SUGLI ALTI SENTIERI AMPEZZANI |
Dicembre 2005 |
Mercoledì 17 agosto, una ventina d’associati alpini della nostra
sezione, si sono radunati presso la Piazza Municipale di San Vito di Cadore ove ad attenderli vi erano il dottor
Antonio Battistella e Lino Chies.
Quest’ultimo ha proposto un’escursione sugli alti sentieri ampezzani che furono teatro della prima guerra mondiale.
A quest'iniziativa hanno aderito volentieri i gruppi: Maset, San Vendemiano e Santa Lucia. Confortati dalle condizioni
meteorologiche ideali della giornata, una vera rarità nell'agosto 2005, tutti assieme siamo saliti in auto al Passo
Falzarego, per poi salire tramite funivia alla sommità del Piccolo Lagazuoi, 2778 metri. Da lì è iniziata
un’indimenticabile passeggiata durata quasi sette ore che ci ha portato sino a Fiames, percorrendo la Val Travenanzes.
Guidati da Lino Chies, fedele cultore della montagna e profondo conoscitore della zona, abbiamo ammirato paesaggi
stupendi che solo le Dolomiti possono regalare.
Nello stesso tempo ci siamo soffermati a riflettere su quei segni
tangibili ed indelebili ricordanti “la guerra di mina” che qui ha avuto nel 1916/1917 clamorosi e dolorosi esempi nel
“Castelletto” adiacente alla Tofana di Rozes e sul Piccolo Lagazuoi.
Girandoci attorno a 360 gradi, verso est abbiamo visto il Pelmo, il Civetta e le Cinque Torri, verso ovest la Marmolada
e l'amato Col di Lana. Cammin facendo abbiamo contemplato in sequenza sulla nostra sinistra il Grande Lagazuoi, le Punte
Fanis, il Monte Cavallo, il Monte Castello e le Cime di Furcia Rossa.
Siamo passati sotto al Castelletto e del Sasso Misterioso, scorgendo in alto le feritoie delle postazioni e lungo il
sentiero i ruderi delle fortificazioni che divennero estremo rifugio, ora di uno schieramento ora dell’altro, a seconda
delle varie fasi della guerra.
Di fronte, sulle sopraccitate montagne, grazie al binocolo, abbiamo visto tre timorosi camosci scappati, non si sa
ancora per quanto purtroppo, alla moria virale che li sta facendo scomparire. Più avanti con il Torrione del Nemesis,
non molto lontano, siamo giunti nei pressi della Scala Meneghel ed abbiamo osservato estasiati gli zampilli d'acqua
caduti dal nevaio soprastante. Si sono erti in questo punto davanti ai nostri occhi la Croda del Vallon Bianco e la
Croda Rossa. Ancora poco più in là, scesi lungo un ripido ma morbido ghiaione, un'altra cascata su rocce nere che con un
gioco di magia naturale, espande infinitesime gocce d'acqua nell’aria. Ci ha fatto sembrare in Paradiso, suffragato da
un angolo pieno di stelle alpine che brillano lungo lo stretto ed irto sentiero che ci ha portato sino al Ponte Cadoris,
sospeso sull’orrido del Rio Travenanzes.
Siamo scesi ulteriormente passando per il Ponte Alto e poi ancora superando il ponte sul Rio Fanes, infine siamo
arrivati sulla strada asfaltata per Fiames, località cortinese in cui si trova l’ex aeroporto. Ricompattati, siamo
tornati sul Passo Falzarego con alcune auto per riprendere quelle che lì ci avevano portato al mattino.
Abbiamo voluto finire la giornata in bellezza salendo sulla vicina Val Parola per visitare il museo “Tra i sass” di
Loris Lancedelli, situato su un forte austriaco antecedente la prima guerra mondiale e parzialmente restaurato che offre
la visione di cimeli e di reperti trovati in loco, risalenti a quegli eventi bellici che hanno segnato questa vasta zona
di montagna. Sopra il museo vi è l’importante “Sass di Stria” che domina la Val Parola, quasi vegliando su di essa in
quest'unico e meraviglioso angolo delle Dolomiti.
Renzo Sossai