se stamattina c'è stata l'alza bandiera
mentre è certissimo che tutti si sono alzati di buon ora per mettersi al
lavoro. Davvero di ora in ora gli ambienti stanno rivelando tutta la loro
bellezza ! L'elenco delle cose da fare è lungo, come è lungo l'elenco delle
piccole cose che mancano e che Giacomino deve, velocemente, procurare. Peccato
che la splendida Assisi per quanto riguarda le attività mercantili non sia
molto diversa dai tempi di san Francesco. Infatti la più piccola cosa la si
trova o giù in pianura, quando va bene, o bisogna arrivare fino a Bastia Umbra.
Ancora una volta gentilezza e sollecitudine dei locali facilitano viaggi,
conoscenze e possibilità di cambiare la merce visto che sia Giacomino sia chi
lo accompagna chiedono di comperare cose che assolutamente non conoscono. Passa
così la mattinata, ravvivata da frequenti telefonate di Marchioni ("quello
che cercate è nella scatola verde..") e da Lino, ancora una volta vinto
dalla forza persuasiva del dirigente lavori, suor Giustina: "Sì, sì,
sì.. suor Giustina, faccia pure come ha detto. L'importante che per il 18
Aprile tutto sia davvero finito". (Nb: Il consulente familiare consiglia
alla moglie di Lino, Flora, di venire a prendere qualche lezione dalla monaca
di Assisi per far crescere le proprie capacità persuasive nei confronti di
Lino). A mezzogiorno, sorpresa: polenta, spezzatino in umido con patate,
formaggio. Durante il caffè affiora sulle labbra, spontaneo, il canto.. Tutti
fanno replica e tutti si preoccupano e si interrogano sulle capacità lavorative
che avranno nel pomeriggio. Alle ore 16.30 il cronista, con fare indifferente,
verifica lo stato di salute e le capacità lavorative degli Alpini dopo i 10
chili di polenta & C.: tutto procede ottimamente e allegramente. Gli
antichi muri del monastero sembra che non attendessero altro e
"fioriscono" di ora in ora, quasi rispondendo in bellezza a chi li
lavora con tanta passione. Gli Alpini, che nel passato non si sono fatti vincere
dalla neve, figurarsi se oggi si fanno vincere dalla polenta. Alle 19 cena,
condivisa con le monache, costituita da : minestrone, frittata al prosciutto,
formaggio alla piastra, piselli, frutta, dolce e caffè. (Nb: Qualcuno,
continuando a mangiare, dice che qui si mangia troppo). Dopo cena si fanno le
prove di canto per la celebrazione della Messa di domani; strano ! ora gli
Alpini sembrano tutti membri, invece che dell'ANA, dell'Accademia musicale di
Santa Cecilia. Continua in serata, mentre fuori scende abbondante la neve
permettendo al bambino che c'è dentro ogni Alpino di esprimersi in pienezza (Cfr
l'affermazione : "Se ne vedea i nostri fioi.."), il torneo di scala
quaranta, le brevi uscite per le telefonate, il rifugio in branda. Giovedì 11
Febbraio. Questa notte il telefono ha suonato ancora una volta: "Sentiamo
strani rumori...venite presto!" . Dall'altra parte del mondo, la clausura,
l'invocazione di aiuto arriva agli Alpini che, velocissimamente, partono in
perlustrazione. Sono così veloci nella partenza che Giacomino dimentica una
parte di sé (!) sul letto mentre Domenico parte così com'è. Quest'ultimo
viene immediatamente fermato per questioni di pudore... Mentre l'Arma rimane,
fuori un gruppo di Alpini s'inoltra nei corridoi, scende e sale le innumerevoli
