CONFLITTO E CASTIGO |
Dicembre 2005 |
Conflitto e CastigoRievocazione storica della prima guerra mondiale nel novantesimo anniversario.Venerdì 28 ottobre, all’Auditorium Toniolo di Conegliano, l’attrice Milena Vukotic con l’ArtEnsamble
Orchestra diretta da Roberto Fantinel e il Corocastel diretto da Antonio Battistella, ha presentato
"Conflitto e Castigo", di Maurizio Mune, una rievocazione storica della Grande Guerra, promossa dagli alpini
dei Gruppi di Conegliano.
Con Milena Vukotic in scena, il Corocastel ha fatto da contrappunto con una decina di canti, da “Monte Canino” alla
celebre “Sul cappello”, a “Ta pum”, alla “Leggenda del Piave”, fino al “Signore delle Cime”, “La vita è bella” e “Schindler’s
List”. Ha accompagnato la rappresentazione l’ArtEnsamble Orchestra. |
Si può raccontare la Grande Guerra senza i lugubri elenchi delle montagne di morti delle battaglie sul Carso,
sull’Isonzo o sull’Ortigara, delle migliaia di uomini mandati a morire per un lembo di terra, senza ricordare, per
esempio, la tragedia di Caporetto, una delle pagine più tristi della nostra storia, le cui conseguenze in questa nostra
terra furono ancora più drammatiche?
Ci ha provato il musicista Maurizio Mune in una pièce teatrale da lui ideata e diretta, uno spettacolo toccante e di
forti emozioni che la bravura degli interpreti ha reso ancor più struggente. Dalle Tofane al Piave e fino al Carso,
“Conflitto e Castigo” racconta la vita nelle trincee non legata all’eroismo dei nostri soldati ma al risvolto di cultura
e sentimenti che nasceva ogni sera quando finiva la battaglia.
La rappresentazione è stato proposta il 28 ottobre al Toniolo di Conegliano, gremitissimo di Alpini e non, su iniziativa
dei quattro gruppi coneglianesi nel novantesimo della Grande Guerra e nell’ottantesimo della Sezione Alpini, per evocare
uno spaccato della guerra, raccontata al di fuori del fragore delle armi e della battaglia, con i pensieri, le
riflessioni, i canti e le poesie nate nelle trincee. E con i silenzi. Il silenzio che accompagnò il treno del Milite
Ignoto nel suo lento viaggio verso Roma, e che si fermava ad ogni stazione accolto dal silenzio, per rispettare il
dolore di migliaia di madri.
Musica e recitazione si sono sapientemente fuse nel ripercorrere questa pagina di storia, due voci narranti
impersonificavano un soldato italiano ed uno austriaco, con il compito di raccontare la guerra vista da opposti
schieramenti. La voce recitante è stata affidata alla straordinaria sensibilità di una delle più grandi attrici
italiane, Milena Vukotic, che ha letto alcune poesie di Ungaretti. Ma il racconto della Grande Guerra si è piano piano
trasformato in quello della storia degli Alpini. Sì, perchè la storia degli Alpini è tutta racchiusa nella tristezza di
alcune loro cante: Monte Canino, il Testamento del Capitano,
Ta Pum, Monte Nero... E sono stati proprio questi i brani interpretati dal Coro Castel all’interno della
rappresentazione. Essi narrano il dolore dei soldati mandati a morire a vent’anni, l’amara condanna della crudeltà della
guerra e degli spietati sanguinosi assalti, il rimpianto dei tanti amici caduti‚ l’Ortigara che diventa il loro
cimitero, il distacco dalla madre, dalla morosa e dalla famiglia e lo struggente desiderio di tornarvi presto per vivere
un’esistenza di pace.
E poteva allora mancare Signore delle Cime? Un brano che, scritto 40 anni dopo la fine della guerra, ricorda non un
caduto in battaglia ma l’amico travolto dalla valanga. Un canto senza tempo, tra i più amati dagli Alpini perchè intriso
di fede e di speranza. E, forse, la loro più alta preghiera.
Gianfranco Dal Mas
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