5° CONGRESSO C.I.S.A. |
Giugno 2001 |
La Sezione di Biella in collaborazione con la redazione de ”L'Alpino”
ha organizzato, con impeccabile logistica organizzativa, il congresso presso
l'Hotel Ristorante costruito sull'impianto urbanistico della storica “Cascina
Casazza” della quale mantiene il nome, alcuni segni architettonici
caratteristici e l'intatta atmosfera accogliente di sapore agreste.
I lavori sono iniziati puntualmente alle ore 14.00 di sabato 31 marzo e sono
continuati con manageriale efficienza fino alle 18.00 con una brevissima pausa
alle 16.00 per un necessario caffè.
La Direzione Nazionale dell'ANA era così rappresentata: Giuseppe Parazzini,
Presidente; Carlo Balestra, Vicepresidente Nazionale;
Sergio Bottinelli, Presidente dell'Assemblea congressuale; Cesare Di Dato,
Direttore de “L'Alpino” e i seguenti Consiglieri Nazionali: Corrado Perona,
Mario Baù, Giancarlo Nichele, Carlo Fumi, Vitaliano Peduzzi, Gaspare Basile e
Silverio Vecchio.
Il Comando delle Truppe Alpine di Balzano era rappresentato dal Magg. Sergio Di
Vita. Capo Ufficio Informazione e Stampa.
Le Sezioni estere erano rappresentate da Gino Vatri per il Canada, Renato
Zuliani per la Francia, Creste Bertolini per la Germania, Borsetto Giancarlo e
Brenbilla Fabio per la Svizzera.
In tutto erano presenti 45 Sezioni per un totale di un centinaio di delegati: un
congresso che, come ha fatto rilevare il Presidente Parazzini, è stato il più
partecipato e qualificato degli ultimi 5 anni, sia per i contenuti degli
interventi, sia per il numero di interventi: in pratica il 50% dei presenti ha
svolto una relazione e i motivi c'erano e, certamente consistenti come si può
notare dal Programma dei Lavori:
1) Linee guida del Presidente e del CDN in relazione al Progetto di nuovo
modello di difesa;
2) Intervento di un Rappresentante delle Truppe Alpine: Magg. Di Vita;
3) La Stampa Alpina di fronte alle iniziative della Sede Nazionale: Nichele;
4) Informatizzazione delle Sezioni e Gruppi - informazioni tecniche: Olivati;
5) Il ruolo della Stampa Alpina - rapporti con i media locali e nazionali:
Marian;
6) La sfida di essere Alpini: Pellissetti;
7) Argomenti di storia sulla stampa alpina: Cerreti;
8) Rapporti con le Forze Armate e con le forze politiche. ANA come gruppo
d'opinione: Birone;
9) Un nuovo concetto di notiziario: Gula;
10) Leva e nostro futuro associativo: Dell'Eva;
11 ) Legge 331: Burrosi;
12) Aspetti del CISA: Raucci;
13) Considerazioni sul Cisa: Vettorazzo.
Per la verità Vettorazzo ha effettuato due interventi: uno anche riguardante la
commemorazione di Nikolajewka. L'ANA, infatti ha sempre ricordato Nikolajewka
con una manifestazione nazionale a Brescia in collaborazione con quella Sezione.
E la Tridentina, ben a ragione, tenne sempre analoga commemorazione a
Bressanone. Il presidente della Sezione di Trento, Margonari, interpretando il
disappunto generale raccolto nelle assemblee dei gruppi Alpini, ha scritto una
lettera di protesta al Comandante delle Truppe Alpine.
Il ten. gen. Scaranari ha
risposto cortesemente con diverse giustificazioni tra le quali citiamo la
seguente: “La cerimonia non è stata “cancellata” ma celebrata all'interno
delle caserme della Tridentina, si potrebbe dire in forma privata cioè senza
inviti e l'organizzazione che l'aveva resa tanto evidente in passato”. Ciò su
direttive dello Stato Maggiore dell’Esercito, tendenti a ricondurre tutto
all'unica commemorazione da farsi il 4 maggio, Festa dell’Esercito. Notizia
riportata anche dal giornale sezionale “Doss Trent”.