scale alla ricerca dei disturbatori della quiete monastica e alpina. Niente da
fare ! Non si trova nessuno! mentre in realtà manca Piero al rientro. Dirà
poi che si era smarrito nei meandri del monastero. Nella mattinata mentre tutti
sono al proprio posto di combattimento (se ci fossero più battaglie come questa
!) il furgone alpino NU.VOL.A. gira per Perugia alla ricerca di un grossista di
piastrelle e affini per portare a casa i battiscopa in cotto. Al volante il
Cronista, navigatore suor Giustina, per varie ed eventuali suor Maddalena. E' un
miracolo della Provvidenza l'aver trovato il magazzino e l'essere tornati a casa
con un navigatore che affermava: "no, di qua. No, no, di là ! Forse
bisogna fare una galleria. No, tre gallerie. Mi ricordo che c'era una
strada...Sono certa che è a sinistra. No, gira a destra... (Nb La pazienza
dell'autista trova motivazione nel fatto che il navigatore erano anni che non
usciva più dalla clausura..). Rientrati dopo varie peripezie due le novità
trovate in casa: sono arrivati gli impiegati della ULLSS per un controllo sulla
sicurezza del cantiere, si sono rotti due vetri a "fondo di
bicchiere" che occorre urgentemente rimpiazzare. Mentre la comunità
monastica informa con fax, telefono e telegrammi i vari responsabili (la Madre
badessa, l'economa, Lino Chies, l'architetto, il geometra Piero, eccetera .. (il
Cronista si sente esonerato dal fare l'elenco completo perché mandato a
rincorrere il vetraio che torna a casa e lavora in laboratorio proprio nell'ora
della nostra pastasciutta) sale nel campo di lavoro una serie di considerazioni
non proprio benevoli nei confronti della "solita" burocrazia... Tutto
ciò, naturalmente non toglie l'appetito soprattutto davanti ad una abbondante
spaghettata al ragù, condivisa oggi con gli elettricisti locali che si alzano
da tavola chiedendo: "Possiamo tornare ancora ?" Potenza della
fraternità alpina ! Nel pomeriggio continuano i lavori che rendono sempre più
bello l'ambiente. Un piccolo mezzo di trasporto comincia a trasportare via i
detriti accumulati in questi mesi nel cortiletto mentre due del Gruppo partono
per comperare una nuova maniglia e 50 chili di cemento. Rientrano in ritardo
perché, non si sa come, si sono persi nelle valli vicine ad Assisi. (Nb:
Consigliato per i prossimo campo di lavoro un corso di orientamento). Alle 18
nessuno più lavora, tutti a pulirsi e a mettersi in ordine per la celebrazione
della Messa con le Suore. E' l'11 Febbraio, oggi, si desidera vivere insieme un
momento di preghiera e di ringraziamento. Le cose degne di essere ricordate di
questa celebrazione sono: i canti curati dagli Alpini, il clima di attenzione e
di partecipazione, la brevità della predica, qualche lacrima qua e là, la
preghiera dell'Alpino alla conclusione. Anche in questo il Gruppo è stato
fedele alla propria identità ! Dopo la Messa subito la cena a base di pasta e
fagioli, insaccati tipici, patate e verdura mista, i dolcetti preparati da Guido
per festeggiare il Giovedì grasso, vino, frutta e caffè. Nella serata: come
sopra. Venerdì 12 Febbraio. Anche la bandiera sente che c'è un'aria di
smobilitazione e di partenza. I lavori si stanno davvero ultimando. Mancano
