Nella mattinata del 15 dicembre 2004 a Sarajevo
ha avuto luogo il passaggio di consegne tra il contingente italiano cedente e quello
subentrante. Dopo sei mesi di permanenza in zona di operazioni il 3° reggimento artiglieria
da montagna di Tolmezzo, comandato dal colonnello Silvio Biagini, ha ceduto il testimone al
7° reggimento alpini di Feltre.
Il 3° reggimento artiglieria da montagna, rinforzato da altre
unità specialistiche dell'Esercito (nucleo Nbc, nucleo BOE, trasmissioni e genio, ha dato
vita al contingente denominato Italfor Bosnia. Durante sei mesi di permanenza in teatro
operativo è stato chiamato ad assolvere molteplici attività: dalle operazioni prettamente
militari a quelle orientate alla cooperazione con la popolazione locale (Cimic).
L'unità operativa del contingente (la 13^ batteria del 3° da
montagna) oltre ad avere assicurato una forza di pronto intervento (Quick Reaction Force) il
giorno dell'inaugurazione del vecchio ponte di Mostar, ha portato a termine otto operazioni
di raccolta armi e nove operazioni di pattugliamento delle zone di confine. Ha garantito la
vigilanza di siti fissi (centri trasmissioni e installazioni militari) ed effettuato il
pattugliamento diurno e notturno all'interno dell'area assegnata, percorrendo con i mezzi un
totale di circa 450.000 chilometri.
Alle operazioni di raccolta armi, che hanno lo scopo di
rendere più sicuro il territorio, eliminando la presenza di ordigni esplosivi e materiale
d'armamento residuati della guerra, hanno partecipato anche le componenti Nbc (bonifica
nucleare, biologica e chimica) e Boe (bonifica ordigni esplosivi), impiegate per la
rilevazione di eventuali agenti contaminanti e la successiva messa in sicurezza delle armi e
dell'esplosivo sequestrato. Le unità hanno fornito supporto anche a reparti di altre
nazioni.
Le operazioni orientate alla raccolta e distruzione di armi
ed esplosivi sono denominate Harvest (raccolta) e contribuiscono - attraverso la consegna
spontanea da parte della popolazione o la confisca operata dalle unità militari - a rendere
il territorio più sicuro per la popolazione residente. I risultati conseguiti in questo
campo dalle unità italiane sono frutto dell'ottimo rapporto di fiducia instauratosi tra il
contingente, le istituzioni locali e la popolazione civile.
In sei mesi di attività è stato consegnato agli italiano un
rilevante quantitativo di materiale bellico: 35.000 cartucce di vario calibro; 150 bombe a
mano; 24 bombe da fucile; 32 bombe da mortaio; 187 armi di vario tipo; 14 mine; 32 razzi
contro carro; 35 chili di esplosivo.
Nell'ambito delle attività di cooperazione con la popolazione
civile (Cimic) il contingente ha potuto fornire il proprio contributo alla ricrescita del
paese anche grazie all'apporto - in termini di materiali e di fondi - fornito
dall'ambasciata d'Italia in Bosnia Erzegovina e da numerose Ong nazionali.
Tra le più significative: distribuzione di aiuti umanitari a
favore di orfanotrofi e villaggi profughi; disinfestazione del campo profughi di Sokolac;
realizzazione dell'acquedotto dei villaggi di Gucevo e Guzdelji; donazione di una pompa
idrica al villaggio di Knezina; assistenza sanitaria alla popolazione del campo profughi di
Sokolac e al poliambulatorio di Pale; supporto logistico a favore dell'associazione Luciano
Lama per il trasporto di 400 orfani (in rientro da un periodo di vacanza in Sicilia); invio
presso varie strutture ospedaliere italiane di 28 bambini affetti da patologie non curabili
in loco (tumori, leucemie, malformazioni cardiache).
Importante è stato l'apporto fornito delle altre componenti
inserite nel contingente: nucleo di Polizia militare dei carabinieri, la compagnia
trasmissioni e il gruppo supporto di aderenza dell'Esercito. I carabinieri del nucleo di
Polizia militare, mantenendo il collegamento con gli organi di polizia locali e
internazionali, sono stati impegnati in attività finalizzate a garantire la sicurezza di
tutti i reparti inseriti nel contingente, contribuendo al pattugliamento diurno e notturno
dell'area di responsabilità italiana.
La compagnia trasmissioni (del 1° reggimento trasmissioni di
Milano) oltre ad assicurare le comunicazioni con la madrepatria, ha garantito la
manutenzione dei due maggiori centri nodali presenti nell'area di competenza italiana,
consentendo tra l'altro il funzionamento delle emittenti radio e Tv locali.
Il gruppo supporto di aderenza, costituito da vari nuclei
(pacchetti di capacità) provenienti da numerose unità logistiche dell'Esercito, oltre a
fornire il necessario supporto logistico ai militari italiani dislocati a Sarajevo e
Rogatica (sedi del contingente italiano), ha garantito il sostegno logistico di tutto il
personale italiano impiegato presso i comandi multinazionali di Mostar (sede della task
force sud-est) e di Butmir (che dal 2 dicembre ospita la sede del comando Eufor).
Fonte: Stato Maggiore della Difesa