MASO L'ALPINO 60 ANNI FA


Luglio 2005


Il capogruppo Antonio Oliana, i presidenti Perona e Daminato

Il Presidente nazionale Perona in visita al Gruppo Maset

Foto di gruppo con il presidente Perona

Commerazione 60° anniv. della morte di "Maso"

Il Gonfalone di Conegliano entra nello schieramento

Domenica 10 aprile si è svolta la manifestazione per commemorare il 60esimo anniversario della morte del capitano M.O.V.M. Pietro Maset (caduto il 12 aprile 1945 a Malga Ciamp in Piancavallo) al quale è intitolato il Gruppo dove sono iscritto.
La cerimonia è stata organizzata di concerto dai gruppi di Ogliano/Scomigo e “M.O. Maset” col patrocinio dell’Amministrazione comunale.
Per un “bocia” come me, e stato un susseguirsi di emozioni. Ho avuto l’onore di “scortare” assieme ad un “vecio” di Scomigo il gonfalone del Comune di Conegliano; a causa delle condizioni meteo il tragitto è stato molto breve, ma devo dire che il trovarmi lì davanti mi ha fatto sentire più a contatto con gli eventi della manifestazione! Un po’ come qualche anno fa a scuola: l’essere in primo banco, quasi quasi, ti obbliga a stare attento (Omar, ti ricordi?). La differenza è che a scuola riuscivo, ugualmente, a distrarmi, mentre questo evento lo porterò nel cuore per il resto dei miei giorni. La sfilata lungo le strade di Scomigo, accompagnati dalle marce della fanfara alpina di Conegliano, ha visto una buona affluenza di pubblico ad applaudire gli alpini ed ha avuto i suoi momenti topici nell’alzabandiera presso la scuola elementare (fremendo per l’attesa, comunque puntuale al secondo, del sindaco Floriano Zambon); seguito dalla deposizione della corona presso il monumento ai Caduti e al cimitero per onorare la tomba di “Maso”; dalla messa presso la locale chiesa; il ritrovo conviviale alla tensostruttura organizzata dal Gruppo di Scomigo e quindi degna conclusione col rancio “ufficiale” presso la sede del Gruppo “Maset” (dove i cuochi riescono sempre a superare se stessi, deliziandoci con le loro succulenti leccornie).
A mio avviso, la messa “allungata” è stato il momento più significativo della giornata. Il parroco era visibilmente commosso nel vedere la chiesa ricolma di gente e, nel corso della celebrazione, ha ringraziato più volte tutti i partecipanti ed in particolar modo gli alpini per il costante impegno che da anni svolgono nei confronti della società e per l’esempio che essi rappresentano sia per i religiosi, sia per i laici.
Una volta terminata la liturgia si sono tenute le allocuzioni delle autorità presenti, nell’ordine: il presidente sezionale Daminato, il sindaco Zambon ed il prof. Livio Vanzetto il quale ha riassunto brevemente la vita di “Maso”.
Tutti gli oratori hanno avuto parole di elogio per la figura di Maset, esempio di un amor patrio purtroppo, ormai, stinto nel tempo. Un perfetto Alpino! Sicuramente difficile da emulare, ma perlomeno dovremmo provarci.
Per quel che mi riguarda, molto toccante è stata la descrizione minuziosa esposta dal prof. Vanzetto.
Mentre ero lì ai piedi dell’altare maggiore e sentivo ciò che era capitato a “Maso” e come aveva saputo reagire ad ogni situazione, mi son sentito allo stesso tempo annichilire e orgoglioso di appartenere al corpo degli Alpini, per essere un tramite e tramandare nel tempo questi ricordi ed esempi del passato.
Ho la fortuna, come quasi tutti i miei coetanei, di trovarmi in un ambiente molto diverso da quello che circondava “Maso”: sicuramente meno ostile (sotto ogni punto di vista) e con molte più risorse e disponibilità che, però, non sono sicuro siano sfruttate al meglio. Il capitano è riuscito a diplomarsi alle magistrali, pur provenendo da una umilissima famiglia contadina. E’ diventato sottotenente degli Alpini frequentando, durante la guerra in Africa, il corso AUC. Si è meritato la conferma al SPE per le pregevoli doti di comando e determinazione che assieme ai suoi alpini ha dimostrato durante il conflitto greco-albanese. Inizialmente affascinato dalla teoria fascista, quasi intesa come unico mezzo per combattere i soprusi, i favoritismi e le disuguaglianze allora esistenti; durante la catastrofica missione in Russia e la successiva tremenda ritirata ha maturato in sè una profonda delusione dell’operato e dell’ideologia del regime. Così trova nuovo vigore per tuffarsi a capofitto in una realtà completamente diversa: i suoi ideali trovano naturale collocazione tra le fila della Resistenza, dove s’impegna senza indugio contro i totalitarismi. Anche Maso ha dato il suo contributo estremo per porre le basi di un’Italia migliore, come egli stesso sognava, dove il cittadino è libero e sovrano.
Chissà quanti giovani, sotto sotto, la pensano come me....forse invitarli “spintaneamente” a questo tipo di cerimonie farebbe loro bene e potrebbero uscire caricati e volenterosi per darsi da fare con gli alpini, o comunque per la società, come, un pochino, è successo anche a me!
Al proposito, consiglierei quantomeno di leggere il libro (presente anche nella nostra biblioteca di Gruppo) che rappresenta storicamente uno scorcio di vita dell’epoca che ha coinvolto un nostro valoroso concittadino.

Gabriele Dal Bianco