COSE'E' GLI ALPINI |
Dicembre 2006 |
|
|
Bella domanda! Intanto fa arricciare il naso ai puristi della lingua italiana, che
matita blu in mano, segnano con orrore il decadimento del nostro idioma nazionale, poi
fa scrollare le spalle a tanti che degli Alpini pensano di sapere tutto e anche di più.
Invece il provocatorio titolo dato ad uno spettacolo teatrale dall’Accademia Teatrale
Prose Furlane, vuole far capire che,
per un ragazzino delle medie, quegli uomini dal buffo cappello con una lunga penna nera
sono una cosa strana, quasi misteriosa. Degli alieni, fuori dello spazio e del tempo.
Il dialogo tra Nicolò, un tranquillo e disinvolto dodicenne, e un vecchio generale,
reduce di Russia, incontratisi casualmente nel corso di un’intervista in occasione
dell’adunata di Asiago si snoda, per la sapiente regia di Eligio Zanier, tra una serie
di eventi che ricostruiscono in modo molto efficace la storia delle truppe alpine. Si
comincia con l’ingresso in scena di una dozzina di militari che, nelle divise dai tempi
di Perrucchetti fino a quelle usate nelle terre desertiche dell’Afghanistan, raccontano
visivamente il percorso e l’evoluzione dei nostri reparti ed ognuno, a seconda dell’età,
rivede se stesso a vent’anni quando indossava l’uniforme.
Poi cominciano a succedersi i fatti della Grande guerra, con i drammi dei lunghi mesi
in trincea, lo scambio di pagnotte e tabacco col nemico, le lettere ai genitori prima
dell’assalto, fino all’ultimo conflitto, con tragedia della ritirata di Russia
rappresentata in modo suggestivo ed emozionante. Sono sempre gli stessi ragazzi, sempre
di vent’anni, che, solo per una ragione anagrafica, si sono trovati travolti da
avvenimenti che hanno sconvolto la loro vita, quando, in un istante o dopo crudeli
sofferenze, non l’hanno lasciata sulle pietraie del Carso, sui monti della Grecia o nei
campi di concentramento.
(da L'ALPINO)