PORZUS 60 ANNI DOPO


Aprile 2005

Un evento tra i più drammatici della Resistenza.
Il 6 febbraio commemorato il tragico episodio di Porzus, presente don Redento Bello, scampato all’eccidio


Francesco De Gregori "Bolla"


Lapide alle Malghe di Porzus

Malga Porzus: i nomi degli Eroi

Il 7 febbraio 1945 due formazioni di GAP della divisione partigiana Garibaldi del Friuli,
dipendenti da uno stesso comando, quasi nelle stesse ore furono protagoniste di due ben diverse azioni di guerra. Mentre a Udine 21 gappisti attaccavano audacemente le locali carceri e ne sgominavano senza subire perdite, il munito presidio liberando così tutti i prigionieri politici ivi rinchiusi, a poco più di 20 chilometri a nord, nelle malghe di Porzus tra Faedis e Attimis, un distaccamento gappista di oltre cento uomini catturava un intero Comando delle Divisioni Osoppo e lo passava per le armi sotto l’accusa di attesismo e intesa con il nemico. Diciassette gli osovani uccisi da “fraterna mano assassina”; due gli scampati.
Questo episodio, fra più amari della Guerra di Liberazione evidenzia uno degli aspetti più contraddittori e drammatici della nostra Resistenza.
Francesco De Gregori, già capitano dell'8° Rgt Alpini, in Grecia, si era meritato una medaglia dì bronzo combattendo sul Mali Topoianit nel 1941, all’epoca dei fatti, comandava con il nome di battaglia di “Bolla”, il battaglione “Udine”, cioè quello che sarebbe stata la Brigata della Divisione Osoppo Est, distrutta nell’episodio di Porzus.
Al Comandante Bolla è stata conferita la medaglia d’oro alla memoria con la seguente motivazione: “Soldato fedele e deciso, animato da vivo amor di Patria, dopo l’armistizio prodigava ogni sua attività a/la lotta di liberazione organizzando, animando e guidando da posti di responsabilità e di comando il movimento partigiano nella Carnia e nella zona montana ad est del Tagliamento. Comandante capace e valoroso soldato, dopo essersi ripetutamente affermato in numerosi combattimenti, si distingueva particolarmente nella dura offensiva condotta da preponderanti forze tedesche alla fine di settembre 1944 nella zona del Torre - Natisone. In condizioni particolarmente difficili di tempo e di ambiente, fermo deciso e coraggioso riaffermava l’italianità della regione e la intangibilità dei confini della Patria, cadeva vittima di una situazione creata dal fascismo ed alimentata dall’oppressore tedesco in quel martoriato lembo d’Italia dove il comune spirito patriottico non sempre riusciva a fondere in solo blocco le forze della Resistenza”.
Due gli scampati a quell’atroce episodio: il Cap. Aldo Bricco di Pinerolo, nome di battaglia “Centina”, dell’8 Rgt Alpini, già medaglia d’argento al V.M. per i combattimenti del dicembre 1942 a Novo Kalitwa nel corso della ritirata di Russia, che pur colpito da sei proiettili di mitra, si salvò perché curato dagli Jugoslavi; don Redento Bello, nome di battaglia “don Candido”, ormai novantenne.
Mons. Redento Bello ha commemorato il triste avvenimento nel corso della messa celebrata a Canebola, in prossimità delle Malghe di Porzus lo scorso 6 febbraio con lucida e precisa descrizione dei fatti e con una pressante richiesta nel ricordo dell’eccidio di “un gesto di pace mediato per superare quella barriera dell’odio che non risolve i problemi ma li aggrava”.
Ha dedicato il suo libro autobiografico,”Scusate... mi racconto” con queste parole: “Ai giovani affinché affrontino l’avvenire senza dimenticare il passato”.
Oltre ai Sindaci della zona, erano presenti alla cerimonia i rappresentanti della Regione, il presidente dell’Associazione Partigiani Osoppo, Marzona e i Fazzoletti Verdi com. Zardi, Giannino Angeli, la medaglia d’oro Paola Del Din e il giornalista Sergio Gervasutti, che ha letto una ricostruzione dei fatti. Presente pure per la Brigata Garibaldi, Vanni Padoan.
Il prossimo 12 aprile ricorre il 60° anniversario dell’assegnazione della Medaglia d’oro al V.M. a Pietro Maset, capitano degli Alpini e Comandante della V° Brigata della Divisione Osoppo, con il nome di battaglia “Maso” caduto sul Pian Cavallo, al quale è intitolato un Gruppo della Città di Conegliano.
Per concludere un pensiero di Mons. Aldo Moretti, nome di battaglia “Lino” Medaglia d’Oro al V.M., ex cappellano degli Alpini, uno dei fondatori delle Brigate Osoppo, espresso in occasione della lettura del Diario di ”Bolla”: “Che il sangue tristemente versato sia fecondo di unione fra i popoli dell’uno e dell’altro versante. Quel sangue è testimonianza di un sacrificio compiuto nella convinzione di giovare alla causa della giustizia e della pace, è monito a tutti che i popoli nella libertà e non nella violenza devono essere arbitri dei loro destini”.

Enzo Faidutti

Bibliografia:
“Il diario di Bolla” - G.Angeli 2002
“Porzus due volti della resistenza” - Marco Ceselli 1975
“Scusate...Mi racconto” - Redento Bello 2001
“La stagione dell’Osoppo” - Sergio Gervasutti 1981
“La resistenza in Friuli 1943-1945” - Giampaolo Gallo 1989.


Il Presidente Apo Marzona legge la preghiera del Partigiano


Commemorazione ufficiale a Canebola. Tanta la partecipazione, tanti gli Alpini presenti