Altro argomento, non secondario, trattato da Vettorazzo è stato quello di
difendere il prestigio e la memoria della Julia e della Cuneense dalle
affermazioni di un Generale in pensione che ha affermato, in un articolo apparso
su un giornale di provincia, che le due gloriose divisioni cedettero sotto la
spinta delle divisioni russe: dal libro di Alim Morozov “Infanzia di guerra”
edito nel 1995 dal Museo storico della guerra di Rovereto con la cartina e il
testo di parte russa, si dimostra chiaramente dove i russi sfondarono il 14 e 15
gennaio 1943 per accerchiare il Corpo d'Armata Alpino.
La Julia e la Cuneense non “cedettero”, ma ripiegarono come la Tridentina,
su ordine impartito dal Comando dell' 8^ Armata.
L'apprezzamento per questo intervento di Vettorazzo è stato espresso dalla
totalità dell'assemblea
Notevole impressione ha suscitato inoltre la lettera che il ten. gen. Scaranari
ha inviato al Presidente Parazzini, tramite il magg. Di Vito: i contenuti sono
molto franchi, decisi e non lasciano molti dubbi. Gli argomenti trattati sono
diversi, consistenti come macigni, di quelli che lasciano il segno nell'animo
sensibile di coloro che la ritirata di Russia l’hanno fatta: “Forse non vi
rendete conto che le celebrazioni a cui ci riferiamo sono a centinaia...”.
Seconda risposta “Se ci considerate mercenari...non invitateci alle vostre
riunioni, non ci invitate nemmeno alle adunate nazionali...”.
“Forse non avete capito che nell'esercito attuale e in quello del futuro non
abbiamo più bisogno della leva...”.
Non è mio desiderio ne mio compito commentare queste considerazioni che
comunque fanno meditare sul loro contenuto, sul nostro presente e sul nostro
futuro: non vogliamo diventare un’associazione nostalgica, ma un'associazione
di uomini veri con testimonianze e valori da tramandare alle nuove generazioni.
La delicatezza dell'argomento che riguarda molti aspetti del rapporto tra
l’ANA e la gerarchia militare deve essere per forza di cose considerato e
trattato dai vertici degli enti coinvolti. Il Presidente Parazzini ha preso
l'impegno, di fronte all'assemblea, di richiedere un appuntamento al ten. gen.
Scaranari per chiarire i contenuti della lettera onde evitare il crearsi di
incomprensioni e situazioni di disagio.
Il dibattito con molti interventi che hanno preso spunto dai contenuti e dagli
argomenti della lettera sopraccitata, sono proseguiti fino alle 18.30. Ci
permettiamo di citare gli interventi più significativi quali quelli di Nichele:
“La Stampa Alpina di fronte alle iniziative della sede nazionale”; Clivati:
“Informatizzazione delle sezioni e gruppi - informazioni tecniche”; Marian:
“Il ruolo della stampa alpina - rapporti con i media locali e nazionali”;
ovviamente nel corso di altri vari interventi sono stati dettagliatamente
esaminati gli argomenti leva, esercito di professionisti, esercito di volontari:
le risposte alle domande che ci siamo posti e ai commenti le troveremo
ovviamente nelle realtà che si presenteranno davanti a noi nel prossimo futuro.
Alle ore 18.30 con l'utilizzo di tre pullman, i partecipanti ai lavori sono
stati trasferiti al Borgo antico di Biella Piazzo per assistere alla Santa Messa
nella antichissima chiesa di S. Giacomo, preceduta da una interessante relazione
storico-culturale riguardante la città di Biella, i cittadini insigni, le
personalità tumulate nella chiesa stessa, con dovizia di particolari e
citazioni di avvenimenti tenuta dal Segretario della Sezione di Biella. Alla
conclusione della S. Messa come di consueto, è stata recitata la “Preghiera
dell'Alpino” seguita dal “Silenzio fuori ordinanza” suonato con perfezione
professionale da una tromba d'argento della Banda Municipale di Biella, in una
atmosfera di comprensibile commozione.
