BREVI DALLA SEZIONE |
Dicembre 2002 |
Il nostro taverniere Renato PERENZIN è intervenuto, con il vessillo, in rappresentanza della Sezione, a CIMA VALLONA. |
La Santa Messa celebrata di fronte alla Chiesetta degli Alpini “Bosco Verde” di Rocca Pietore, alla quale hanno partecipato Valerio Nogarol e Renato Brunello con il gagliardetto del Gruppo di Conegliano-Città, anche in rappresentanza della Sezione.
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LETTERE LETTERE LETTERE
Signor Direttore,
in occasione del raduno dei leghisti, nelle scorse settimane a Venezia, alcune
reti televisive hanno ripreso dei partecipanti con in capo il cappello alpino.
Con mio grande rammarico e dolore constato che l’uso del copricapo, sacro agli
Alpini, viene esposto in raduni che nulla hanno a che vedere con la fede, la
volontà e gli indirizzi della Associazione Nazionale Alpini. Per statuto,
l’A.N.A. rientra tra le associazioni d’arma ed è apolitica ed apartitica;
unica prerogativa per esservi iscritto, quella di aver prestato servizio nei
reparti alpini per un periodo non inferiore a due mesi; al candidato socio non
vengono richiesti altri requisiti, tantomeno l’appartenenza ad un partito o ad
un altro.
L’associazione è composta di cittadini liberi di riconoscersi all’interno
di qualsiasi pensiero politico e d’opinione; ma esiste un tacito consolidato
accordo: quello di non pare di politica in occasione delle nostre riunione e
manifestazioni.
Ecco perché riescono e sono meravigliose le nostre adunate nazionali (forse per
questo tanto obliate), le nostre assemblee, gli interventi di solidarietà, i
soccorsi di protezione civile.
Mai è stato valutato o considerato il colore “politico” della
amministrazione bisognosa di soccorso ed aiuto!
La presenza dei cappelli alpini in occasione di raduni politici non ha che
l’obbiettivo di danneggiare la genuinità dell’associazione e degli stessi
alpini fedeli che credono, oggi più che mai, ai valori dell’aggregazione,
della solidarietà e d’amor patrio.
Sono convinto che gli stessi Bossi e Gentilini abbiano a condividere questo mio
pensiero e proprio a questi ultimi rivolgo l’appello affinché inducano gli
“alpini padani” al rispetto delle nostre regole associative come gli alpini
iscritti all’A.N.A. sapranno rispettare quelle degli altri.
Ivano Gentili
Consigliere Nazionale A.N.A.
Presidente Sezione Alpini di Treviso
Caro Ivano,
mi permetto pubblicare nel nostro periodico la lettera che hai inviato al Direttore
de “Il Gazzettino”. Mi fa piacere che, attraverso, la stampa, ancora
qualcuno ribadisca il concetto “ESSERE ALPINO”. Non vogliamo che il nostro
cappello con la penna sia strumento di un credo politico, o meglio partitico.
Gli Alpini non vogliono esser coinvolti, o, diciamo pure, usati a scopi che
siano al di fuori dall’indirizzo sancito dal nostro Statuto, profondamente
radicato nel cuore alpino.
Guai se ci lasciassimo coinvolgere in diatribe che possono offuscare la nostra
immagine.
R.B.
Caro Presidente,
Quale ex presidente della Sezione A.N.A. di Treviso, ti esprimo i miei più vivi
rallegramenti per la tua elezione a Presidente della bella Sezione di
Conegliano, avvenuta nell’ultima assemblea dei soci, nel corso della quale è
stato affidato a te il mandato di continuare la fervida attività svolta
precedentemente dall’amico Gai.
Ai succitati rallegramenti non possono fare a meno di aggiungere quelli per la
lodevolissima scalata del giornale “Fiamme Verdi” che, affiancata da quella
non meno lodevole della Sezione, per le sue molteplici e significative attività,
sta diventando un importante punto di riferimento.
A te, al Consiglio direttivo, all’amico Renato Brunello, all’intero comitato
di redazione, egregiamente diretto dal valente Dal Mas, ed a tutti i baldi della
Sezione di Conegliano, formulo i migliori auguri di un proficuo lavoro
unitamente ai miei più cordiali saluti alpini.
Francesco Cattai
PREGHIERA DEI SOLITI FESSI
Signore, noi siamo i soliti “fessi”.
Quelli che al “dunque” non si tirano mai indietro.
Quelli che non sanno mai trovare la scusa per non dire “no sono potuto
venire”.
Quelli che dicono: “Ormai ci siamo impegnati, non possiamo tirarci
indietro”.
Quelli che si ritrovano “sempre gli stessi” a lavorare e a tirare carretta.
Quelli che devono inghiottire bocconi amari perché sempre sotto critica.
Signore siamo sempre in tanti ad avere delle idee, a progettare, a programmare,
ma poi chi scappa di qua, chi scappa di là, chi “non può”, chi non si
ricorda, e noi siamo “i soliti fessi”.
Ci arrabbiamo, diciamo che questa è l'ultima volta, che non ci cascheremo più…
Ma sappiamo che non è vero. Perché malgrado tutto, ci sei Tu.
