BOSCO PENNE MOZZE: 32° RADUNO |
Dicembre 2003 |
La giornata è stupenda: un pallido sole
fa capolino nella frizzante brezza settembrina ed una miriade di persone
vocianti si riversa si buon mattino sul piazzale e sui prati circostanti il
Memoriale dedicato alle molte Penne Mozze.
L’appuntamento al Bosco, quest’anno,
è stato profondamente sentito: la sacralità del luogo, rispettata in tutti i
suoi crismi, è stata opportunamente celebrata.
Alla domanda di un “borghese” che mi
chiedeva perché tanti alpini accorrono, e perché tante mogli, tante fidanzate
e tante mamme vanno al seguito dei loro mariti, fidanzati e figli, ho risposto:
“Sarà forse – come dice qualche
benpensante – per farsi notare, per stupida esibizione o forse per farsi delle
colossali “sbronze”?
Chi invece sa vedere le cose meno
superficialmente, capisce subito che non è possibile che tante persone siano
mosse a riunirsi, a ritrovarsi solo per simili banalità ed avverte che la
spinta è più seria.
A muovere il mondo sono le idee ed i
sentimenti, e così è anche per gli Alpini.
L’amicizia che lega chi ha vissuto mesi
insieme con l’affiatamento e la fratellanza che ha sempre caratterizzato lo
spirito e la tradizione alpina, è il sentimento che spinge gli Alpini a
ritrovarsi.
Credere nei valori della Patria, parole
che in questi ultimi anni sembrano avere sapore di muffa e che i campioni del
momento credono di cancellare sbottando in una sonora risata al solo sentirla,
eliminandola come un concetto fuori modo, è un’altra forza che spinge gli
Alpini a ritrovarsi per affermare che la Patria, i Morti, non possono passare di
moda.
La gente forse non capisce tutte queste
motivazioni, ma le sente, le avverte ed è soprattutto per questi valori che gli
Alpini sono tanti, tantissimi ad ogni manifestazione.
Il 32° raduno al Bosco delle Penne Mozze
ha inizio, dopo l’alzabandiera, con l’inaugurazione, alla stele monumentale,
delle targhe delle sezioni di Parma, Pordenone e Sicilia, a ricordo dei loro
caduti; a cui ha fatto seguito la deposizione della corona al monumento delle
Penne Mozze da parte del presidente dell’Aspem e del Comitato delle Penne
Mozze rag. Claudio Trampetti, dal sindaco di Cison dr. Gildo Salton, da una
rappresentanza delle Brigata Alpina Julia, dal consigliere nazionale Ivano
Gentili e dai presidente delle quattro sezioni trevigiane e dal capogruppo di
Cison di V.
Quindi per un breve saluto, prende la
parola il presidente del Comitato, Claudio Trampetti, che ringrazia per la
numerosa presenza in questo atto di onore e ricordo ai nostri Caduti.
“E’ molto bello vedere che tante
persone non hanno dimenticato il Loro sacrificio e sono certo che ve ne saranno
grati – asserisce Trampetti – Per molti di voi, questi incontri fanno
rivivere momenti dolorosi della propria vita, ma nello stesso tempo sono anche
ricchi di umanità e spirito di appartenenza ad una Patria che ricorda i propri
morti.
Con questo spirito ricorderete che
l’anno scorso abbiamo inaugurati la stele monumentale per onorare anche i
Caduti Alpini delle altre sezioni d’Italia.
Ebbene dopo la Sezione Abruzzi,
quest’anno, hanno accolto il nostro invito le Sezioni di Sicilia, Parma e
Pordenone.
Ringrazio i presidenti Garaffo,
Astorri e Gasparet per questa sensibilità e considerazione del nostro memoriale
e per essere intervenuti con grande presenza di associati. Sono pure presenti,
accompagnati da loro presidente Capannolo, diversi alpini della Sezione Abruzzi,
che ringrazio per questa consolidata amicizia”.
Il presidente Trampetti ricorda che
quest’anno sono state poste a dimora quattro nuove stele: quelle di Agostino
Baratto di Castelfranco, di Attilio Benedetti di Cordignano, di Angelo Bolzan di
Gaiarine e di Isidoro Scudeller di Susegana.
Prima di concludere ringrazia il gruppo
di alpini trevigiani che, al rientro dal loro pellegrinaggio in terra di Russia,
hanno voluto concludere questa esperienza, che li ha visti percorrere dopo
sessant’anni quel percorso di sofferenza fatto da tanti, qui ricordati, con un
omaggio floreale.
Ringrazia, infine, il gen. mons. Agostino
Balliana ed il mons. Domenico Perin, che concelebreranno la S. Messa, le autorità
tutte e l’avv. Guido Alleva dell’ANA di Milano che terrà poi il discorso
commemorativo.
