MASO L'ALPINO 60 ANNI FA |
Luglio 2005 |
|
Domenica 10 aprile si è svolta la manifestazione per commemorare il 60esimo anniversario della morte del capitano
M.O.V.M. Pietro Maset (caduto il 12 aprile 1945 a Malga Ciamp in Piancavallo) al quale è intitolato il Gruppo dove sono
iscritto.
La cerimonia è stata organizzata di concerto dai gruppi di Ogliano/Scomigo e “M.O. Maset” col patrocinio
dell’Amministrazione comunale.
Per un “bocia” come me, e stato un susseguirsi di emozioni. Ho avuto l’onore di “scortare” assieme ad un “vecio” di
Scomigo il gonfalone del Comune di Conegliano; a causa delle condizioni meteo il tragitto è stato molto breve, ma devo
dire che il trovarmi lì davanti mi ha fatto sentire più a contatto con gli eventi della manifestazione! Un po’ come
qualche anno fa a scuola: l’essere in primo banco, quasi quasi, ti obbliga a stare attento (Omar, ti ricordi?). La
differenza è che a scuola riuscivo, ugualmente, a distrarmi, mentre questo evento lo porterò nel cuore per il resto dei
miei giorni. La sfilata lungo le strade di Scomigo, accompagnati dalle marce della fanfara alpina di Conegliano, ha
visto una buona affluenza di pubblico ad applaudire gli alpini ed ha avuto i suoi momenti topici nell’alzabandiera
presso la scuola elementare (fremendo per l’attesa, comunque puntuale al secondo, del sindaco Floriano Zambon); seguito
dalla deposizione della corona presso il monumento ai Caduti e al cimitero per onorare la tomba di “Maso”; dalla messa
presso la locale chiesa; il ritrovo conviviale alla tensostruttura organizzata dal Gruppo di Scomigo e quindi degna
conclusione col rancio “ufficiale” presso la sede del Gruppo “Maset” (dove i cuochi riescono sempre a superare se
stessi, deliziandoci con le loro succulenti leccornie).
A mio avviso, la messa “allungata” è stato il momento più significativo della giornata. Il parroco era visibilmente
commosso nel vedere la chiesa ricolma di gente e, nel corso della celebrazione, ha ringraziato più volte tutti i
partecipanti ed in particolar modo gli alpini per il costante impegno che da anni svolgono nei confronti della società e
per l’esempio che essi rappresentano sia per i religiosi, sia per i laici.
Una volta terminata la liturgia si sono tenute le allocuzioni delle autorità presenti, nell’ordine: il presidente
sezionale Daminato, il sindaco Zambon ed il prof. Livio Vanzetto il quale ha riassunto brevemente la vita di “Maso”.
Tutti gli oratori hanno avuto parole di elogio per la figura di Maset, esempio di un amor patrio purtroppo, ormai,
stinto nel tempo. Un perfetto Alpino! Sicuramente difficile da emulare, ma perlomeno dovremmo provarci.
Per quel che mi riguarda, molto toccante è stata la descrizione minuziosa esposta dal prof. Vanzetto.
Mentre ero lì ai piedi dell’altare maggiore e sentivo ciò che era capitato a “Maso” e come aveva saputo reagire ad ogni
situazione, mi son sentito allo stesso tempo annichilire e orgoglioso di appartenere al corpo degli Alpini, per essere
un tramite e tramandare nel tempo questi ricordi ed esempi del passato.
Ho la fortuna, come quasi tutti i miei coetanei, di trovarmi in un ambiente molto diverso da quello che circondava
“Maso”: sicuramente meno ostile (sotto ogni punto di vista) e con molte più risorse e disponibilità che, però, non sono
sicuro siano sfruttate al meglio. Il capitano è riuscito a diplomarsi alle magistrali, pur provenendo da una umilissima
famiglia contadina. E’ diventato sottotenente degli Alpini frequentando, durante la guerra in Africa, il corso AUC. Si è
meritato la conferma al SPE per le pregevoli doti di comando e determinazione che assieme ai suoi alpini ha dimostrato
durante il conflitto greco-albanese. Inizialmente affascinato dalla teoria fascista, quasi intesa come unico mezzo per
combattere i soprusi, i favoritismi e le disuguaglianze allora esistenti; durante la catastrofica missione in Russia e
la successiva tremenda ritirata ha maturato in sè una profonda delusione dell’operato e dell’ideologia del regime. Così
trova nuovo vigore per tuffarsi a capofitto in una realtà completamente diversa: i suoi ideali trovano naturale
collocazione tra le fila della Resistenza, dove s’impegna senza indugio contro i totalitarismi. Anche Maso ha dato il
suo contributo estremo per porre le basi di un’Italia migliore, come egli stesso sognava, dove il cittadino è libero e
sovrano.
Chissà quanti giovani, sotto sotto, la pensano come me....forse invitarli “spintaneamente” a questo tipo di cerimonie
farebbe loro bene e potrebbero uscire caricati e volenterosi per darsi da fare con gli alpini, o comunque per la
società, come, un pochino, è successo anche a me!
Al proposito, consiglierei quantomeno di leggere il libro (presente anche nella nostra biblioteca di Gruppo) che
rappresenta storicamente uno scorcio di vita dell’epoca che ha coinvolto un nostro valoroso concittadino.
Gabriele Dal Bianco