Dopo la S. Messa i partecipanti in corteo, si sono recati a deporre una corona
di alloro presso il monumento della Medaglia d'Argento del Ten. Alpino Mario
Cucco.
Alle 20.30 ha avuto luogo la cena ufficiale presso il Circolo Sociale di Biella
alla quale hanno partecipato oltre ai congressisti, anche il presidente della
Provincia di Biella, il Sindaco di Biella, il Sindaco di Sandigliano (comune
ospitante), il ten. col. Fanfurra comandante provinciale dei Carabinieri.
La serata è trascorsa in modo allegro e piacevole con la cordialità che
contraddistingue tutti gli incontri conviviali gestiti dagli Alpini.
Domenica 1 Aprile. I lavori puntualmente iniziano alle ore 9.30. Gli argomenti
trattati sono stati quelli all'ordine del giorno con qualche inserimento di
relatori che integravano argomenti nuovi o argomenti già trattati.
Fra gli interventi più applauditi sono certamente da annoverare quelli di Carlo
Balestra, Vicepresidente Nazionale, Sezione di Feltre, Mario Baù, Consigliere
Nazionale della Sezione di Verona “Visibilità dell'ANA: fare opinione”,
Daniele Pellissetti, Direttore de “La più bela fameja” di Pordenone, che ha
trattato il tema “La sfida di essere alpini”, Enzo Faidutti, Sezione di
Conegliano, che ha trattato il tema “La patria: questa sconosciuta”: il
Presidente Nazionale ha ringraziato personalmente il relatore per i contenuti
dell'intervento; Carlo Birone della sezione di Genova che ha trattato del
“Rapporto con le Forze Armate e con le forze politiche”, ANA come gruppo
d'opinione, Antonio Raucci della sezione di Ivrea “Aspetti del CISA”. Da
citare anche l’intervento del gen. Di Dato, “Ogni capogruppo arruoli un
volontario V.F.A. in un anno, ci sarebbero 4.200 volontari arruolati nelle
truppe alpine”. Tona, Presidente della sezione dì Milano, “Rapporti tra
ufficiali e ragazzi di leva”.
Tutti gli argomenti trattati
dai 47 relatori sono stati consistenti, costruttivi e certamente incisivi:
espressione di uomini che vivono la realtà alpina in un momento di cambiamento
delle strutture e molto probabilmente della cultura sociale quale espressione
espressa del popolo italiano.
Il difficile compito della conclusione dei lavori è stato svolto con notevole
agilità, intelligenza e concretezza, caratteristiche proprie delle persone che
sanno guardare in faccia la realtà: dal Presidente Parazzini.
Questi gli argomenti trattati:
- Nell'incontro di Roma, avvenuto con il Presidente del Consiglio e con le
massime autorità competenti nella difesa, l'argomento leva aveva un risultato
scontato: il provvedimento era blindato, i due poli dello schieramento politico,
non volevano spostarsi per non favorire la parte avversa.
- Vivacità intellettuale rilevata nella stampa alpina.
- Fratture con la F.A.: loro devono eseguire, noi sappiamo cosa c'è di là, ma
loro devono sapere che cosa c'è di qua. Libro sulla difesa dei valori della
Leva.
- Presentarci meglio: sopperire con la nostra fama all'attuale situazione di
disagio. In certe situazioni la fama è sostanza specialmente nelle cerimonie
paramilitari perché noi siamo Alpini.
- Monterosa e Tagliamento: non è il passaporto per l’A.N.A. è un problema
increscioso da risolvere; tutti gli Alpini in qualsiasi momento della Storia
d’Italia per noi sono Alpini.
- La leva: sono contrario per il modo con cui è stata fatta. Mancato rispetto
della Costituzione, noi non possiamo confermare le decisioni di questi politici.