Prenderanno nell’ordine la parola il
presidente della Sezione Abruzzi, Capannolo, quello della Sezione Sicilia,
Garaffo, di Parma, Astorri, e di Pordenone, Gasparet.
Dopo la lettura della preghiera del
Caduto da parte di Roberto Prataviera, direttore del periodico “Penne
Mozze”, prende la parola il presidente Capannolo della Sezione Abruzzi per
ringraziare gli organizzatori ed i quattro presidenti delle Sezioni trevigiane e
quanti hanno contribuito per questa bellissima manifestazione.
“Oggi tutti gli Alpini abruzzesi
sono qui, presenti con lo spirito, sia pur simbolicamente”.
Il presidente Garaffo della Sezione
Sicilia ringrazia Trampetti, presidente del Comitato Penne Mozze, i presidente
delle quattro Sezioni della Marca trevigiana: “Per noi, egli afferma, è
un grande onore essere qui. Pensavo, che dopo la grande adunata a Catania,
avessimo con la Sezione raggiunto tutto quello che potevamo ottenere, ma sapere
che tanti giovani alpini siciliano hanno sacrificato la loro vita per la gloria
e l’onore dell’Italia, riempie ancor di più il nostro cuore di gioia e
profonda commozione”.
Il presidente Astorri della Sezione di
Parma si dice onorato di aver conosciuto Mario Altarui, fondatore di questa
magnifica idea per ricordare i Caduti della Marca trevigiana; altrettanto
magnifica è stata l’idea di dare un ricordo a tutti i Caduti d’Italia delle
sezioni, con l’auspicio che questa sia stata una pietra miliare per chi deve
ricordare i propri Caduti.
Il presidente di Pordenone, Gasparet, si
associa a quanto detto dal presidente di Parma e ringrazia sia il presidente del
Comitato, che i quattro Presidenti della Marca per aver dato l’opportunità di
ricordare tutti i Caduti Alpini della sua sezione di Pordenone. Molti dei suoi
gruppi, durante l’anno, vanno in visita e molti ragazzi delle scuole hanno
visitato il Memoriale. Egli confida che questo sia un esempio per tutti loro.
D’altra parte la Sezione di Pordenone ha già una degna rappresentanza in
questo posto, in quanto un sentiero è intitolato ad una medaglia d’oro di cui
si fregia il loro Vessillo.
E’ loro impegno e quello della Sezione
di Pordenone, far frequentare questo luogo dai loro gruppi, dai loro soci ma
soprattutto dai giovani che si preparano alla vita.
Ha preso quindi la parola, per il
discorso ufficiale, l’avv. Guido Alleva della Sezione di Milano, che così si
è espresso:
Ho visto i vessilli di molte Sezioni
dell’ANA e con una certa commozione ho seguito la cerimonia della deposizione
delle targhe a ricordo dei Caduti di altre Sezioni su quelle bella stele, dove,
spero, volta per volta, vengano poste le targhe di tutte le Sezioni della nostra
Associazione, in ricordo, in questo meraviglioso posto, di tutti gli Alpini che
sono caduti generosamente nell’adempimento del loro dovere.
Con particolare commozione ho seguito
quella cerimonia dove credo che presidenti che mi hanno preceduto abbiano
espresso l’animo con cui queste targhe sono state poste su questa stele.
E’ stata una particolare gioia
vedere gli Alpini di Parma, di Pordenone, delle Sicilia, perché sono
l’espressione di tutto il nostro paese.
Al Bosco delle Penne Mozze non ero mai
venuto. E’ un’opera straordinaria dove sono racchiusi tutti i nostri valori
e l’opera dell’uomo, perché queste stele sono una meravigliosa opera
dell’uomo che ha forgiato il ferro ed il bronzo, e dove la Marca trevigiana,
in questa conca straordinaria, chiude con un omaggio ai suoi ragazzi.
Ebbene, camminando per questi
sentieri, ben si capisce che queste stele rappresentano l’anima dei ragazzi,
dei nostri ragazzi della Marca Trevigiana.
E’ stata questa un’idea
meravigliosa, un’opera meravigliosa di Mario Altarui, coltivata dagli Alpini
di Cison e da quelli della quattro sezioni trevigiane, un’idea costruita
giorno dopo giorno.
E’ un’opera che adesso appartiene
al patrimonio di tutti gli Alpini d’Italia, e di questo, noi Alpini
d’Italia, siamo grati ai nostri fratelli della Marca trevigiana.
Come non si può, camminando per
questi sentieri, non trovare il segno della fede?
Ho pensato a questi ragazzi e mi sono
detto: I ragazzi di oggi, i nostri figli, i vostri figli, sarebbero disponibili
a questo sacrificio?
