GLI AMICI DEGLI ALPINI |
Maggio 2004 |
Nel
1947 la guerra era finita da poco, le ferite lasciate nelle anime e nei corpi
degli scampati non si erano ancora rimarginate, ma i giovani di allora già si
guardavano in giro e si ponevano domande sul loro avvenire.
Il Lavoro non c'era e la terra per chi aveva la
fortuna di essere nato in una famiglia contadina, era matrigna: la polenta non
era mai troppo grande e doveva bastare per tutta la famiglia. Spesso era
prudente tenere la propria fetta in mano!
Molti erano i reduci, ma molti non avevano fatto il servizio militare come i
loro padri anche se ne conoscevano il significato, il sacrificio, il costo
dell'onore.
In Inghilterra c'era lavoro nelle miniere di ferro e di carbone del Galles dove si
poteva fare solamente i manovali. La qualifica di minatore era riservata
solamente agli inglesi e comunque la paga era inferiore del 20% rispetto a
quella di un manovale inglese.
Rari coloro che rinunciarono alla cittadinanza italiana per quella inglese che
permetteva di diventare manovali a paga piena prima, e minatori poi!
Un lavoro duro e pericoloso ma che dava la certezza
di un risultato economico.
La legge inglese imponeva agli emigranti di restare per 4 anni nello stesso posto
di lavoro pena il rimpatrio. Erano costretti a sopportare ogni tipo di sopruso
per conservare il posto di lavoro, dal quale molto spesso, dipendeva la
sopravvivenza dei loro famigliari in Italia.
Non è stato facile per i nostri emigranti che
erano armati di buona volontà, di voglia di lavorare, di umiltà e senza grandi pretese:
e per questo hanno superato la prova.
Hanno formato una famiglia, hanno costruito una casa, hanno formato dei figli. Hanno
onorato e reso orgogliosa la propria sposa inglese.
Hanno fatto conoscere i valori morali e le doti
umane degli Italiani nel mondo. Anche a chi non ci credeva!
Ho conosciuto Renzo Causero a Cardiff più di 20 anni fa, quando anch'io non per
dovere, ma per scelta, sono stato a lavorare nel Galles.
Ne ho conosciuto tanti altri che avevano
frequentato la dura scuola dell'emigrazione e che erano usciti promossi!
Promossi con la stima di quelli che li conoscevano e con la stima delle autorità
italiane e inglesi!
Hanno servito e onorato l'Italia con la loro modestia, con la loro concretezza, con
il loro costruire lento e costante, con il loro fare rispettoso del prossimo e
delle Istituzioni dello Stato che li ospitava. Senza mai dimenticare la loro
Terra, le loro origini e con il desiderio di ritornare un giorno...
Hanno servito L'Italia sul fronte del lavoro!
Molti di loro soffrivano perché non potevano come noi portare il cappello alpino
perché non avevano fatto la naia: ne avevano fatta un'altra non meno dura,
non meno pericolosa e forse per altri versi, non meno prestigiosa!
Renzo è tornato. E' tornato in una cassetta di mogano, è tornato a Togliano di
Cividale da dove era partito nel '47 con i suoi compagni per lavorare nelle
miniere del Galles.
Ad accompagnarlo per 1 'ultimo viaggio, c'erano la moglie Hellen, i figli, i
parenti e gli amici del paese. E c' erano gli alpini che hanno reso il servizio
d'onore, bravi come sempre
Sulla cassetta di mogano era scolpito un cappello
alpino in abete bianco e la cassetta è stata riposta nel loculo da due
alpini. Era scritto nel suo testamento!
Renzo non era stato un alpino ma avrebbe voluto esserlo, aveva partecipato alle
manifestazioni alpine in Inghilterra e alle adunate in Italia e il suo ultimo
desiderio è stato quello di essere tumulato come un Alpino!
Gli Amici degli Alpini sono parte di noi, forse dobbiamo solo prenderne atto.
Enzo Faidutti