VOLONTARI IN ETIOPIA


Dicembre 2003

L'esperienza di volonatariato in ETIOPIA vissuta dalle penne nere di Conegliano:

LINO ONGARO, AUGUSTO PAPA E TARCISIO MARZURA DI MONTEBELLUNA


Gli Alpini con gli operai che sono stati protagonisti
nella costruzione della scuola.


La scuola materna costruita due anni fa dagli Alpini Lino e Tarcisio


Lino, Augusto e Tarcisio e moglie con alcuni ragazzi


La scuola elementare in realizzazione


Le Suore con i volontari Alpini


Alcuni ragazzi della Missione


L’alpino padre Renzo Meneghetti

Gli Alpini Lino, Augusto, Tarcisio e moglie si sono recati in Etiopia, precisamente a ZWAY, dal 15 febbraio al 15 di aprile di quest’anno, per prestare la loro opera in una Missione, contribuire alla costruzione di una scuola elementare, consegnando pure un’oblazione in denaro raccolto dagli Alpini ed amici del Gruppo Città.
Aperto un piccolo cantiere, si sono dedicati con grande passione, offrendo la loro consolidata esperienza nelle attività edilizie, soprattutto in particolari impianti, lavorando molte ore al giorno, come alcuni di loro hanno fatto, due anni or sono, per la costruzione di una scuola materna.
Purtroppo in quella località, in quei Paesi, persiste la miseria, mancano le cose più essenziali, le più elementari per una adeguata sopravvivenza: la povertà, la fame, la malattia sono preponderanti. Pertanto si debbono affrontare le difficoltà economiche, ambientali e logistiche, quando pensiamo che i loro mezzi di trasporto sono prevalentemente gli asini, che l’agricoltura soffre lunghissimi periodi di grande siccità, anche se a Zway esiste un lago, e nel raggio di quaranta chilometri altri quattro.
Lino, Augusto e Tarcisio con la loro conoscenza, la loro competenza nei specifici impianti hanno potuto dirigere, suggerire ed indirizzare i lavori di una quarantina di operai-manuali.
La Missione è retta da alcune suore salesiane , di cui tre italiane fra queste suor Elisa Tonello trevigiana e da padre Aristide missionario salesiano.
Gli abitanti del luogo a volte rifiutano le medicine o quantomeno sono diffidenti, e quindi creano disagi per l’assunzione di ciò che è utile alla loro salute poiché esiste un’ignoranza terapeutica. Diversi sono i cristiani, grazie ai Missionari ed alle Suore, in una comunità multiconfessionale.
Inimmaginabile per noi la tragica situazione di quella gente indigena, che, tra l’altro, deve attendere parecchio tempo per poter consumare un pasto, Nella loro povertà conservano grande dignità e sensibilità, con un atteggiamento cordiale e rispettoso.
Il dialogo è costante, e per impegnare e divertire i bambini e i giovani vengono organizzati giochi, anche di prestigio.
Ad un centinaio di chilometri di distanza, in un’altra Missione, c’è padre Renzo Meneghetti, Alpino e socio del Gruppo Città, con il quale abbiamo continui contatti e al quale inviamo “Fiamme Verdi”.
Per i nostri bravi Alpini sono state esperienze straordinarie, indimenticabili, e nello stesso tempo gratificanti, in quanto hanno potuto offrire qualcosa di utile a quella bisognosa gente.
Ci vorrebbero tante e tante persone disponibili, poiché i Missionari, le Suore e i volontari, come i nostri Alpini, possono solo portare delle gocce pur preziose, salvare anche delle vite, in un mare immenso di tribolazioni.
Ringraziamo Lino, Augusto, Tarcisio e sua moglie per l’esempio di umana solidarietà, elevando lo spirito alpino "Onorare i morti aiutando i vivi”, annoverandosi tra tutti coloro - e ne conosciamo molti - che in qualche modo si dedicano a queste opere filantropiche.
Inviamo ai Missionari, alle Suore e a tutte quelle popolazioni il nostro più affettuoso saluto, con un abbraccio ed un augurio di una maggiore solidarietà da parte soprattutto di colo che hanno la possibilità..

Riportiamo qui di seguito la lettera inviata dalle Suore ai protagonisti Alpini

Renato Brunello


Non abbiate paura, voi!
So che cercate Gesù il crocifisso.
Non è qui. E’ risorto, come aveva detto;
venite a vedere il luogo dove era deposto.
(Mt 28, 5-6)

Non abbiate paura! E’ Risorto e ha vinto la morte.
Non abbiate paura! E’ Risorto e ha vinto la nostra paura e i nostri timori.
Non abbiate paura! E’ Risorto e dona la vita.
Non abbiate paura! E’ Risorto e ci ama.