Io credo che nessuno di noi glielo
andrà mai a chiedere, ma è una domanda che gli si dovrebbe fare.
Adesso, pensando ai nostri ragazzi, ho
pensato alla nostra identità, perché questo è il luogo della nostra identità,
perché noi tutti abbiamo bisogno di identità, oggi più che mai, per cui nel
Bosco delle Penne Mozze ci sono tutti i segni della nostra identità.
La Marca trevigiano ci ha insegnato in
questo modo che l’identità non si perde se si ha rispetto per la memoria.
La memoria sono libri di storia, la
memoria è quella che passa di padre in figlio, quella che passa dal vecchio al
giovane, e solo in questo modo l’identità non si perde. Qui ci sono i segni
del sacrificio, del dovere, della solidarietà fra gli uomini, i segni della
fratellanza.
Questa è la nostra Italia, quella
vera, quella che p dentro i nostri cuori, quella che conosciamo e che parla la
nostra stessa lingua, ed è una lingua proletaria la vera lingua del cuore.
Io vorrei, e sono sicuro che anche voi
lo vorreste, che a passeggiare per questo Bosco debbano venire gli studenti,
debbano venire i bambini con i loro maestri e girando in silenzio per questi
sentieri abbiano a capire che questa memoria deve essere rispettata.
Credo che questo sia necessario anche
perché stiamo vivendo in un mondo dove ci sentiamo smarriti, ed allora alziamo
gli occhi al cielo e diciamo “Signore dicci ciò che è giusto, dicci ciò che
è vero”.
Ed io sono convinto che i nostri cuori
conoscono la giustizia, conoscono la verità di fronte al bombardamento di tutto
quello che è falso, apparente, fugace ed effimero.
Ebbene – ha concluso Alleva – io credo che questa sia la risposta giusta, questa
sia la strada, e mi auguro che iragazzi della Marca trevigiano conoscano questo posto; ed io mi porto dentro,
dopo questa straordinaria esperienza, la sensazione che qualche cosa si possa
fare per i nostri ragazzi”.
Prima della S. Messa concelebrata dal
gen. Agostino Balliana e mons. Domenico Perin, cappellano della Sezione di
Conegliano, alcuni della Sezione di Treviso, a simbolica chiusura del
Pellegrinaggio compiuto in agosto, durante il quale hanno percorso a piedi il
“calvario” della ritirata in terra di Russa, hanno deposto ai piedi della
campana votiva un omaggio floreale, e posta sull’altare una scatola contenente
un po’ di terra “bagnata sessant’anni or sono dal sangue dei nostri
Soldati in Russia.
Al termine accompagnata dal Coro ANA di
Vittorio, diretto da Giuseppe Borin, il presidente della Sezione Sicilia,
Garaffo, ha letto la “Preghiera dell’Alpino”.
Tra le autorità abbiamo notato i sindaci
Zambon di Conegliano, Scottà di Vittorio Veneto, Fantinel di Santa Lucia,
Morona di Miane, Toso di Gaiarine, Gentilini pro sindaco di Treviso, Ivano
Gentili consigliere nazionale, Maria Pia Altarui, Gabriella Dal Moro, una
rappresentanza delle Crocerossine e la Banda Musicale di Cison; inoltre i
presidenti sezionali Antonio Daminato di Conegliano, Luigi Casagrande di
Treviso, Donato Carnielli di Vittorio e Paolo Vanzin di Valdobbiadene; i
generali Italico Cauteruccio e Franco Bettin, i ten.col. Stefano Fregona della
Brigata “Julia”, Alfredo Gavari del 51° Stormo, Guerrino Mancini di Treviso
e il capitano Paolo Rosato del F.O.D. di Vittorio Veneto.
Presenti i Vessilli delle Sezioni
Carnica, Belluno, Cadore, Pordenone, Abruzzi, Sicilia, Parma, Bergamo, Treviso,
Valdobbiadene, Vittorio Veneto e Conegliano; i gonfaloni di Treviso e Cison, 17
Tricolori in rappresentanza di Associazioni d’Arma e Combattentistiche e 117
gagliardetti dei Gruppi Alpini.
Steno - Natore
Il presidente del Bosco delle Penne Mozze, Claudio Trampetti, porge il saluto ed il
benvenuto ai partecipanti
L’oratore ufficiale avv. Giudo Alleva
Roberto Prataviera legge la preghiera dei Caduti di tutte le guerre
Gli Alpini consegnano, ponendola sull’altare, un po’ di terra portata dalla Russia
Mons. Balliana e mons. Perin concelebrato la S. Messa
Le autorità civili e militari
Le autorità civili e militari
I vessilli delle Sezioni di Parma, Pordenone e Sicilia