Tu non sei mai assente.
Aiutaci e conservaci a lungo a stare in Tua Compagnia.
Tu ci sei sempre
PAROLE
AMICHE
Se è vero che la concordia, l’amicizia,
la collaborazione devono esser messe alla prova dei fatti, questo è veramente
il momento di dimostrarlo, oggi ancor più in modo esemplare.
La nostra è una Associazione seguita, osservata ed anche criticata (di solito
in bene), pertanto dobbiamo esser uniti, anche in funzione di ciò in cui
crediamo, per dare agli altri non l’impressione, ma la certezza che il nostro
operato è rivolto a finalità di carattere sociale, umanitario, culturale, e,
come sempre, con spirito armonico, corale verso l’unico obiettivo che è
appunto la solidarietà.
Sarebbe imperdonabile se non cogliessimo l’eco delle campane che suonano con
appellativi tra i più lusinghieri, appellativi che provengono dalla gente
semplice, dalla gente di disparate culture e indirizzi, da tutta Italia ed anche
dall’estero.
Dobbiamo, quindi, domandarci se facciamo parte integrale di quegli ALPINI che
sono partecipi alle iniziative promosse dalla nostra Associazione, dalla nostra
Sezione, dal nostro Gruppo, o quantomeno offriamo il nostro contributo in
relazione alla nostra disponibilità di tempo libero, e alla posizione o
condizione fisica in cui ci troviamo.
Stiamo attenti di non lasciarci coinvolgere, però, da protagonismi nocivi ad
ogni attività aggregativa. Dobbiamo essere dei “Tasselli” - pur modesti -
che formano quel prezioso mosaico di operosità alpina.
L’ALPINITA’ deve essere sinonimo di AMICIZIA.
Renato Brunello
L’AMICIZIA
L’amicizia è vita anche
quando te la senti mancare.
L’amicizia è il sostegno, che risponde sempre all’appello.
L’amicizia è fiducia, è pace, è speranza.
L’amicizia è disponibilità nel giorno e nella notte.
L’amicizia è fedeltà nel bene e nel male.
L’amicizia è dono e non crea interesse.
L’amicizia è l’impronta divina della carità.
L’amicizia è passar dalle parole ai fatti.
L’amicizia è semplicità, verità e limpidezza.
L’amicizia è condivisione, non sentimentalismo.
L’amicizia è speranza e sostegno nella prova.
L’amicizia è correzione e lode, rispetto e silenzio.
L’amicizia è fedeltà alla parola data, sostegno ed entusiasmo.
L’amicizia è tentare l’impossibile, per trovare la via giusta, ed è
sorriso quando il cuore piange.
Carla Zicchetti
Genova
UN
RAGGIO DI SOLE
IL CONTO
Una sera, mentre la mamma
preparava la cena, il figlio undicenne si presentò in cucina con un foglietto
in mano. Con aria stranamente ufficiale il bambino porse il pezzo di carta alla
mamma, che si asciugò le mani col grembiule e lesse quanto vi era scritto:
«Per aver strappato le erbacce dal vialetto: Lire 5.000.
Per avere ordinato la mia cameretta: Lire 10.000.
Per essere andato a comperare il latte: Lire 1.000.
Per aver badato alla sorellina (tre pomeriggi): Lire 15.000.
Per aver preso due volte “ottimo” a scuola: Lire 10.000.
Per aver portato fuori l’immondizia tutte le sere: Lire 7.000. Totale: Lire
48.000».
La mamma fissò il figlio negli occhi, teneramente. La sua mente si affollò di
ricordi. Prese una biro e, sul retro del foglietto, scrisse:
«Per averti portato in grembo per 9 mesi: Lire 0.
Per tutte le notti passate a vegliarti quando eri ammalato: Lire 0.
Per tutte le volte che ti ho cullato quando eri triste: Lire 0.
Per tutte le volte che ho asciugato le tue lacrime: Lire 0.
Per tutto quello che ti ho insegnato, giorno dopo giorno: Lire 0.
Per tutte le colazioni, i pranzi, le merende, le cene e i panini che ti ho
preparato: Lire 0.
Per la vita che ti do ogni giorno: Lire 0.
Totale: Lire 0».
Quando ebbe terminato, sorridendo la mamma diede il foglietto al figlio. Quando
il bambino ebbe finito di leggere ciò,che la mamma aveva scritto, due lacrimoni
fecero capolino nei suoi occhi.
Girò il foglio e sul suo conto scrisse: «Pagato».
Poi saltò al collo della madre e la sommerse di baci.
Quando nei rapporti personali e famigliari si cominciano a fare i conti, è
tutto finito. L 'amore è gratuito. O non è.
«In un giorno caldo, preparai dei coni gelato e dissi ai miei quattro figli che
potevano comprarli per un abbraccio. Quasi subito, i ragazzi si misero in fila
per fare il loro “acquisto”. I tre più piccoli mi diedero una veloce
stretta, afferrarono il cono e corsero di nuovo fuori. Ma quando venne il turno
di mio figlio adolescente, l'ultimo della fila, ricevetti due abbracci. “Tieni
il resto” disse con un sorriso»