75 ANNI |
2000 |
da Informatutti - dicembre 2000
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Ottobre 2000: una tremenda alluvione colpisce
e devasta la Valle d'Aosta. Tra i tanti volontari accorsi nella martoriata
provincia, ci sono anche tre squadre di alpini in congedo provenienti da Conegliano e dai paesi
limitrofi. L'attività di protezione civile, in occasione
di calamità naturali, non è la sola svolta dai tantissimi soci della sezione
coneglianese dell'ANA (Associazione nazionale alpini), ma è certo la più
faticosa e probabilmente la più qualifìcante. Per essa e per le altre espressioni del cosiddetto "Volontariato alpino", la sezione di via
Beccaruzzi ha recentemente ottenuto il prestigioso premio "Civilitas"
del comune di Conegliano. Alla
vigilia delle festività natalizie abbiamo fatto una visita alla sede della
sezione nel centro storico cittadino. Abbiamo incontrato il presidente Paolo
Gai (nella foto sotto, ad Assisi nel '99) ed altri soci che si
occupano delle tante attività svolte dagli alpini coneglianesi. Un esempio di
umanità e di spirito di servizio, sempre più raro in questi nostri tempi nei
quali dominano l'egoismo, la corsa al successo personale e al denaro facile.
Oltre 500 iscritti
La sezione ANA di Conegliano è una delle più importanti d'Italia. Copre un
territorio di 16 comuni della Sinistra Piave e comprende 30 gruppi, pe run
totale di 5569 soci. I gruppo "Città" e ""M.O. Pietro
Maset" sono quelli
del capoluogo. Gli altri prendono il nome dalle località di appartenenza:
Barbisano, Bibano Godega, Codognè, Collalbrigo, Colfosco, Collalto,
Corbanese, Falzè di Piave, Fontigo, Gaiarine, Mareno di Piave, Ogliano, Orsago, Parè, Pianzano, Pieve di Soligo, Ponte della Priula, Refrontolo, Santa
Lucia di Piave, San Fior, Santa Maria e San Michele di Feletto, San Pietro di
Feletto, San Vendemiano, Sernaglia, Soligo, Solighetto, Susegana e Vazzola.
Ognuno di essi ha una sua sede, la "Casa degli alpini", che nei vari
paesi costituisce un luogo di aggregazione per tutta la comunità civile.
Conegliano
città alpina
Nel 1973 sul muro esterno dell'ex caserma Marras, accanto alla
chiesa dei santi Martino e Rosa, fu scoperta la lapide che ricorda la fondazione del 7° reggimento
a pini, avvenuta a Conegliano ne11897. La città
diede i natali anche ad un altro reparto delle penne nere, il 6° reggimento, e dà attualmente il suo nome ad un Gruppo del 3° artiglieria da
montagna.
Conegliano
è dunque una città alpina ed il suo territorio è stato per decenni una delle
zone di reclutamento più importanti per le brigate "Cadore" e
"Julia".
La
storia e gli eroi
L' anno di nascita della sezione ANA di Conegliano è il
1925. Cinque anni fa è stato celebrato il settantesimo anniversario, con una
serie di manifestazioni culminate nel conferimento della
cittadinanza
onoraria alla Brigata alpina "Cadore" e nell'adunata triveneta
svoltasi in città il 4 giugno 1995.
Settant'anni di vita alpina sono un bel traguardo. In mezzo c'è stata
una guerra che ha visto molti giovani alpini del coneglianese morire sui monti
della Grecia, dell'Albania o nelle immense distese della Russia. Pochi sono
tornati a casa. I corpi di coloro che persero la loro vita in quel conflitto non
voluto dal nostro popolo (ma imposto dalla cinica ambizione di un dittatore, a sua volta succube di un crudele tiranno straniero) hanno riposato per
anni in quelle terre lontane.
