FRA CLAUDIO |
Dicembre 2000 |
Durante la settimana delle celebrazioni del centenario della nascita del Beato Claudio
Granzotto, gli Alpini santalucesi
hanno assolto il compito di accompagnare, presenziando e portando a braccia,
l'urna contenente il feretro con le spoglie mortali di questo illustre Figlio di
Santa Lucia.
Più che un onere, è stato un onore che ha riempito il nostro animo i
sensazioni profonde, le stesse che si hanno quando si legge la cronistoria della
vita del Beato Claudio.
Riccardo Granzotto, così si chiamava il Beato prima di entrare in convento,
classe 1900, diede come tutti i suoi coetanei, un notevole contributo alla
Patria. poco più che quindicenne venne militarizzato dal Bando Cadorna. Fu
spedito a scavar trincee e costruire baraccamenti per i soldati.
Nei primi mesi del 1918, venne arruolato per la guerra nell'11° reggimento
Fanteria nella 13a compagnia.
Venne congedato il 18 ottobre 1921.
Conobbe di persona, per alcuni giorni, la durezza del fronte, girò in lungo e
in largo l'intera penisola italiana, l'Istria e l'Albania. Accettò ogni cosa
con filosofia, trattò e venne trattato dai suoi commilitoni e superiori con
grande benevolenza aprendo così il suo carattere schivo e trovando sempre un
po' di tempo per i suoi acquerelli e le sue crete.
Ha così senso che siano stati gli alpini ad accompagnare le sue spoglie mortali
durante questo suo ritorno temporaneo a Santa Lucia.
Gli Alpini, al di là di ogni patetica retorica, cercano umilmente di mantenere
vivi certi ideali ormai bistrattati adoperandosi, giorno per giorno, in piccole
o grandi cose, portando concretamente un po' di felicità e positività.
Renzo Sossai