LA SINDROME DEL CERIMONIERE


Luglio 2005

 
Claudio Lorenzet

Un virus degenerativo della qualità della voce ha colpito in questa primavera gli Alpini ed in particolare cerimonieri e speaker ufficiali.
E’ toccato a Nino Geronazzo “gran cerimoniere” del nostro Ottantesimo fare i conti con il terribile virus nella notte tra sabato 16 e domenica 17 aprile.
Quando si è presentato all’ammassamento (per la verità due ore prima dell’orario ufficiale) la voce non c’era quasi più ed ha dovuto fare uno sforzo non da poco per scandire ordini e dare il via ai vari momenti della cerimonia.
Alla fine c’e l’ha fatta, ma è stata dura.
Poi a Parma.
C’è chi si chiedeva come mai quest’anno non ci fosse stato, come al solito, Nicola Stefani a commentare la sfilata delle penne nere.
Lui c’era, ma in tanti non hanno riconosciuto quella voce uscire malconcia dalle corde vocali dell'avvocato pievigino, attanagliate dal virus maledetto.
Nicola comunque ce l’ha messa tutta e quando è passata la “sua” Sezione ha tirato fuori, come sempre, il meglio di sé.

Chi si era accorto per tempo della presenza nell’aria di primavera del micidiale virus è Claudio Lorenzet, altro Alpino collaudato ampiamente alla direzione delle cerimonie.
C’è chi giura di averlo visto assumere nottetempo prodigiosi medicinali omeopatici (pan e soppressa con più bicchieri di rosso) per prevenire la sindrome del cerimoniere.
Così lui, a Parma la domenica dell’Adunata, era in perfetta forma quando si è trattato di disporre per 12 gli Alpini della Sezione convenuti per la sfilata.

C’è comunque chi sospetta che i nostri due cerimonieri affetti da virus, la sera prima delle manifestazioni, non siano riusciti a trattenere la voglia di buttarsi nella mischia tra cante alpine e ombre de vin, fino a tardi. Loro smentiscono seccamente, giurano di essere andati a letto presto e noi non abbiamo motivo di pensare che mentano.

(a.m.)