CUORE DI MONTAGNINO |
Aprile 2006 |
|
|
Me lo vedo il 75/13 con la sua parlata austroungarica apostrofare il 105/14: “Io ho percorso due guerre, contro e con i
montanini italiani. Ho imparato a rispettarli come nemici e ad amarli come compagni. Tu, caro 105, che hai dovuto
imparare l’inglese se stato molto fortunato, Ti hanno someggiato, trainato, portato a spalle, elitrasportato,
paracadutato ma… non hai mai sentito il fuoco di controbatteria né le salve delle katiusce; non hai mai sentito i
comandi concitati dei capipezzo impegnati nel tiro diretto. Tu sei un signorino, hai girato il mostro mostrando i tuoi
muscoli e la tua agilità. A questo francesino impettito un po’ farfallone e un po’ ballerino auguro tante esercitazioni,
tanti allarmi nella fortezza Bastiani, tante parate ma nessuna carica 7°”.
Il Ten.Col. Fronti ci accoglie alla linea pezzi, ci presenta il 120 con l’erre moscia e le artigliere al posto comando.
Come sono cambiate in meglio le cose! Caffè corretto? Fuoco! Grappa? Secondo pezzo, fuoco!
Bellissima giornata, comandante, ma che freddo!
Seguiamo i tiri dell’altra batteria che subito cambia schieramento, ma… ho l’impressione che il 105 avesse un suono più
pieno, più serio, più da artiglieri da montagna. Forse sono i ricordi che falsano la realtà, che filtrano i suoni come
meglio conviene.
Alla D.E. tutti sono indaffarati e molto compresi nella parte (c’è il Comandante di Rgt Col. Maurizio Paissan) tutti si
muovono con sicurezza dando l’immagine di efficienza e competenza. Sarà, ma la cortina non è in gran che (ma dai, è la
prima volta che sparano con questo pezzo).
Colazione al tavolo del Comandante assieme ad altri artiglieri della Sezione Carnica. Si risentono i profumi e le
sensazioni caratteristiche della scuola tiro, almeno questo non è cambiato.
La giornata e l’atmosfera sono quanto di più bello si possa chiedere e si indugia nel lasciare la tenda comando.
Un grazie affettuoso al Comandante Paissan, al Ten.Col. Fronti ed al Cap. Barzotto per averci fatto ringiovanire di 35
anni in un batter d’occhio
(A.D.)