IL LIBRO DELL'OTTANTESIMO |
Dicembre 2006 |
|
Palazzo Sarcinelli è un austero e maestoso edificio patrizio del 1518 che s’affaccia su via XX Settembre (festa
nazionale in età sabauda, ricorrenza della proclamazione del Regno d’Italia nel 1861), l’antica Contrada Granda del
borgo medievale che s’apre da Porta del Rujo a Porta Monticano, cinto da forti mura e fossato, ai piedi del Colle di
Giano dominato dalla possente rocca. Si narra che la nobile famiglia dei Sarcinelli si sia trasferita da Ceneda a
Conegliano, attorno al 1400, per sfuggire alla faida di un casato nemico. Ora il vetusto complesso, di proprietà
comunale, opportunamente restaurato dopo i saccheggi subiti durante l’invasione austro-tedesca del 1917-18, è stato
trasformato nel salotto buono della città, vetrina prestigiosa di tutte le iniziative culturali e sede della biblioteca
civica.
E proprio in questa suggestiva cornice storica di Conegliano, e non poteva essere diversamente, cuore pulsante
della città che tenne a battesimo, sul finire del 1800, mitici reparti alpini quali il 6°, il 7° e il Gruppo art.mont.
“Conegliano”, attualmente tutti operativi, sabato 28 ottobre è stato presentato il Libro commemorativo e celebrativo
degli 80 anni di vita associativa della nostra, lasciatecelo dire non senza un senso comune di orgoglio, stupenda
Sezione.
E se l’esplorazione del passato significa ricostruire come in un mosaico i vari momenti di crescita di qualsiasi
entità, è indubbio che questo lavoro, curato con perizia e meticolosità da Francesco Tuan, rappresenti per la nostra
Associazione un tassello fondamentale, una pietra miliare di paragone, non tanto per rimarcare le tante opere compiute
quanto, piuttosto, per sancire ancor di più, nonostante il lento sgranare del tempo, l’indissolubilità degli Alpini con
la propria terra, con la propria gente e la sua storia.
Una completa e preziosa pubblicazione,
curata e chiara nella veste grafica, che va idealmente a chiudere tutta una serie di manifestazioni, coordinate dal
presidente Antonio Daminato supportato dal Consiglio Direttivo, che hanno fatto da corollario all’importante
anniversario sezionale.
Celebrazioni iniziate l’anno scorso con
la presentazione all’Accademia del Libro Verde della solidarietà alpina in concomitanza con la riunione straordinaria
del Consiglio Nazionale A.N.A., con in testa il presidente Corrado Perona, nella sala consiliare del comune, continuate
poi con l’inaugurazione della “passeggiata pensile” sul Monticano tra i ponti della Madonna e di san Martino, e per
finire l’inaugurazione del “Museo degli Alpini” presso l’ex caserma Marras, che custodisce gelosamente tra le sue
vecchie mura la storia dell’alpinità più vera.
E proprio queste tematiche ha voluto
sottolineare il presidente Daminato nel suo saluto introduttivo ad una platea nutrita e prestigiosa: “Traguardi,
-ha detto con visibile commozione mista a tangibile compiacimento per il nuovo obiettivo raggiunto, nonostante
l’onerosità dell’impegno “che testimoniano per sempre alle generazioni future l’impegno sociale degli Alpini e il
loro grande amore per la propria patria, la terra dei padri, che essi vogliono onorare e ricordare con opere destinate
all’intera collettività e fruibili da tutti. Una testimonianza imperitura che va ad aggiungersi alle altre innumerevoli
precedenti iniziative che le Penne Nere di oggi, autentici messaggeri di pace e di altruismo, hanno saputo concretizzare
con la tenace e straordinaria forza delle loro mani.”
Sentimenti ed idealità ripresi, poi, dal
sindaco alpino di Conegliano, Floriano Zambon, il quale ha rimarcato come l’unione di sinergie, pur diverse e variegate
(ente pubblico, imprenditoria privata, volontariato A.N.A.), siano riuscite a perseguire, in conformità d’intenti e in
pochi mesi, dei risultati così straordinari da suscitare viva ammirazione in tutta la cittadinanza.
E' toccato poi al cap. Andrea Barzotto del
3° Art. Mont. portare il saluto degli alpini in armi del “Gruppo Conegliano”, reparto attualmente impiegato in
Afghanistan ad Herat, alla nostra Sezione, “madrina” della 13ª Batteria.
Quindi la cerimonia è entrata nel vivo
con la presentazione da parte di Francesco Tuan, coordinatore del comitato redazionale, supportato nell’esposizione da
immagini e suoni (emozionante è stato il risentire la voce ferma e stentorea del mitico col. Rossotto) opportunamente
mixati ed elaborati al computer dal bravo Claudio Lorenzet, del piano completo dell’opera.
Dopo una doverosa introduzione sui primi
70 anni della Sezione e sulle figure di spicco che ne hanno caratterizzato la vita, particolare rilievo viene dato alle
attività comuni, di ogni singolo Gruppo e parallele (Protezione Civile, Fanfara Alpina, Gruppo Sportivo, Colletta
Alimentare...) nell’ultimo decennio.
Un Libro che vuole valorizzare quelle
patrum virtutes, le virtù dei padri fondatori, quella ricchezza genetica che connota la nostra Associazione e che ne
fa qualcosa di unico, un retaggio prezioso che va difeso e nel contempo trasmesso.
Un’opera che riporta fedelmente la
cronologia degli eventi che hanno caratterizzato l’evoluzione della Sezione in questi 80 anni di vita, senza aggiungere,
ingigantire o enfatizzare, in funzione solo di un credo alpino e di un valore etico da consegnare con orgogliosa
consapevolezza alle nuove generazioni.
Sfogliandone le pagine, ecco emergere con
forza travolgente e coinvolgente testimonianze ed aneddoti, voci e volti a noi tanto cari, azioni e sentimenti, gioie e
patemi... che chiusi in un unico contenitore si trasformano in rigoroso documento scritto ed iconografico. Un libro che
non deve mancare, quindi, in nessuna casa alpina perché esso è un prezioso tassello di storia, la nostra, e ora va a
fissarsi nella memoria collettiva prima che l’onta dei tanti anni trascorsi e l’impietosa ingiuria dell’oblio ne sfumino
i contorni e ne cancellino irreparabilmente le tracce. Un’alpinità fatta di storie e di memorie, di uomini e di luoghi,
di sangue e di sudore, di eroismi e di fatiche, di fede e di bestemmie, che poi non sono altro che preghiere fuori
ordinanza. Un’alpinità, in sintesi, vissuta ed intrisa di volontariato, di altruismo, di sacrificio nel ricordo di chi
li ha preceduti, di chi ha posato lo zaino a terra ed “è andato avanti” a spianare la strada verso il “Paradiso
di Cantore”, il paradiso di tutte le Penne Nere. Questi sono i principi basilari che hanno animato ed animano tuttora
tutte le nostre iniziative. Uno straordinario campionario di uomini ed imprese che, grazie a questo Libro, ora passano
dalla cronaca alla storia, ad arricchire ulteriormente l’epopea degli Alpini, una leggenda che non morirà mai.
Giorgio Visentin