GRAZIE PRESIDENTE |
Luglio 2005 |
La parte più bella del discorso tenuto in piazza
Cima, in occasione delle celebrazioni dell’Ottantesimo, dal Presidente Nazionale Corrado Perona, è stata quell’
“...Alpini”, pronunciato all’inizio e subito rotto dalla commozione sincera e soffocato da quel groppo alla gola che ha
bloccato per pochi, lunghi, secondi la voce del nostro Presidente. Poi una benevola pacca sulla spalla da parte di
Antonio Daminato e Corrado Perona ha preso a parlare, ed è stato un fiume in piena.
Ho potuto seguire il Presidente Perona in quasi tutti i momenti in cui si è espresso in pubblico ed ho avuto modo di
parlare personalmente con lui. Mi pare siano più d’una le cose emerse, su cui vale la pena di soffermarci.
Mi hanno colpito innanzitutto la forza e la grinta del Presidente. Poi la chiarezza con cui dice le cose.
La forza. Quando ci siamo salutati domenica pomeriggio, dopo il lauto pranzo al Colnù, il giovanotto che
risponde al nome di Presidente Corrado Perona aveva la stessa carica, lo stesso spirito e la stessa disponibilità di due
giorni prima, alla cena inaugurale nella sede del Gruppo di San Vendemiano. E aveva sulle spalle due giorni intensissimi
di incontri, discorsi, foto, interviste, cerimonie, pranzi e cene.
La chiarezza. Parla in modo esplicito e va subito al sodo il nostro Presidente. Non mi ricorda affatto i tanti
politici che sfilano quotidianamente in televisione e sembrano leggere un copione già scritto e imparato a memoria. A
Perona le parole escono dal cuore, dal cuore alpino che si ritrova.
L’unità. Ha parlato di tante cose il Presidente
Corrado Perona; ci ha detto con chiarezza che la forza degli Alpini si mantiene stringendoci intorno ai nostri
Capigruppo. Ha detto poi che i nostri referenti sono i Sindaci dei Comuni.
I giovani. “I giovani sono il futuro - ha detto ancora Perona - diamo loro spazio nell’associazione” Più chiaro di così.
Ogni tanto fa bene. Ogni tanto fa bene ascoltare e
confrontarci con i nostri Dirigenti nazionali. Sentirci dire magari cose che già sappiamo, come l’amore per la Patria,
per la Bandiera, i morti da ricordare, le Istituzioni da rispettare, la solidarietà da perseguire, il rapporto con i
militari in armi. Sentircelo dire serve.
Il rischio di confondere l’Associazione Nazionale Alpini con qualcos’altro c’è, eccome. Basta andare ad un’Adunata
Nazionale e vedere i comportamenti eccessivi e da sagra di taluni per rendercene conto.
Parlare di questi argomenti nei Gruppi, in Sezione e tra Alpini è più che mai necessario se non vogliamo che l'ANA
diventi un’altra cosa.
Bene hanno fatto i nostri Dirigenti a scegliere l’Altopiano di Asiago per la prossima Adunata Nazionale.
Andiamo ad Asiago per far ben figurare la nostra Associazione davanti all’Italia intera. Non basta infatti il
Libro Verde del/a Solidarietà Alpina per raccogliere tutto, o gran parte di ciò
che gli Alpini fanno per il loro Paese. Serve anche un comportamento che giustifichi questo slancio di solidarietà.
Perché quando si indossa il cappello alpino, non rappresentiamo solo noi stessi, ma l’associazione tutta. Ed i danni di
immagine che, eventualmente, produciamo ricadono sull’intera Associazione Nazionale Alpini. E questo non possiamo più
permettercelo.
Andiamo ad Asiago informandoci sulla storia di quella terra
intrisa di sangue. Sarà un’adunata più bella, torneremo sicuramente più ricchi.
Antonio Menegon