ALPINO PERCHE'? |
Dicembre 2000 |
Me lo sono chiesto
tante volte e non ho saputo darmi una risposta. L'ho chiesto tante volte
ad altri e nessuno ha saputo rispondermi. Forse è che questo perché è
il perché dei sognatori, forse dei puri, certamente degli innamorati.
Come si comincia a
desiderare di diventare alpino?
Il più delle volte perché in casa il vecchio nonno, che in gioventù ha
portato sulla testa un ridicolo tubino nobilitato però da una penna d'aquila,
prendendoti sulle sue ginocchia, nella tua infanzia ti raccontava la
meravigliosa fiaba degli orizzonti sconfinati. Poi, nella tua giovinezza
ti è capitato di vedere, in certe occasioni, tuo padre calcarsi in testa un
feltro grigio verde con una lunga penna nera e, grazie a quello, scrollarsi di
dosso un fracco di anni, di ansie, di preoccupazioni. Ed ecco che tu,
quando è venuta la chiamata di naia, hai scelto quella specialità più dura,
più schifa, più santa, perché ormai avevi imparato che poi anche dopo quel
periodo di vita alpina, saresti rimasto per sempre un galantuomo e ti saresti
ritrovato membro di quella famiglia nazionale fatta da soli galantuomini.
Altre
volte uno diventa alpino, anche se non è il continuatore di una tradizione di
famiglia, perché sente in lui un desiderio di essere un qualcosa di umano che
sia però un metro sopra l'umano ed intuisce che questo lo può dare soltanto
l'altezza di quei monti che sconfinano nell'azzurro dei cieli.
Un'altro
diventa alpino perché sa che solo la scuola dell'ardimento, della fatica, di
quella disciplina sostanziale che è ben diversa da quella formale, lo farà un
vero uomo, uno di quegli uomini che nel cuore conserveranno sempre il sentimento
sacro qual'è l'amore per la sua Patria, la fratellanza fra le genti della sua
terra, il legame spirituale fra quelli che si vedono con quelli che non si
vedono più.
Tutte
cose, queste, che però un alpino sente in se stesso ma che quasi si vergogna di
manifestarle, ed ecco che per questa sentimentale ritrosia, se gli chiedono il
perché si è fatto alpino, egli non sa o meglio preferisce non rispondere.
Egli
sa che gli alpini, quelli come lui, non hanno bisogno di dire questo perché;
gli altri anche se a loro spiegato forse non lo capirebbero questo perché, e
non sempre per colpa loro, ma perché l'anitra che sguazza nei rigagnoli e nelle
paludi mai avrà la forza del volo dell'aquila che solca le altezze Alpine.
Mulo Gian