Carissimi Amici,
in questa Pasqua (che noi celebreremo una settimana dopo) vi ringraziamo perché ci state aiutando a difendere e salvare la VITA!
In queste ultime settimane la situazione ha iniziato a sfuggire di mano, una cosa incontrollabile, al di là di quello che avremmo mai potuto immaginare... La fame, che in un primo tempo aveva smagrito i bambini, adesso, dopo 6 mesi di carestia, sta colpendo a fondo i loro sistema difensivo e sono molti quelli che non ce la fanno. Circa un mese fa abbiamo iniziato un daily hospital. Un nome pomposo per descrivere una realtà molto modesta, ma abbastanza efficace. I bambini marasmici (ridotti a pelle e ossa) e quelli con edema hanno bisogno di cure speciali. Lasciati a casa loro non ce la farebbero assolutamente: Angela, una volontaria spagnola di passaggio in Etiopia ma con molti anni di esperienza in India, ha iniziato a fermare un bambino: per reidratarlo e riabituarlo a mangiare. Un bimbo pelle e ossa. Di quelli che di solito siamo abituati a vedere solo nelle fotografie. Uno di quelli che vorremmo vedere solo nelle fotografie.
Un pezzo di spago e uno straccio sono stati sufficienti per realizzare una tenda rudimentale, sufficiente per un po’ di ombra. Al primo hanno seguito altri... Molti altri.
Adesso abbiamo dovuto spostare il campo dell’ospedale in uno spazio più ampio e adatto allo scopo, sotto una tettoia di frasche. All’inizio arrivavano due o tre nuovi bambini ogni settimana. Adesso ne arrivano non meno di 2 o 3 ogni giorno. O anche di più! Lo scorso giorno è arrivata una bambina di 4 anni da Bulbula, una cittadina a 40 Km di distanza verso il sud. Gonfia al punto tale che non riusciva neppure ad aprire gli occhi. Mentre eravamo lì a renderci conto della situazione, sono arrivati altri 3 bambini marasmici (pelle e ossa) e altri 2 con edema. Sette in tutto, nel giro di mezz’ora. E’ stato un momento di disperazione perché ci ha dato l’idea della situazione...
Per un bambino che arriva alla missione, quanti altri muoiono e vengono seppelliti vicino alla capanna, senza che nessuno lo sappia?
Quando un bambino viene alla luce, a parte i trilli di festa dei vicini non ha diritto a nessuna registrazione in un ufficio comunale. Come non ne ha diritto quando muore prematuramente. Di fronte al Governo e alla società non è nessuno, neppure un numero! Non entra nelle statistiche della fame, dei decessi, dei sopravvissuti. Ieri una bambina di quelli che sono stati accettati al daily hospital mancava all’appello. “E’ morta”, ci hanno detto le donne che la conoscevano. La hanno portata da una fattucchiera che le ha raschiato le tonsille, hanno commentato di fronte alla mia meraviglia perché la bimba stava ormai decisamente meglio. E’ il secondo caso in due settimane: bimbi che erano già “salvi”, uccisi da convinzioni superstiziose. Ma nessuno saprà mai quanti bimbi muoiono per interventi del genere. Genitori e fattucchiere rimangono impuniti.
Anche quando questi piccoli martiri vengono bruciacchiati su tutto il corpo... Piccole bruciacchiature rotonde, che guariscono lentamente. Senza portare nessun beneficio alla salute del piccolo.
In questa situazione l’unico modo che abbiamo per non disperarci è darsi da fare per quelli che ci sono, per che non ci scappino di mano, perché ce la facciano, giorno dopo giorno, un po’ alla volta... Quando arrivano sono mucchiettini di niente. Per fortuna che hanno addosso degli stracci che gonfiano il tutto. Una mano è sufficiente per tenerli! La maggior parte dei bimbi marasmici rifiuta tutto: non vogliono né mangiare né bere. Neppure un goccio d’acqua. E se riescono a mandar giù qualcosa, rimettono. Si inizia con una siringa... 10 ml di liquido... Un po’ alla volta. Il più delle volte la seconda lotta è con la diarrea: il fisico troppo debole non riesce ad assorbire il cibo... Ci vogliono non meno di due settimane per tirar fuori dall’orlo della fossa questi bimbi. In un mesetto diventano belli rotondi, grassi e paffuti.
Eppure anche in questa situazione di disperazione c’è tanta speranza: Tarcisio, Lino e Augusto sono venuti a costruire la nuova Scuola Primaria. In neppure due mesi è venuto su un bellissimo edificio: 16 aule in tutto, 40 studenti in ogni classe: circa 700 studenti in tutto. Sperando che l’educazione sia la chiave per cambiare la vita di questi piccoli e la storia.
Grazie per tutto l’aiuto che ci state dando. Grazie perché ci state aiutando. Grazie perché ci sostenete in quello che stiamo facendo. Grazie per tutto! Il Signore benedica voi e le vostre famiglie.

Sr. Elisa e le suore di Zwav