solo alcuni ritocchi e particolari. E' annunciato l'arrivo di Lino Chies per
affrontare i problemi inerenti alla visita dei funzionari ULLSS di ieri; insieme
arrivano altri volontari per contribuire a rifinire i particolari dei lavori
mentre partono in mattinata i membri del gruppo di Ogliano. Lino giunge poco
prima delle 10 e incontra subito l'architetto, il geometra, il tecnico
responsabile del cantiere, suor Giustina e comunità. All'ordine del giorno del
summit : la strategia da adottare per chiarire eventuali difficoltà che l'ULLSS
potrebbe manifestare. Il clima è molto sereno e nei partecipanti c'è la
profonda convinzione che tutto è davvero secondo le regole. Continuano i
lavori di pulizia, il vecchio portone è definitivamente rimontato e l'ingresso
del monastero splende in bellezza. A tavola ci attendono una mega braciola,
verdure, dolci locali e frittelle venete. Un discorso di Lino, che richiama il
valore dell'esperienza ed esprime gratitudine a quanti, in diversi modo, hanno
contribuito all'esito positivo di questo lavoro ("Anche alle mogli che
hanno permesso la vostra partenza"). Continua poi Giacomino che dà
relazione dei rapporti molto positivi che il gruppo ha vissuto e dell'impegno
nel lavoro e nel rispetto reciproco di cui è testimone. Per un altro gruppo è
il momento dell'addio: il canto, la presenza di tutte quattro le monache
(Giustina, Roberta, Maddalena e Francesca) per la consegna di un
"piccolo" ricordo ma di "grande" significato, varie foto di
gruppo con le monache ("Fin che se pol, parchè fra qualche mese ne tocarà
vederle par le inferiade"), tanti abbracci e ancora qualche lacrima segnano
il primo pomeriggio. Mentre quattro del gruppo partono, chi rimane ha il compito
di verificare il buon funzionamento del riscaldamento, pulire, ritoccare il
colore dei muri, finire l'impianto doccia. Sabato 13 Febbraio. Siamo decisamente
in partenza. I rimasti del Gruppo Alpini della decima squadra sono più che
entusiasti dell'opera realizzata in questi mesi; questo Gruppo ha la fortuna di
vedere in modo evidente i frutti di tanto lavoro. La mattinata è impegnata in
lavori di rifinitura, nella preparazione dei bagagli e nel pranzo. Poi il
drappello si schiera, agli ordini del Capitano Chies, e viene ammainata per
l'ultima volta la bandiera. Ultime foto con le Clarisse, con cappello alpino. Il
viaggio viene vissuto senza difficoltà nonostante le condizioni atmosferiche
dei giorni scorsi hanno reso le strade un po' più difficili da percorrere,
causa la neve e il ghiaccio. Arrivati a San Vendemiano troviamo la graditissima
sorpresa di essere accolti dal nostro Presidente Gai. Graditissimo l'invito di
Bepi Cadorin presso la sede del suo Gruppo: mangiando insieme pane e salame e
bevendo un buon bicchiere abbiamo modo di comunicargli i fatti, le emozioni e i
lavori che hanno riempito questi giorni a San Quirico. Fatti, emozioni e lavori
che i nostri "cuori Alpini" custodiranno con gratitudine.
don Roberto
PS. Alla cronaca di don Roberto segue il seguente breve commento del
responsabile sezionale in quartiere (Giacomino Tomasella): "Tutti i
volontari hanno lavorato in perfetta sintonia tra loro ed il loro comportamento
è stato esemplare, tanto è vero che in tutta la settimana non si è sentito un
"moccolo" (......ndr)".