- Prima di modificare la Costituzione ce lo dicano: possiamo discuterne, anche
perché oggi le guerre si chiamano interventi umanitari specialmente quando le
vincono gli altri.
- Noi porteremo il nostro zaino in spalla, quando non ce la faremo più che
qualcuno ci dica spostati e noi lo lasciaremo andare avanti.
Il messaggio è chiaro ed è rivolto a tutti gli Alpini di buona volontà. Un grande applauso
dell'assemblea ha chiuso i lavori
Enzo Faidutti
OPERAZIONE OSTROGOZSK - ROSSOSCH |
Dal libro di Alim Morozov “Infanzia di Guerra” edito nel 1995 dal Museo storico della Guerra di Rovereto (consulenza di G. Vettorazzo): cartina e testo (di parte russa!) dimostrano chiaramente dove i russi sfondarono il 14/15 gennaio 1943 per accerchiare il Corpo d’Armata Alpino. JULIA e CUNEENSE non “cedettero”, ma ripiegarono come la TRIDENTINA su ordine impartito a tutti dal Comando 8^ Armata. |
COMANDO TRUPPE ALPINE
Il Generale Comandante
Bolzano 25, marzo 2001
Caro Presidente,
mi dispiace non poter essere presente di persona alla vostra importante riunione per cui mi rappresenta il Magg. Di Vita, mio
Ufficiale addetto alla Pubblica Informazione, ma non intendo assolutamente farvi
mancare il mio pensiero su una serie di problemi, purtroppo sempre gli stessi.
La lettura di questo scritto, se lo vorrai fare in riunione, non dovrebbe rubare
più dei cinque-sei minuti concessi per i vari interventi.
Tanto per entrare subito nel concreto, mi riferisco ad un articolo
apparso sull’Alto Adige di Trento di qualche giorno fa “Penne Nere, razza
a rischio di estinzione - Il Presidente Margonari: Ci stanno cancellando ma non
faremo mai i reduci”, di cui Ti accludo copia, ad ogni buon conto.
Di questo articolo non mi è piaciuto niente (l’ho già detto per telefono a
Margonari), non è costruttivo, non è informativo, è soltanto “lagnoso”,
ma ho preso questo spunto: “I vertici militari - che non hanno mai amato
questo corpo - hanno deciso di segare alle radici... La trasformazione
dell’'esercito di leva in esercito tecnico di mercenari…”. Poi
continua citando la riduzione dell'addestramento in montagna, la cancellazione
dei muli, lo smantellamento delle Brigate (è stata clamorosamente dimenticata
l'Orobica), per finire con la consueta citazione della fanfara della Tridentina
e la celebrazione di Nikolajewka.
Prima risposta:
Capisco le esigenze di spazio di un articolo di giornale, ma a fronte di
centinaia di parole retoriche ed inutili, mi è stata attribuita una risposta di
undici parole, comprese le congiunzioni “Il Comandante delle Truppe Alpine ha
risposto che era dispiaciuto, ma che bisogna procedere ad un ridimensionamento.
Di bilancio.”
La mia risposta dello scorso 6 febbraio, di cui allego copia, cita varie
motivazioni che non ripeto qui (sono sulla lettera) tra le quali le spese sono
uno dei motivi, ma non sicuramente il più importante. Forse non vi rendete
conto che di celebrazioni come quella cui ci riferiamo ce ne sono a centinaia e
l’impressione che ne deriva alla popolazione che paga le tasse è che il
massimo. impegno dell’esercito sia preparare ed effettuare feste e che tutto
vada finire, come sempre, “a tarallucci e vino”.