Solo dopo la caduta del regime sovietico, le autorità russe hanno permesso
il rimpatrio dei poveri resti mortali di molti soldati italiani, tra i quali
anche quelli di alcuni alpini originari dei comuni del Coneglianese. I 30
gruppi della sezione ANA hanno a più riprese onorato questi caduti, che fanno
parte della loro memoria storica.
Importante fu anche il contributo degli alpini coneglianesi alla lotta di
liberazione. Due nomi vanno ricordati: la Medaglia
d'Oro Pietro Maset e la Medaglia d'Argento Giuseppe Lazzarin. Due martiri
della libertà. Sono quattro le Medaglie d'Oro al valor militare delle quali si fregia il vessillo della
sezione. Appartengono a Sante Dorigo, Giovanni Bortolotto, Luigi Spellanzon e
al già ricordato Pietro Maset.
Assisi 1999 - Il presidente Paolo Gai |
Sul cappello che noi
portiamo"
Il cappello con la penna nera (bianca per gli ufficiali
superiori) è il simbolo più prezioso dell' "alpinità". Per ogni
alpi no in congedo non costituisce solo un ricordo della" naia", ma
un segno di ri conoscimento e un motivo di orgoglio. l soci dell' ANA se lo
mettono in testa ad ogni adunata, ad ogni celebrazione e in tutte le occasioni
in cui sono impegnati in una delle attività di volontariato. "La canzone del
7°",
reparto nato a Conegliano, celebra il famoso copricapo delle truppe da
montagna: "Sul cappello che noi portiamo c'è una lunga penna nera, che a noi
serve da bandiera".
Attività sportive e volontariato
Claudio Lorenzet è il giovane e dinami co segretario di sezione. Con l'aiuto del
bel sito Internet "anaconegliano" da lui stesso curato, ci illustra le numerose
attività
degli alpini coneglianesi: sportive, di volontariato alpino e di Protezione Civile. Nei primi anni '80 nasce il Gruppo Sportivo Alpini, attivo nello sci, nel
calcetto e nell'orienteering. Con Volontariato alpino si intendono gli
interventi di recupero ambientale e di restauro di edifici, come la Madonna
della Neve e la recente pulizia delle mura
del Castello cittadino.
La Protezione Civile
Nel 1989 è stato costituito ufficialmente nucleo di
Protezione Civile Sezionale. Composto da un centinaio di soci, interviene nel
giro di 24 ore nelle località colpite da gravi calamità naturali, ed è
stato protagonista di diverse esercitazioni, a livello comunale (GIANO 91, 92,
93, 94) regionale ed interregionale.
Nel novembre del 1994 ha prestato soccorso alla popolazione della provincia di
Asti, colpita da una grave alluvione. Ha partecipato poi all'allestimento
della tendopoli di Kukes in Albania per i profughi del Kosovo.
Nell'ottobre scorso tre squadre di alpini coneglianesi sono state impegnate ad
Aosta, devastata dall' acqua e dal fango. E nell'aprile 2002, il nucleo di
Conegliano ospiterà l'esercitazione triveneta della Protezione civile-
Il futuro
Questo spirito di corpo, questa professionalità messa al
servizio della solidarietà, questo amore per la propria terra e per la
propria Patria stanno correndo il rischio dell'estinzione. La legge che
istituisce il nuovo esercito professionale, che sostituirà gradualmente
quello di leva, potrebbe nel lungo periodo mettere in crisi l'ANA. L'associazione, formata da alpini in congedo, teme che si possa ridurre quel ricambio
generazionale che un esercito di leva le assicurava in modo costante. Qualcuno
paventa addirittura il rischio estinzione. Da qui la contrarietà alla riforma,
espressa anche dal presidente della sezione coneglianese Paolo Gai. Del
resto, è possibile immaginare il nostro territorio, le nostre comunità senza
gli alpini? Se non ci fossero bisognerebbe inventarli. O forse reinventarli. l politici riflettano.
Athos Tassi