|
11^ squadra (06 - 09 aprile '99)
Come da accordi presi in precedenza,
puntualissimi ci troviamo all'entrata dell'autostrada alle ore 5.50 e così
partiamo alla volta di Assisi per svolgere al meglio l'incarico affidataci
dalla Commissione all'uopo costituita. Siamo stati comandati alla sistemazione
delle adiacenze ed alle pulizie generali dello spazio necessario alla cerimonia
di riconsegna dei locali sistemati dagli Alpini delle Sezioni di Conegliano e
Vittorio Veneto. Il viaggio va benissimo, infatti alle ore 10.30 siamo già ad
Assisi dove però incontriamo le prime difficoltà. Veniamo infatti bloccati
all'ingresso della città essendo privi di permesso per l'accesso come da
disposizioni comunali. Dopo varie trattative con il vigile, (molto fermo nelle
sue posizioni) addetto al controllo, riusciamo a convincerlo (chi resiste alle
ragioni degli alpini?) delle nostre esigenze (della serie: "la
cocciutaggine degli alpini è superiore anche alla dura intransigenza dei
vigili", ndr) e così il buon vigile ci lascia proseguire per arrivare al
monastero e scaricare l'attrezzatura che abbiamo portato al seguito per poter
svolgere il nostro lavoro. Prendiamo alloggio nell'appartamento riservatoci
all'albergo "Al viaggiatore" e quindi ci rechiamo al monastero, dove
troviamo ancora all'opera i due operai addetti al trattamento finale del
pavimento in cotto. Questi sanno del nostro arrivo, informati dalle suore che
giungeranno al Assisi nel pomeriggio da Amelia. Le buone Clarisse hanno già
predisposto il pranzo per tutti, così verso l'una pranziamo assieme. Quindi,
presa visione del lavoro da eseguire, ci mettiamo all'opera di buona lena. Verso
le 15.30 arrivano Sr. Giustina e Sr. Lucia che ci salutano calorosamente, dato
che tre dei quattro componenti la squadra sono ormai di casa per precedenti
impegni al cantiere, e possono già vedere i primi risultati del nostro lavoro.
Alle 20 terminiamo la giornata, affaticati ma soddisfatti. Cena e subito a
letto, data la stanchezza evidente di tutti, convinti di fare una dormita
salutare e trovarci in perfetta forma per la giornata successiva. Purtroppo i
soliti "rumori" notturni (eravamo in quattro nello stesso vano) non
hanno consentito un riposo ottimale, e così alle 6 del mattino ci siamo alzati
per recarci al lavoro. (Quasi tutti i cronisti hanno parlato di questi
"rumori" notturni: qualcuno li ha chiamati "lavori di
taglialegna", qualcun altro "i concerti di Assisi: a due, a tre o a
più voci", ndr). La giornata si presenta splendida e calda e così
possiamo svolgere un ottimo lavoro con lo sfalcio delle erbacce e la potatura
delle viti e degli alberi, cambiando completamente l'aspetto al luogo
dell'intervento. Le suore provvedono a rifocillarci con merenda a metà mattino
e pomeriggio dandoci la possibilità di una breve pausa: possiamo così
scambiarci le nostre impressioni sul lavoro già fatto e sul da farsi. Verso le
11 giunge ad Assisi anche Lino Chies e Ugo Frassinelli, per prendere visione
degli ultimi interventi da effettuare prima dell'inaugurazione e, dopo aver
pranzato assieme, ripartono per Conegliano. Orgogliosi terminiamo la seconda
giornata di duro lavoro e le suore sono molto soddisfatte del nuovo aspetto
reso allo spazio antistante la loro attuale sistemazione. La sera, dopo aver
cenato, scambiamo alcune chiacchiere per conoscerci meglio. Quindi a dormire.
Durante la notte piove e così al mattino il terreno è molo bagnato, ma questo
non ci impedisce di continuare il nostro lavoro. Anzi acceleriamo i tempi per
concludere in serata, in modo da poter partire il venerdì mattino, anche
perché Dal Mas ci telefona che necessita il furgone in quanto quattro volontari
della Sezione di Conegliano devono partire per l'Albania sabato di buon'ora.
Venerdì mattina ci alziamo con il cattivo tempo, pioggia e vento e la
temperatura scesa notevolmente. Andiamo a prendere gli automezzi parcheggiati
fuori dalle mura della città e sotto una pioggia battente carichiamo nel
furgone quanti materiali possibile e l'attrezzatura del cantiere. Salutate le
suore, alle 10 partiamo. Una pioggia torrenziale ci accompagna fino a Ravenna e
quindi arriviamo Conegliano solo verso le 16.30 dove, dopo aver scaricato il
furgone, ci salutiamo dandoci appuntamento per le giornate della festa
conclusiva.
Claudio Trampetti