SAN FRANCESCO |
Maggio 2004 |
Fin dagli inizi del Secolo scorso, il Comune di
Conegliano utilizzò l’ex Convento San Francesco, come sede di Scuola
Elementare. Infatti, i Coneglianesi di origine, io lo sono di adozione, quando
lo nominano, ancor oggi, usano questa frase dialettale: “su ae Scuoe San
Francesco”. Il motivo si giustifica da solo. In questa frase c’è un
secolo di vita scolastica vissuta dalle generazioni coneglianesi nel XX°
Secolo: su ae Scuoe San Francesco.
Sede vitale di attività didattiche, culturali,
artistiche, ricreative e di servizi sociali e assistenziali. Dopo la sua
chiusura, avvenuta sul finire degli anni ‘90, di recente l’ex Convento è
rifiorito nel suo primitivo splendore. La sua architettura ora brilla di
atavica spiritualità francescana.
Caro San Francesco, sei ritornato ostello di moderna
cultura. Ti hanno aggiornato per assolvere alla tua originaria vocazione
umanitaria; ora, centro di sapienza e di formazione professionale.
Ma io, caro Vecchio Convento, non potrò mai
dimenticarti come eri, quando nel mese di ottobre del 1935, salii timidamente
per la prima volta la tua gradinata acciottolata per frequentare la quinta
classe elementare e poi fino al termine della quinta classe del Ginnasio
Comunale pareggiato di Conegliano, allora quinquennale.
Ricordo che ospitavi il Patronato Scolastico
istituito nel 1902 dal Comune di Conegliano. Promuoveva servizi di assistenza
per i figli del popolo, attraverso iniziative in favore dei bambini più
bisognosi. Funzionava la refezione scolastica, il doposcuola, venivano forniti
indumenti, libri di testo, cancelleria varia. Durante le vacanze estive veniva
organizzato il Campo Solare nel cortile esterno. Desidero doverosamente
ricordare che, presidente del Patronato Scolastico e della Colonia Alpina
Vazzoler di proprietà del Patronato, è stato per tanti anni il commendator
enotecnico Gino Barazza, medaglia d’argento del Ministero della Pubblica
Istruzione, capitano degli Alpini ex combattente, e socio del nostro Gruppo
Città.
Ricordo la Direzione del Circolo Didattico e la
Direzione dello Ispettorato scolastico. Anche la Banda Cittadina e la Fanfara
della G.I.L. (Gioventù Italiana del Littorio) occupavano un salone
sotterraneo.
Dopo la guerra trovò sede sempre a San Francesco la
Scuola Media Grava di nuova istituzione, successivamente trasferita in una
sede nuova.
Io ritornai nuovamente nelle tue aule, per tre anni
insegnante di Matematica ed Osservazioni Scientifiche, alla Scuola Media Cima,
sul finire degli anni Sessanta.
Infine ritornammo ancora a farci buona compagnia,
quando la nostra Amministrazione Comunale mi affidò l'incarico istituzionale
di Assessore alla Pubblica Istruzione dal 1970 al 1980 e dal 1985 al 1990.
Furono anni difficili e tu mi sei buon testimone. Mi trovai a dover risolvere
molteplici, pressanti, alle volte precari problemi. Carenze di aule per una
anagrafe scolastica crescente in progressione esponenziale, necessità di
avviare Istituti Scolastici di nuova istituzione e quindi costruire nuove
sedi, attivare tutti i relativi servizi. Ricordo il Liceo Linguistico,
successivamente denominato “Colle di Giano”, il Laboratorio Scuola per
ragazzi handicappati e la collocazione della prima Scuola Materna Statale; il
corso serale di Educazione Musicale, preparatorio per entrare nella Banda
Musicale Cittadina, che aveva ancora sede nel Convento. Tutto questo in attesa
che si venisse realizzando il Piano Generale della Scuola predisposto fin
dall’inizio del mio Assessorato.
L’ultima Istituzione cittadina che trovò
ospitalità nelle tue stanze è stata la Dama Castellana.
Caro San Francesco, tu sei stato generoso di riserve
provvidenziali, sia pure nella tua vetustà. Ho avuto la fortuna e se me lo
permetti, la tenacia - qualche volta sono stato anche contestato - di renderti
disponibile nelle tue stanze da tempo abbandonate. Attivarle al meglio
possibile di abitabilità. Sistemazioni impreviste, fatte in condizioni di
provvisorietà.
Affrontare situazioni emergenti per creare
iniziative e correre con i tempi nuovi. Essere all’avanguardia nella
soluzione dei problemi scolastici. Sei stato la manna dal cielo.
Il nostro daffare ha sempre funzionato. Non mi hai
mai deluso.
Caro Vecchio, in situazioni e momenti diversi, ti ho
frequentato per ventiquattro anni. Ti ricorderò tanto.
Anche gli Amici Alpini del mio Gruppo Città, tuo
vicino di casa, con un po’ di nostalgia, conservano un lieto ricordo.
Le volte che venivamo nel tuo cortile per arrostire
le castagne ai bambini delle classi elementari, uniti a loro familiari. In
prossimità delle Feste Pasquali insegnavamo loro il gioco della
“rigoeana” con le uova sode. I nostri canti fatti assieme riempivano il
Chiostro di corale armonia.
Rendendomi interprete anche dei sentimenti dei
nostri concittadini, grazie caro San Francesco per il servizio da te svolto
per un intero Secolo, alla crescita culturale, sociale, umana, della nostra
Conegliano. E tanta gratitudine noi Coneglianesi dobbiamo alla Fondazione
della Cassa Marca Trevigiana ed alle Pubbliche Istituzioni che così ti hanno
voluto e a chi ti ha riportato a vita nuova nelle strutture e nelle moderne
attività didattiche.
Ed ora che ti hanno rimesso a nuovo il “Saio”,
non mi resta che dirti: “ad multos annos” caro nostro Convento San
Francesco.
Mondo Piaia