AVANTI FINCHE' LO VORRANNO GLI ALPINI |
Luglio 2005 |
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Presidente, ...signor Presidente”. “Dammi del tu, Direttore”.
E’ cominciata così l’intervista a Corrado Perone nella accogliente sede
del Gruppo Alpini dì San Vendemiano, venerdì 15 aprile scorso, dopo la cena, in attesa del dolce. IL clima è di quelli giusti. Si è appena spenta l’eco dell’ennesimo
“alziamo il bicchier” intonato a tutta voce dalla sala e la
soddisfazione di avere tra noi i dirigenti nazionali dell’ANA si può tagliare a fette.
Il Presidente Corrado Perona è seduto al tavolo delle autorità con in sindaco Sonia Brescacin e
dirigenti della nostra Antonio Daminato in
La cena è quasi finita, il Gruppo di San Vendemiano ha fatto a sua bella figura e sul capogruppo Manuele Cadorin piovono
complimenti, strette di mano e pacche sulle spalle.
Prima che arrivi il dolce è il momento giusto per l’interviste. Cosa non facile, perché il Presidente Perona viene
continuamente chiamato per una foto, per una battuta, per una stretta di mano. Ci vuole un po’ di pazienza.
Anche il mio Capogruppo Valerio Collet si intrufola per un omaggio a Corrado Perona.
Non posso dire niente perché gli regala un mio libro su Collalto che il Presidente apprezza, anche con successivo
ringraziamento scritto dalla sede di Milano. Ma veniamo all’intervista.
Presidente, ... pardon
Corrado, come sta andando la serata?
“Se avessi cenato col Consiglio Nazionale avrei certamente
parlato solo di lavoro associativo per tutta la sera. Qui non c’è il tempo per parlare di lavoro, lo faremo domattina e metteremo a
punto le ultime formalità per Parma, ma ormai è tutto pronto. Questi momenti di incontro con le Sezioni e con i Gruppi
servono per godere della reciproca compagnia, per stare bene insieme”.
Entriamo subito in un argomento caro al nostro Presidente Daminato: l’eccesso di goliardia di taluni Alpini che a
volte varca i confini del buon gusto.
“Se il riferimento è ai baracchini che circolano alle adunate, posso dire che, finché non erano molti ed
avevano un certo spirito di sano folklore portavano una vampata di allegria. Purtroppo ora siamo all’eccesso. Siamo di
fronte a manifestazioni che nulla hanno a che fare con gli Alpini. Sono diseducativi, trasmettono una nostra immagine
del tutto falsata, danno fastidio al traffico e alla gente. Non hanno nulla a che vedere con la sana allegria che ogni
Adunata Nazionale deve esprimere”.
E’ un fenomeno difficile da contrastare.
“Lo stiamo contrastando, ma non è facile. Bene ha fatto il Presidente Daminato a parlarne su Fiamme Verdi. Se si
riuscisse a debellare il fenomeno a livello di Gruppi, il problema sarebbe già risolto”.
E’ un momento non facile per I’ANA, come si va avanti?
“Dalla nostra forza morale dobbiamo trovare lo spirito per andare avanti, per proseguire. Dobbiamo affidarci di più
ai giovani. Ho incontrato a Milano
500 nostri ragazzi che mi hanno detto “dateci più spazio nelle Sezioni e nei Gruppi”. Diamo loro la
possibilità di portare una ventata di gioventù nell’Associazione”.
Cosa vale l’Associazione Nazionale Alpini?
“Sicuramente molto di più di quanto riportato nel Libro Verde della Solidarietà Alpina. Il nostro valore
aggiunto è la presenza sul territorio, la nostra disponibilità verso le Istituzioni e verso i Sindaci, che sono le
nostre figure di riferimento”.
Quanto durerà?
“Bella domanda. Durerà finché Dio vorrà e finché lo vorranno gli Alpini. Dipende molto da noi. Quando sono in mezzo
ai Gruppi respiro una boccata d’aria buona. Ho bisogno di stare con i Gruppi e con gli Alpini. Ho bisogno della fiducia
e della carica che danno gli Alpini. E se avremo tutti la forza e la costanza di rimanere
quali siamo, di guardare oltre l’ostacolo con la determinazione che è propria degli Alpini, allora dureremo a lungo”.
Si dovrà cambiare qualcosa?
“Verrà un giorno in cui dovranno
essere cambiate delle regole, ma non cambieremo il nostro modo di essere e di esistere. Quando ci sono situazioni belle
come qui a Conegliano vale davvero le pena di continuare. Un Alpino mi ha appena detto che è stato approvato il progetto
della sede del suo Gruppo e che il prossimo anno non potrò mancare all’inaugurazione. Finché c’è questa forza, questa
fiducia e questa speranza, quel qualcosa in più che ci portiamo dentro, questa volontà di non mollare, di restare una
famiglia sana e bella, andremo sempre avanti”.
Antonio Menegon