COL DI LANA


Dicembre 2005

Irrinunciabile Col di Lana


Veci alpini sul Col di Lana

Per nulla al mondo avremmo rinunciato a salire sul Col di Lana.
Neppure le bizzose gesta di questa estate sono riuscite nell’intento di privarci di questo appuntamento così accoratamente sentito.
La giornata di domenica 7 agosto non si prospettava di certo ideale per affrontare alcune ore si ascesa verso quello che a noi sembra assomigliare al “Giardino dell’Eden” degli Alpini: “il Paradiso di Cantore”.
Sino ad Agordo il maltempo aveva flagellato le prime ore del giorno. Poi, come un segnale premonitore, il sole ha fatto capolino asciugando il manto stradale e rilucendo ogni angolo e contorno di questo splendido squarcio delle Dolomiti bellunesi. Ci siamo ritrovati a Pieve di Livinallongo nel parcheggio antistante il piccolo centro ladino. Con genuina soddisfazione noi della Sezione Ana di Conegliano ci siamo contati: eravamo quasi trenta associati con il Presidente Antonio Daminato a guidarci verso la nostra meta. Il nostro Vessillo sezionale era presente assieme alle fiamme dei gruppi Barbisano, Solighetto, Pieve di Soligo, Santa Lucia di Piave e Città di Conegliano. La salita è stata faticosa e splendida nello stesso tempo, specie per chi come il sottoscritto si porta addosso un certo peso; ma la stanchezza non si sente, si sopporta facilmente se il pensiero si rivolge a chi quassù è rimasto, ubbidendo al dovere ed esalando l’ultimo respiro per la Patria. E chiaramente non conta se fossero italiani o austriaci, avevano vent’anni o poco più ed un futuro che venne per sempre interrotto dalla crudeltà spietata della guerra.
Quassù, come in tutto il territorio Fodom prima del 1916 era Austria. Quando il 17 aprile 1916 i soldati italiani conquistarono il Col di Lana minandone la cima e aprendo un cratere di 30 metri per 65, profondo 15, morirono con l’imperiale uniforme austro-ungarica ben 165 fodomi.
In tutto, durante il primo conflitto mondiale, caddero 19.000 combattenti di varie nazionalità sul monte e sul territorio di Livinallongo.
Quest’anno la cerimonia è stata solennizzata da due importanti anniversari ricorrenti: il 70° della consacrazione della Cappella Commemorativa ed il 40° dell’installazione della Croce sulla cima del Col di Lana. Tutto il resto si è svolto nella consueta essenzialità che rende più significativa la manifestazione.
Verso mezzogiorno, finita la Santa Messa, l’improvviso passaggio di una perturbazione ha portato un vento freddo che ha spruzzato folate di nevischio impedendo a chi era salito ai 2456 metri di rimanere a contemplare le incommensurabili bellezze del panorama.
Durante la discesa, attorno ai 2000 metri, è rispuntato imperiosamente il sole che ci ha poi accompagnato sino al paese di Pieve di Livinallongo. Lì, tramite le inesauribili conoscenze di Lino Chies che qui ha ben meritato la cittadinanza onoraria, abbiamo potuto visitare il “Museo de Fodom” situato in alcuni piani di un imponente edificio adibito a scuola a suo tempo.
Questo stabile è l’unico rimasto indenne dalle distruzioni e dagli incendi che durante la prima guerra mondiale devastarono in maniera tremenda al 95% il capoluogo di Livinallongo. Esso è sorto con l’intento di conservare concretamente gli usi, i costumi della “Gente Ladina” permettendo così al visitatore di conoscere ed apprezzare la cultura di questa minoranza etnica che basa la sua storia nel lontano 15 a.C. Allestito con estrema, sincera passione ed incomparabile bravura del signor Franco Del Tedesco, si avvale di oltre 600 documenti fotografici corredati da numerose didascalie, da una sala per proiezioni e da una ricca biblioteca con il settore specifico ladino. La mostra permanente si divide in 4 sezioni.
La prima comprende l’organizzazione territoriale e famigliare ladina, con i suoi tradizionali costumi e la gestione del maso chiuso. La seconda riguarda lo sviluppo avuto in questa zona, dall’artigianale lavorazione della canapa, lana, ferro, cuoio e dalle attività boschive. La terza annovera i reperti fossili, trofei di caccia e numerose immagini fotografiche sulla tematica dell’ambiente della Valle del Fodom. La quarta delinea la sua storia millenaria così brutalmente segnata dalla grande guerra.
E’ un museo che merita veramente l’attenzione di chi ama la storia e la cultura. Lo si può visitare nei mesi estivi durante i giorni feriali dalle ore 16 alle 19 o telefonando allo 0436 7193 (fax 0436 7413) per prenotare la visita guidata per scolaresche o comitive in altri orari.

Renzo Sossai


La Chiesetta Votiva sul Col di Lana