BENTORNATI ALPINI DEL 7°


Ottobre 2006

Belluno: 26 Novembre 2005
Storica data di rientro del 7° Reggimento Alpini nella sede


Un momento della cerimonia


La fanfara saluta il Settimo

Bentornati Alpini del Settimo

Nevica. Nevischia sul Fadalto e lungo i chilometri dell’autostrada che conduce nel cuore delle nostre montagne bagnata e pesante non reca danno alla circolazione e neppure rende suggestivo il paesaggio.
Grigio è il colore di questo sabato, festa un po’ offuscata dalle inevitabili amarezze novembrine per la dipartita da Feltre — peraltro già iniziata da qualche mese fa ed il trasferimento del 7° Reggimento Alpini in Belluno.
Sul paión de la caserma requiet in aeternam e cosi sia....
In città c’è comunque un’atmosfera insolita, ancorché sobria e misurata, si respirano molto rispetto e la giusta aria di festa, con il sa- lotto cittadino - Piazza dei Martiri - imbandierata, animato dalle scolaresche, dalle rappresentanze del mondo amministrativo, politico, civile, e da tanti alpini che, nonostante si siano visti ieri, si scambiano convenevoli e intrattengono conversazioni come se non si vedessero da chissà quanto tempo.
Dove sei stato mio bell’alpino ... che te gà cambià i colori
Già, oggi, 26 novembre 2005, si festeggia il rientro nella storica sede (dopo quella di Conegliano dove il reggimento è stato costituito il 1° agosto 1887) del 7°, il glorioso 7° Alpini.
Si accantona nel complesso “Salsa-D’Angelo” giudicato il migliore in assoluto tra le infrastrutture presenti nel Veneto per garantire efficacia, efficienza, economicità ad un reparto costituito da personale in ferma prolungata (professionale), maschile e femminile, che si caratterizza per essere uno dei reparti dell’Esercito designato ad operare nelle missioni fuori del territorio nazionale.
Rifletto e constato: è l’unico reparto alpina rimasto in territorio veneto e la sua presenza deve essere motivo di orgoglio e di affettuosa vicinanza alle sue sorti per tutti noi. Grazie davvero a chiunque abbia fatta qualcosa per trattenerlo.
Alle 11 inizia la cerimonia ufficiale di benvenuto agli alpini del reggimento. Al suono della fanfara, sotto la neve che via via si fa sempre più asciutta, leggera, bianca, entrano in piazza le compagnie alpine, i supporti, la Bandiera di guerra, il Labaro nazionale della nostra Associazione, il Gonfalone della Provincia di Belluno e del Comune. Seguono i discorsi ufficiali cui fanno eco gli applausi di tanta gente venuta per festeggiare gli alpini; in particolare colpisce quanto afferma il colonnello comandante Edoardo Maggian che in poche frasi suggella il patto tra alpini in armi, città di Belluno e Feltre, valli e montagne del Veneto.
Ora nevica fitto, i reparti lasciano la piazza al passo di parata per raggiungere le storiche caserme, marciano massicci e compatti. Per molti di loro è il battesimo delle Alpi, delle Dolomiti... e nel cuore sentono che alpini si può diventare.
Sulla strada del rientro vedo gli alberi di cachi che si sono trasformati in alberi di Natale, i loro frutti non ancora raccolti occhieggiano di un bel arancio in mezzo al candore di questa coltre, lascio da parte tutti i discorsi e le convinzioni sul servizio militare obbligatorio o meno, penso a quei volontari e mi ritrovo a canticchiare felice la barca l’é ritornata cinta di rose e fiori con dentro i Cacciatori del Settimo degli Alpini.

N.S.Stefani


IL SALUTO DEL COMANDANTE ALLA CITTÀ DI BELLUNO

«Quello che oggi torna a casa è un nuovo Reggimento»

Signor Sindaco, autorità, gentili ospiti,
è con piacere e soddisfazione che il Settimo Reggimento Alpini oggi si presenta ufficialmente alla città e celebra il suo ritorno a casa.
Si perché proprio di un ritorna a casa si tratta. Infatti il Settimo Alpini si insediò nella caserma “Salsa” proprio il 1° ottobre 1913, provenendo da Conegliano, città nella quale fu fondato. Quindi, a distanza di novantadue anni dal primo insediamento e cinquantadue dal secondo, per la terza, e speriamo ultima volta, il reparto torna nella sede
- la caserma “Salsa” - all’interno della quale, come molti bellunesi ben sanno, tutto parla di Settimo, a cominciare dal nostro monumento, inaugurato nel 1926 e del quale il prossimo anno ricorrerà l’ottantesimo anniversario.
È un nuovo reggimento che oggi vedete davanti a voi. Un nuovo reggimento inquadrato in un nuovo Esercito, ben diverso da quello che la maggioranza dei presenti ha conosciuto nel prestare il servizio obbligatorio di leva, Ma non è nuovo nello spirito, che è e deve essere la stesso che animò coloro i quali occuparono la caserma “Salsa” per la prima volta nel 1913..
Oggi alpini non si nasce, lo si diventa, a volte anche contro voglia, ma la funzione educativa assolta da quello che era l’esercito di leva non si può esaurire.
Saranno cambiate le missioni, ma l’opera incessante di formare cittadini cioè alpini perché le due cose sono inscindibili continua e anche chi è diventato alpino controvoglia quando si confronta con altre realtà poi è orgoglioso di essere quello che è.
Questo lo dobbiamo ai nostri 4.556 caduti che rappresentano per noi il faro che illumina il percorso quotidiano, ma lo dobbiamo anche alla comunità che ci ospita, e che oggi si stringe attorno a noi in questi festeggiamenti.
E con la nostra presenza speriamo anche di colmare parzialmente il vuoto lasciato dalla mai abbastanza compianta Brigata “Cadore” nelle cui file anche il Settimo ha militato per lunghi anni.
In questa occasione, il pensiero non può non rivolgersi allo città di Feltre, oggi rappresentata dal suo primo cittadino, che abbiamo salutato, tra il dispiacere e la commozione, solo qualche giorno fa. Proprio la pedina operativa del Reggimento porta il nome di quella città, mi piace pensare che un po’ di quella comunità risieda qui, in Belluno, con buona pace degli storici, inesauribili e accesi campanilismi.
Pertanto, nello spirito di future, reciproche collaborazioni:
Viva il Settimo! Viva la Città di Belluno!

col. Edoardo Maggian