COOPERAZIONE MILITARE E CIVILE |
![]() Ottobre 2004 |
Consegnate le armi agli AlpiniSARAJEVO – E' avvenuto tra le località di Cajnice e
Rogatica della Repubblica Srpska (entità serba di Bosnia): il contingente italiano che opera nel Paese balcanico
nell'ambito della missione NATO ha registrato un nuovo successo della permanenza con una raccolta di materiale bellico.
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Nell'ambito delle attività CIMIC (cooperazione civile e militare), gli artiglieri del 3° Reggimento Artiglieria da
Montagna di Tolmezzo, a poco meno di un mese dall'inizio del loro mandato in Bosnia Erzegovina, sono stati impegnati in
molteplici attività umanitarie, volte ad aiutare la popolazione bosniaca e in particolar modo i bambini. La settimana
dal 5 al 12 luglio è stata densa di attività per i militari della "Cantore".
Con gli abbandonati
La prima attività umanitaria ha visto gli artiglieri di Tolmezzo, impegnati il 7 luglio nella consegna di aiuti
umanitari al Centro Familiare "Giovanni Paolo II" di Vionica, piccolo centro della Bosnia meridionale vicino alla città
di Medugorje.
Il Centro, fondato e gestito dalle Suore Missionarie della Famiglia Ferita, è da molti anni impegnato nel dare
accoglienza a bambini resi orfani dalla guerra o abbandonati da famiglie povere e a ragazze madri non in grado di
crescere i propri figli. Il Centro ospita circa cento persone tra adulti e bambini dai due ai quindici anni.
I materiali distribuiti (generi alimentari, piccoli elettrodomestici, computer e vari generi di vestiario) sono stati
donati da varie organizzazioni umanitarie italiane che li hanno inviati a Tolmezzo, sede del 3° Reggimento Artiglieria
da Montagna, unità da cui proviene la maggior parte del personale al momento presente in Bosnia.
Tre bambini
Nella mattinata dell'8 luglio, grazie a un progetto organizzato in collaborazione con l'Ambasciata italiana di Sarajevo,
il team CIMIC del contingente italiano, ha donato la speranza di guarigione a tre bambini bosniaci. Tra le tante
operazioni umanitarie che i militari italiani conducono da vari anni, va ricordata quella di assistenza sanitaria
(grazie alla collaborazione di alcune strutture ospedaliere italiane) a bambini affetti da tumori, leucemie, disfunzioni
cardiache, le cui cure non sono possibili mediante il ricorso le strutture sanitarie locali.
Alle 10 circa, i bambini sono arrivati al compound italiano e, dopo aver ricevuto la visita del colonnello Biagini, sono
stati accompagnati all'aeroporto di Sarajevo per essere imbarcati su un volo diretto a Verona con destinazione finale
Bologna, dove riceveranno le cure del caso presso l'ospedale della città emiliana.
In orfanotrofio
Il 9 luglio, partiti da Sarajevo alle quattro del mattino, gli artiglieri della caserma Cantore, si sono diretti verso
la città di Banja Luka, capitale della Repubblica Srpska, al centro per l'infanzia "Rada Vranjesevic", unico
orfanotrofio in tutta la Repubblica.
L'orfanotrofio, che viene finanziato dai comuni di origine dei suoi piccoli ospiti (circa 150 euro al mese per ogni
bambino), attualmente accoglie circa centocinquanta bambini da zero a diciotto anni, di cui circa il trenta per cento
rimasti orfani durante la guerra.
Al campo profughi
La settimana si è chiusa il 10 luglio con una attività umanitaria a Sokolac (località posta a circa sessanta chilometri
a est di Sarajevo). In questa cittadina, anch'essa facente parte della Repubblica Srpska, sono presenti molti campi
profughi abitati da persone che, abbandonata la speranza di ritornare nelle proprie case (distrutte o occupate da altre
famiglie) in cui abitavano prima della guerra, vivono quotidianamente in uno stato di precarie condizioni
igienico-sanitarie.
In questa occasione, l'attività svolta dal team medico militare italiano, è stata finalizzata all'effettuazione della
fase iniziale di disinfestazione delle abitazioni, delle zone limitrofe al campo profughi; inoltre, i medici del
contingente italiano hanno visitato undici bambini di età compresa tra quattro e quattordici anni e dieci persone
anziane.