Seconda risposta:
Se ci considerate dei “Mercenari” -ve l’ho già detto tante volte e questa
è l’ultima -non ci invitate più alle vostre riunioni, non ci invitate
nemmeno alle adunate nazionali, dimenticateci. Questo termine farneticante mi
colpisce enormemente come Mercenario-capo di tanti mercenari-gregari. Se vi
piacesse di più la parola “soldato”, ricordatevi che deriva da
“assoldato” cioè “persona che è al soldo di...”. E allora? Ma vi
rendete conto quale tipo di bestialità dite ogni volta che date del
“Mercenario” ad un nostro volontario e con lui ai nostri Sottufficiali,
Ufficiali e tutto il resto dell’Esercito? Perché chi di voi fa
l’imbianchino, il medico, l’avvocato, il meccanico, il notaio, ecc.. non lo
fa “gratis”? Perché deve mangiare? E i militari in servizio non hanno
questo diritto?
Forse non avete capito che nell’esercito attuale ed in quello futuro
non abbiamo più bisogno della leva, ma abbiamo bisogno di volontari in Ferma
Breve ed in Servizio Permanente e la battaglia da combattere è quella di
convincere anche i ragazzi del nord a tentare questa strada anziché cogliere
ogni occasione per denigrare quelli in servizio (forse non lo sapete, intenti
come siete a combattere la vostra guerra contro il volontariato, ma ci sono
ragazzi del nord che hanno fatto questa scelta e ne sono fieri e saranno domani
soci dell’ANA veri e concreti, sicuramente più di alcuni che oggi militano
tra le vostre fila e che durante il servizio di leva sono stati solo degli
emeriti “imboscati” in qualche cucina, ancorché con il cappello alpino in
testa). Vi accludo anche la fotocopia di sue articolo apparsi sul Gazzettino di
Udine lo scorso 23 marzo in occasione del cambio a Sarajevo tra il 14° ed il 5°
Rgt. Alpini, cui ho presenziato, che testimoniano quanto vi ho appena scritto.
Concludo per restare nei cinque-sei minuti (3 minuti a pagina). Mentre vi scrivo
sono le 11.30 di domenica 25 marzo (ora legale appena instaurata) e fra due ore
partirò per la Lituania per assistere all’'esercitazione che la Taurinense
sta conducendo brillantemente con aliquote dell'esercito locale nel poligono di
Prebeke, a circa 60 Km dalla capitale Vilnius. Pochi giorni fa, ad Heidelberg,
in occasione della riunione annuale tra tutti i Capi di Stato Maggiore degli
Eserciti Nato e di quelli aderenti al Partenariato per la Pace, quando sono
stato presentato per il mio Briefing come Comandante delle Truppe Alpine in
rappresentanza del Capo di SME, c’è stato un coro unanime di consensi rivolti
agli alpini e, se avessi una registrazione ve lo potrei dimostrare meglio, il
concetto espresso almeno dalle 8 nazioni che ricordo (USA, Germania, Francia,
Spagna, Svizzera, Ungheria, Slovenia e Lituania) è che gli alpini sono i
migliori soldati italiani, che uniscono oggi allo spirito di corpo ed alle
tradizioni una vera ed elevatissima professionalità (addestramento,
equipaggiamenti, conoscenza della lingua inglese, delle procedure, delle norme
di ingaggio, ecc.) che li rende totalmente interoperabili con tutte le unità
della NATO.
Questo è ciò di cui abbiamo bisogno in Italia, nell’Europa e nella NATO.
Caro Presidente, scusami per quanto ho scritto ma è quello che penso e mi
dispiace che i nostri rapporti siano periodicamente incrinati da articoli che
servono solo a demolire senza costruire niente.
Vorrei lanciare un appello a tutta l’ANA, ai suoi Capi Gruppo, ai Presidenti
di Sezione, a Te che, come Presidente Nazionale, li rappresenti tutti.
Smettiamola con queste guerre, incontriamoci in pochi, in una riunione
ristretta, per impostare un programma serio e costruttivo che, contrariamente a
quanto scrive Margonari nel suo articolo “Non vogliamo trasformarci in
un’associazione nostalgica”, abbandoni veramente le battaglie di
retroguardia perse in partenza per impostare un approccio moderno e produttivo a
tutti i problemi che gli alpini in servizio ed in congedo sicuramente hanno.
Buon lavoro, Viva Gli Alpini, Viva l'Italia.