COLLETTA ALIMENTARE |
Aprile 2005 |
Il gesto della colletta alimentare che ogni anno si tiene anche a Conegliano, coinvolge
non solo gli alpini, ma anche chi non lo è e proviene dal mondo dei movimenti e delle associazioni, o anche da persone,
che semplicemente vi aderiscono. E’ un’iniziativa che prima ancora di essere nota per il suo successo in termini di
risultato economico, penetra nel cuore di chi la compie.
E’ un gesto a cui ci si affeziona e che per più di qualcuno diventa irrinunciabile. Perché?
Riflettendo sull’esperienza e sulla storia di questi anni, l’accento non cade tanto sul risultato, che pure c’è stato e
notevole, ma sull’amicizia. La colletta è, innanzitutto, una storia di coinvolgimento in un’amicizia semplice, con
Lauro, Silvano, Piero, Manuele e tanti altri, fatta di cose concrete, come pranzare insieme, come condividere momenti di
gioia o di dolore. Anche per noi il “cuore” della colletta è un’amicizia, come lo è stato per don Giussani e il cavalier
Fossati che per primi hanno intuito la fecondità di un simile gesto.
Perché l’amicizia ha questa forza? Perché nell’amicizia si sperimenta di essere amati. In essa si
sperimenta quella gratuità che, sola, ci permette di accorgerci che gli altri esistono ed esistono con i loro bisogni,
anche alimentari. Da questa esperienza prende forma una risposta come quella del Banco Alimentare.
In questo è forte l’esempio e l’analogia ricevuti dagli alpini: essi sono protagonisti di molte
iniziative, ma in tutto ciò che fanno, il cuore che genera tanta solidarietà è quello di essere una “famiglia”, di
essere partecipi di un comune abbraccio di solidarietà che così potentemente trova espressione nei loro canti.
Pier Eugenio Lucchetta