Ad Asiago per compiere un dovere


Aprile 2006
di Antonio Daminato

A conclusione dell’80° della nostra Sezione, non poteva esserci luogo più adatto di Asiago per celebrare l’Adunata Nazionale.
Si tratta infatti di ritornare alle origini. Nel 1920 sull’Ortigara si riunirono per la prima volta gli Alpini in congedo.
Anche noi torniamo alle origini, a quel lontano 1925 in cui fu fondata la Sezione di Conegliano; torniamo sull’Ortigara a rendere omaggio alle decine di migliaia di morti, Italiani e Austriaci, che resero sacra ogni sua pietra.
Quest’anno non è il solito annuale incontro in una Città sparsa lungo lo stivale della nostra bella Italia; quest’anno è un pellegrinaggio, ed è con lo spirito di Alpini in pellegrinaggio che andiamo ad Asiago.
Andiamo a deporre un fiore ai Caduti sul campo di battaglia, ma idealmente lo deporremo anche a ricordo dei nostri veci, che vollero incontrarsi lì per non disperdere quel patrimonio di sentimenti che li avevano sorretti nei momenti più duri del conflitto.
Ad Asiago avremo difficoltà logistiche, di viabilità, di pernottamento, di sfilamento; ma tutto ciò sarà ampiamente compensato dal sentirci vicini ai nostri veci, dal senso di pace che dà la consapevolezza di aver fatto il nostro dovere di boce riconoscenti.
Con questo atteggiamento dobbiamo prepararci all’Adunata Nazionale di Asiago. Ecco quindi la necessità di compostezza da mantenere più di sempre e più che in altri luoghi.
E’ chiaro che ci saranno i piacevoli momenti di baldoria alpina, di allegria, di canto, ma senza eccessi e senza comportamenti che non hanno nulla di Alpino.
Creare disturbo (o peggio danno) ad altri Alpini o alla cittadinanza porta solo discredito all’Associazione a cui siamo fieri di appartenere. Diamo prova di maturità e di civiltà: saremo apprezzati da tutti.
Ora che l’ottantesimo è concluso prendiamoci un momento di riposo, ma non pensiamo di restare a lungo in panciolle; ligi al motto secondo cui l’Alpino intristisce quando impigrisce, troveremo assieme al Consiglio sezionale qualche attività “scacciapensieri”.
Il piacere di fare delle cose assieme è il catalizzato re delle nostre idee. Si accettano suggerimenti!
Il 2 aprile abbiamo inaugurato ufficialmente la Passerella e il Museo degli Alpini. Colgo l’occasione in extremis, con Fiamme Verdi già in tipografia, per dire grazie, in modo sentito e sincero a tutti gli Alpini che hanno lavorato a queste due importanti opere, che rimarranno nel tempo a ricordare il lavoro delle penne nere della nostra Sezione. Rimarranno le opere e rimarrà il nostro modo di operare, uniti e concreti.
Vorrei concludere citando le belle parole pronuncia te dall’architetto Alberto Torsello durante la cerimonia di inaugurazione del nostro Museo. Parole ispirate alla storia passata e recente delle penne nere nelle quali ha paragonato il frutto dell’albero di melograno, piantato nella piazzetta del Museo, all’unità tra i diversi che rap presenta l’Associazione Nazionale Alpini. Il melograno che unisce chicchi succosi, uno diverso dall’altro, tutti racchiusi da una scorza dura: la scorza dura degli Alpini.
Un Abbraccio, il vostro Presidente.